Fallito compromesso politico notarile "alla barlettana" a Bisceglie
Il montiano Spina resiste alla sfiducia consortile. «Stava per succedere ancora. A pochi chilometri da Barletta»
martedì 19 febbraio 2013
Le caste, le corporazioni italiane. Farmacisti, tassisti, ma soprattutto i notai. Casta italianissima: i notari sono nati proprio in Italia in pieno Medio Evo. Come per i farmacisti e i tassisti, anche per il settore dei notai una sana ondata di liberalizzazioni potrebbe produrre un certo numero di posti di lavoro in più per i giovani. Ma esattamente come per i farmacisti e per i tassisti, anzi forse anche meno, l'unico tentativo (ai tempi di Bersani prima versione, ministro dello sviluppo economico) si riuscì a erodere solo una misera, infima serie di servizi minori alle costosissime grinfie dei Siori Notari. Per fortuna negli ultimi mesi, a compensare le perdite di introiti dei professionisti più ricchi d'Italia, è nato un nuovo tipo di servigio. Le dimissioni in blocco di consiglieri comunali con conseguente scioglimento di Amministrazione cittadina.
Il brevetto è barlettano. Prima dello scorso ottobre, i Consiglieri scontenti dell'operato della Giunta erano costretti a fatiche inenarrabili. Scrivere una mozione di sfiducia, raccogliendo le firme necessarie, protocollarla, chiedere alla conferenza dei capigruppo di mettere nell'Odg del Consiglio Comunale, farla pervenire al Presidente del Consiglio che, da garante dell'assemblea, invitava il Sindaco e la Giunta a discuterne. Lunghe ore di discussioni e trattative, pubbliche oltre tutto! Con la presenza di organi stampa, tv, web. E invece basta chiamare a raccolta (o, alternativa meno elegante, prelevare dal posto di lavoro) i consiglieri dissidenti, scontenti, indifferenti, inconsistenti, condurli di fronte a un Notaio, una firma e il gioco è fatto. Tutti a casa, possibilmente con il minor numero di spiegazioni possibile.
Stava per succedere ancora. A pochi chilometri da Barletta. A Bisceglie. Il Sindaco Spina è passato ufficialmente con la Lista civica per Monti ("Abbiamo il nostro primo Sindaco", ha gioito il Professore): ecco pronta anche per lui una seduta dal signor notaio. PD, Sel, Comunisti italiani (5 consiglieri: l'intera opposizione) più i consiglieri di maggioranza decisi a rimanere con il PDL, o comunque a non confluire in Scelta civica (non seguendo il capo della giunta nel Terzo Polo montiano). Sarebbero servite 13 firme; si sono ritrovati solo in 11. Significativa l'assenza alla riunione del Presidente del Consiglio di Bisceglie. Pur essendo rimasto nel PDL, il Presidente si sarà ricordato di essere espressione di un intero Consiglio, dell'assemblea eletta dal popolo, che non può decretare la propria fine alla scrivania di un notaio.
Le pratiche virtuose incontrano mille ostacoli per uscire dai confini di una città. Le pratiche oscene, come i virus, si diffondono per contagio. Tra meno di una settimana si vota per le Politiche. E fino ad allora qualsiasi manovra sarà poco credibile. Ai grandi strateghi del centrodestra e del centrosinistra di Barletta dovrebbe però essere chiaro già da oggi: il precedente creato renderà la poltrona del Sindaco ancora meno stabile. E come è già successo, la minaccia del ricorso alle dimissioni (vigliacche) in blocco dal Notaio è una crepa già aperta a Palazzo di città. Agiscano come credono, tutti. I cittadini giudicheranno e, speriamo, voteranno di conseguenza. Alle amministrative, e forse anche alle Politiche.
Il brevetto è barlettano. Prima dello scorso ottobre, i Consiglieri scontenti dell'operato della Giunta erano costretti a fatiche inenarrabili. Scrivere una mozione di sfiducia, raccogliendo le firme necessarie, protocollarla, chiedere alla conferenza dei capigruppo di mettere nell'Odg del Consiglio Comunale, farla pervenire al Presidente del Consiglio che, da garante dell'assemblea, invitava il Sindaco e la Giunta a discuterne. Lunghe ore di discussioni e trattative, pubbliche oltre tutto! Con la presenza di organi stampa, tv, web. E invece basta chiamare a raccolta (o, alternativa meno elegante, prelevare dal posto di lavoro) i consiglieri dissidenti, scontenti, indifferenti, inconsistenti, condurli di fronte a un Notaio, una firma e il gioco è fatto. Tutti a casa, possibilmente con il minor numero di spiegazioni possibile.
Stava per succedere ancora. A pochi chilometri da Barletta. A Bisceglie. Il Sindaco Spina è passato ufficialmente con la Lista civica per Monti ("Abbiamo il nostro primo Sindaco", ha gioito il Professore): ecco pronta anche per lui una seduta dal signor notaio. PD, Sel, Comunisti italiani (5 consiglieri: l'intera opposizione) più i consiglieri di maggioranza decisi a rimanere con il PDL, o comunque a non confluire in Scelta civica (non seguendo il capo della giunta nel Terzo Polo montiano). Sarebbero servite 13 firme; si sono ritrovati solo in 11. Significativa l'assenza alla riunione del Presidente del Consiglio di Bisceglie. Pur essendo rimasto nel PDL, il Presidente si sarà ricordato di essere espressione di un intero Consiglio, dell'assemblea eletta dal popolo, che non può decretare la propria fine alla scrivania di un notaio.
Le pratiche virtuose incontrano mille ostacoli per uscire dai confini di una città. Le pratiche oscene, come i virus, si diffondono per contagio. Tra meno di una settimana si vota per le Politiche. E fino ad allora qualsiasi manovra sarà poco credibile. Ai grandi strateghi del centrodestra e del centrosinistra di Barletta dovrebbe però essere chiaro già da oggi: il precedente creato renderà la poltrona del Sindaco ancora meno stabile. E come è già successo, la minaccia del ricorso alle dimissioni (vigliacche) in blocco dal Notaio è una crepa già aperta a Palazzo di città. Agiscano come credono, tutti. I cittadini giudicheranno e, speriamo, voteranno di conseguenza. Alle amministrative, e forse anche alle Politiche.