Ferrara: «Le soluzioni ai problemi ambientali vanno inserite nel Piano coste»
Il segretario PD interviene dopo il crollo delle Mura del Carmine
sabato 23 agosto 2014
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«Ancora una volta il detto dei saggi "non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire" non si e' smentito". A scriverlo è il segretario del Partito Democratico di Barletta, Franco Ferrara "Leggo nella lontana Irlanda, dove solo per vedere una pietra antica di dubbia provenienza ma gelosamente custodita paghi 7 euro, che a Barletta, noi le mura antiche certificate da storia vera, le facciamo crollare - ndr riferimento al recente crollo di parte delle Mura del Carmine - tanto sono inutili, visto che un percorso storico-turistico nella nostra area gotica non riusciamo nemmeno ad impostarlo. Ma cosa ci aspettavamo ? Hanno retto per secoli, doveva arrivare anche per noi prima o poi il fatidico momento pompeiano.
Non vorrei essere una Cassandra ma aspettiamoci che crollerà ancora tutto il resto nell'indifferenza di chi invece avrebbe dovuto gia' allarmarsi da tanto tempo, magari perchè impegnato a svolgere il doppio ruolo di controllore e controllato. E non mi piace recitare la parte della "piccola vedetta lombarda" ma devo ripeterlo a squarciagola che il PD da quando si e' cominciato a parlare di piano comunale delle coste, con la sua 5^ Commissione interna ha avvisato la Pubblica Amministrazione che le Mura del Carmine vanno monitorate continuamente in quanto scolatoio di una notevole quantità di acque provenienti da non meglio identificati meandri dispersi nella parte antica della città e che creano in quell'area, estendendosi fino all'arenile, una massa persistente di umidità i cui segni sono evidenti già solo affacciandosi alla ringhiera che guarda a mare e che si estende dalle mura di S.Ruggiero alla Chiesa del Carmine.
Certamente, da quanto mi hanno riferito, gli ultimi acquazzoni torrenziali hanno aumentato la portata di queste acque che per declivio naturale porta a quello scolatoio, tanto da facilitare il distacco del muro e il conseguente crollo. Nell'ultima riunione della 5^ Commissione del PD a cui avevano partecipato sia il Sindaco, l'assessore Pelle e i dirigenti Dibari e Bernardini, si era evidenziata, nel dibattito, la presenza di queste acque, che tra l'altro contribuiscono alla formazione dei cosiddetti "canali di scolo", sottolineando che era urgente affrontare il problema nella sua complessità, suggerendo all'Amministrazione di individuare prima di tutto le cause e intervenendo successivamente rispettando le priorità che il geologo barlettano prof. Ruggero Dellisanti aveva già da tempo denunciato e che ripeto nella speranza che l'Amministrazione sia conseguenziale e non resti sorda.
Le cause :
-perdite ascrivibili all'acquedotto provenienti dalla rete idrica cittadina obsoleta. Una stima, sicuramente per difetto, indica in almeno 7.500 metri cubi di acqua al giorno, concentrate nel centro urbano, le perdite di acqua potabile che si perdono nel sottosuolo, alimentando i canali di scolo;
-immissione di reflui urbani abusivi ( zona centro – centro storico);
-immissioni di acque della fogna bianca nella fogna nera;
-mancanza delle rete di fogna bianca in alcune aree periferiche della città;
-presenza localizzata di falda.
E' evidente che la problematica è complessa ma il p.c.c. anche questo problema pur evidenziato nei diversi incontri non lo considera, mentre è fondamentale individuare cause e soluzioni se si vuole dare alla nostra spiaggia il lasciapassare dello sviluppo.
Tra le possibili soluzioni:
-considerarle dei reflui e quindi avviarle all'impianto di depurazione intercettandole prima con una trincea drenante;
-considerarle delle acque bianche e quindi dopo averle intercettate è possibile disperderle in mare attraverso una condotta sottomarina.
Sicuramente non possono essere immesse nel sottosuolo con pozzi sperdenti e non possono neanche essere utilizzate per irrigare la pineta poiché queste acque avendo un basso coefficiente di evaporazione, per la presenza degli alberi, finirebbero per filtrare sotto gli arenili, riproponendo il problema.
Su queste problematiche ambientali - conclude Ferrara - è auspicabile aprire un confronto e fare in modo che le soluzioni possano poi essere inserite nel p.c.c. Il Partito Democratico sarà in prima linea».
Non vorrei essere una Cassandra ma aspettiamoci che crollerà ancora tutto il resto nell'indifferenza di chi invece avrebbe dovuto gia' allarmarsi da tanto tempo, magari perchè impegnato a svolgere il doppio ruolo di controllore e controllato. E non mi piace recitare la parte della "piccola vedetta lombarda" ma devo ripeterlo a squarciagola che il PD da quando si e' cominciato a parlare di piano comunale delle coste, con la sua 5^ Commissione interna ha avvisato la Pubblica Amministrazione che le Mura del Carmine vanno monitorate continuamente in quanto scolatoio di una notevole quantità di acque provenienti da non meglio identificati meandri dispersi nella parte antica della città e che creano in quell'area, estendendosi fino all'arenile, una massa persistente di umidità i cui segni sono evidenti già solo affacciandosi alla ringhiera che guarda a mare e che si estende dalle mura di S.Ruggiero alla Chiesa del Carmine.
Certamente, da quanto mi hanno riferito, gli ultimi acquazzoni torrenziali hanno aumentato la portata di queste acque che per declivio naturale porta a quello scolatoio, tanto da facilitare il distacco del muro e il conseguente crollo. Nell'ultima riunione della 5^ Commissione del PD a cui avevano partecipato sia il Sindaco, l'assessore Pelle e i dirigenti Dibari e Bernardini, si era evidenziata, nel dibattito, la presenza di queste acque, che tra l'altro contribuiscono alla formazione dei cosiddetti "canali di scolo", sottolineando che era urgente affrontare il problema nella sua complessità, suggerendo all'Amministrazione di individuare prima di tutto le cause e intervenendo successivamente rispettando le priorità che il geologo barlettano prof. Ruggero Dellisanti aveva già da tempo denunciato e che ripeto nella speranza che l'Amministrazione sia conseguenziale e non resti sorda.
Le cause :
-perdite ascrivibili all'acquedotto provenienti dalla rete idrica cittadina obsoleta. Una stima, sicuramente per difetto, indica in almeno 7.500 metri cubi di acqua al giorno, concentrate nel centro urbano, le perdite di acqua potabile che si perdono nel sottosuolo, alimentando i canali di scolo;
-immissione di reflui urbani abusivi ( zona centro – centro storico);
-immissioni di acque della fogna bianca nella fogna nera;
-mancanza delle rete di fogna bianca in alcune aree periferiche della città;
-presenza localizzata di falda.
E' evidente che la problematica è complessa ma il p.c.c. anche questo problema pur evidenziato nei diversi incontri non lo considera, mentre è fondamentale individuare cause e soluzioni se si vuole dare alla nostra spiaggia il lasciapassare dello sviluppo.
Tra le possibili soluzioni:
-considerarle dei reflui e quindi avviarle all'impianto di depurazione intercettandole prima con una trincea drenante;
-considerarle delle acque bianche e quindi dopo averle intercettate è possibile disperderle in mare attraverso una condotta sottomarina.
Sicuramente non possono essere immesse nel sottosuolo con pozzi sperdenti e non possono neanche essere utilizzate per irrigare la pineta poiché queste acque avendo un basso coefficiente di evaporazione, per la presenza degli alberi, finirebbero per filtrare sotto gli arenili, riproponendo il problema.
Su queste problematiche ambientali - conclude Ferrara - è auspicabile aprire un confronto e fare in modo che le soluzioni possano poi essere inserite nel p.c.c. Il Partito Democratico sarà in prima linea».