Giallo al Castello di Barletta, il mistero dei furti alla “Collezione Diviccaro”
Indagini dei Carabinieri sulle opere comunali scomparse
mercoledì 16 dicembre 2015
11.12
"La vicenda è oscura e presenta troppe anomalie", così è stata definita la situazione in apertura di una conferenza stampa indetta ieri pomeriggio dal sindaco Pasquale Cascella riguardante una situazione, molto misteriosa, salita in queste ore agli onori della cronaca locale. Sono scomparsi dai magazzini del museo civico, in particolare dalla sala degli arteficieri del piano superiore del Castello di Barletta, pezzi pregiati appartenenti alla cosiddetta "collezione Diviccaro".
Si tratta di una collezione varia, composta da oggetti e quadri, donati da Luigi Diviccaro, a suo tempo amministratore dei beni dell'ambasciatore Cafiero, donata dopo la sua morte avvenuta nel 1987. È del '91 una prima catalogazione, anche fotografica, delle opere donate al Comune di Barletta; tuttavia la donazione è stata perfezionata soltanto nel 2012, con la morte della consorte, e a questo punto i beni sono materialmente stati trasferiti nei magazzini comunali da parte di un ditta esperta. Stranamente, da cui l'anomalia a cui ha fatto riferimento Cascella, dall'atto di consegna non risulta il nominativo di nessun rappresentante o dipendente comunale che quel giorno avrebbe dovuto ricevere fisicamente la donazione, riportando unicamente l'attestazione dei pezzi donati.
Comunque le casse sono rimaste lì imballate, così come erano state consegnate, per qualche anno fino a pochi giorni fa, inizio dicembre, quando una commissione nominata per realizzare una mostra intitolata "Il fascino del bello: la donazione Diviccaro" e molti altri rappresentanti dell'istituzione si sono recati presso i magazzini, certi di trovare le opere nelle casse indicate dagli scritti in loro possesso, invece si sono trovati di fronte a una triste sorpresa: molte di quelle casse erano vuote, alcune inesistenti. Quindi il sindaco Pasquale Cascella, che tra l'altro svolge ad interim le funzioni di assessore alla cultura, con la dirigente stessa si sono recati presso il comando dei carabinieri e hanno sporto regolare denuncia. Un'indagine dunque è stata affidata al Nucleo tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, che dunque è attualmente in corso. Le scatole al momento dell'apertura risultavano perfettamente chiuse e perfino l'imballaggio in polistirolo al loro interno era ancora intatto e presente, lasciando probabilmente diversi spunti di indagine agli inquirenti: "Le scatole erano chiuse ma vuote" ha confermato la dirigente comunale Santa Scommegna. I pezzi spariti sono sette quadri antichi, quattro oggetti in bronzo, numerose monete d'argento e medaglie, un manoscritto, dieci pezzi di argenteria e una collezione di francobolli. Uno dei quadri peraltro di notevoli dimensioni. "Non sappiamo - ha specificato il Sindaco - dove, come, quando queste opere siano venute a mancare". A breve Cascella firmerà un decreto formando una Commissione accertatrice per verificare la situazione dall'interno, per meglio analizzare i passaggi di consegna della donazione: presidente è stato delegato l'ex segretario comunale, Vincenzo Lullo, attualmente consulente del settore Supporto alla direzione politica dell'ente. Ne faranno parte il funzionario Nunzio Calò, in servizio presso l'Ufficio del giudice di pace, e la funzionaria Concetta Divincenzo, in attività al Comando di Polizia Municipale.
La Scommegna ha colto l'occasione per ribadire che gli attuali lavori in corso nel castello provvederanno anche all'istallazione di un sistema di video sorveglianza, attualmente non esistente. L'intenzione è quella di aprire tutto il materiale presente nei magazzini, attualmente imballato e sigillato, per compiere un'azione approfondita di verifica ulteriore. Lo scenario sia, comunque, da stimolo per intraprendere una completa operazione di catalogazione, e perché no, digitalizzazione di tutti i beni comunali. La mostra dovrebbe essere lo stesso inaugurata nei primi mesi del nuovo anno, con la commissione organizzatrice composta dalla dirigente comunale del settore cultura Santa Scommegna, l'antiquario barlettano Parente, un esperto in materia di Barletta, e un rappresentante della Soprintendenza dei Beni Culturali.
Si tratta di una collezione varia, composta da oggetti e quadri, donati da Luigi Diviccaro, a suo tempo amministratore dei beni dell'ambasciatore Cafiero, donata dopo la sua morte avvenuta nel 1987. È del '91 una prima catalogazione, anche fotografica, delle opere donate al Comune di Barletta; tuttavia la donazione è stata perfezionata soltanto nel 2012, con la morte della consorte, e a questo punto i beni sono materialmente stati trasferiti nei magazzini comunali da parte di un ditta esperta. Stranamente, da cui l'anomalia a cui ha fatto riferimento Cascella, dall'atto di consegna non risulta il nominativo di nessun rappresentante o dipendente comunale che quel giorno avrebbe dovuto ricevere fisicamente la donazione, riportando unicamente l'attestazione dei pezzi donati.
Comunque le casse sono rimaste lì imballate, così come erano state consegnate, per qualche anno fino a pochi giorni fa, inizio dicembre, quando una commissione nominata per realizzare una mostra intitolata "Il fascino del bello: la donazione Diviccaro" e molti altri rappresentanti dell'istituzione si sono recati presso i magazzini, certi di trovare le opere nelle casse indicate dagli scritti in loro possesso, invece si sono trovati di fronte a una triste sorpresa: molte di quelle casse erano vuote, alcune inesistenti. Quindi il sindaco Pasquale Cascella, che tra l'altro svolge ad interim le funzioni di assessore alla cultura, con la dirigente stessa si sono recati presso il comando dei carabinieri e hanno sporto regolare denuncia. Un'indagine dunque è stata affidata al Nucleo tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, che dunque è attualmente in corso. Le scatole al momento dell'apertura risultavano perfettamente chiuse e perfino l'imballaggio in polistirolo al loro interno era ancora intatto e presente, lasciando probabilmente diversi spunti di indagine agli inquirenti: "Le scatole erano chiuse ma vuote" ha confermato la dirigente comunale Santa Scommegna. I pezzi spariti sono sette quadri antichi, quattro oggetti in bronzo, numerose monete d'argento e medaglie, un manoscritto, dieci pezzi di argenteria e una collezione di francobolli. Uno dei quadri peraltro di notevoli dimensioni. "Non sappiamo - ha specificato il Sindaco - dove, come, quando queste opere siano venute a mancare". A breve Cascella firmerà un decreto formando una Commissione accertatrice per verificare la situazione dall'interno, per meglio analizzare i passaggi di consegna della donazione: presidente è stato delegato l'ex segretario comunale, Vincenzo Lullo, attualmente consulente del settore Supporto alla direzione politica dell'ente. Ne faranno parte il funzionario Nunzio Calò, in servizio presso l'Ufficio del giudice di pace, e la funzionaria Concetta Divincenzo, in attività al Comando di Polizia Municipale.
La Scommegna ha colto l'occasione per ribadire che gli attuali lavori in corso nel castello provvederanno anche all'istallazione di un sistema di video sorveglianza, attualmente non esistente. L'intenzione è quella di aprire tutto il materiale presente nei magazzini, attualmente imballato e sigillato, per compiere un'azione approfondita di verifica ulteriore. Lo scenario sia, comunque, da stimolo per intraprendere una completa operazione di catalogazione, e perché no, digitalizzazione di tutti i beni comunali. La mostra dovrebbe essere lo stesso inaugurata nei primi mesi del nuovo anno, con la commissione organizzatrice composta dalla dirigente comunale del settore cultura Santa Scommegna, l'antiquario barlettano Parente, un esperto in materia di Barletta, e un rappresentante della Soprintendenza dei Beni Culturali.