Erosione della costa di Barletta, il sequestro e la ricerca di chiarezza
La Commissione Lavori Pubblici ascolta il neo assessore Dimatteo
domenica 6 marzo 2016
Sale un fitto polverone sulla città di Barletta, quasi ad oscurare completamente il cielo della trasparenza e della legalità. Chi cerca squarci di chiarezza si scontra contro muri alti, antichi, sedimentati. In un solo giorno sono balzati ai mesti onori della cronaca il caso Disfida 2015 – dopo l'esposto del Movimento 5 Stelle e la severa condanna dell'opinione pubblica – e il sequestro dell'orto botanico, la magistrale incompiuta che da ben due amministrazioni è diventato il simbolo dell'inconcludenza di una certa politica.
Ancora, restando in tema di (dis)avventure giudiziarie della nostra città, è di qualche settimana fa un'altra notizia di pesante rilievo pubblico: il sequestro del cantiere per contenere il fenomeno dell'erosione della costa lungo la litoranea di Ponente. Adesso non resta che aspettare che gli organi competenti verifichino che, in tutte le varie fasi dell'appalto, vi sia stato il rispetto del Codice degli Appalti, delle norme sulla sicurezza della navigazione marittima nonché di quelle sull'inquinamento ambientale, che sicuramente rappresenta l'aspetto più importante e pericoloso dell'intera questione.
Nel frattempo la Commissione Lavori Pubblici cerca di far chiarezza e, in una seduta convocata venerdì in tarda mattinata, ha ascoltato il parere nel neo assessore Maria Antonietta Dimatteo, alla quale è stata affidata la delega ai lavori pubblici nel recente rimpasto di giunta, sostituendo nell'incarico Azzurra Pelle. In questa riunione monotematica dedicata alla vicenda del cantiere per l'erosione della costa, si è cercato di sintetizzare lo stato dell'arte della questione. Erano presenti, oltre all'assessore Dimatteo, il presidente di commissione Flavio Basile, i consiglieri Gennaro Calabrese, Ruggiero Dicorato, Antonio Santeramo in sostituzione del componente assente Alessandro Scelzi e il segretario Francesco Attolico.
Prima partecipazione in assoluto ad una commissione consiliare per la Dimatteo, che raccoglie l'eredità del suo predecessore: «Si tratta di uno dei primissimi problemi in cui mi sono imbattuta. Essendo un'opera tecnica che richiede conoscenze molto specifiche, serve massima oculatezza nell'affrontare il problema, cercando – documenti alla mano – di capire se il lavoro sia conforme al progetto e quali siano stati effettivamente i materiali utilizzati. Ho fatto un sopralluogo sul posto e ho ascoltato il direttore dei lavori per capire meglio la situazione». Per permettere il passaggio dei mezzi, è stato utilizzato materiale da cava – anche piuttosto fine – che sarebbe stato poi rimosso al termine dei lavori. E' proprio in questo passaggio che ci si imbatte nel dubbio che tali componenti possano aver generato un pericolo per l'ambiente. «Barletta chiede chiarezza – ribadisce l'assessore – ma anche noi come amministrazione vogliamo chiarezza».
Il consigliere Gennaro Calabrese solleva poi la problematica della lunghezza dei pennelli: dovrebbe esserci una discrepanza tra quella prevista nel progetto (pari a 100 metri) e quella effettiva (circa 50 metri). «Se il finanziamento viene erogato in base al progetto – chiede Calabrese – c'è quindi stato un risparmio di spesa? Che fine farà il resto del finanziamento?». E l'assessore replica: «La differenza tra il progetto iniziale e quello esecutivo è susseguente ai rilievi battimetrici e alle variazioni statiche». Aggiunge poi il consigliere Antonio Santeramo: «Sono cambiate tra l'altro le quote del fondale dal 2010, anno del progetto, al 2015, anno di inizio dei lavori». Ma, virando la questione dall'ambito tecnico a quello più strettamente politico, sollecita: «Ci sono figure che dovrebbero vigilare su questi lavori: il dirigente preposto, il RUP e il direttore dei lavori».
Il presidente Flavio Basile incalza proponendo che siano riconosciute le giuste responsabilità anche all'assessore, poiché ci sono impegni politici oltre che meramente tecnici da riconoscere. Dopo aver accolto con piacere il dialogo aperto con il nuovo assessore Dimatteo, invoca apertura e collaborazione: «Il percorso della nostra commissione con il precedente assessore Azzurra Pelle non è stato assolutamente propositivo». Permangono dubbi e interrogativi che verranno sviscerati in prossimi incontri, auspicando che il percorso della politica sia parallelo a quello della magistratura e sempre vigile sulle problematiche cittadine che impoveriscono e rallentano la vita di Barletta.
Ancora, restando in tema di (dis)avventure giudiziarie della nostra città, è di qualche settimana fa un'altra notizia di pesante rilievo pubblico: il sequestro del cantiere per contenere il fenomeno dell'erosione della costa lungo la litoranea di Ponente. Adesso non resta che aspettare che gli organi competenti verifichino che, in tutte le varie fasi dell'appalto, vi sia stato il rispetto del Codice degli Appalti, delle norme sulla sicurezza della navigazione marittima nonché di quelle sull'inquinamento ambientale, che sicuramente rappresenta l'aspetto più importante e pericoloso dell'intera questione.
Nel frattempo la Commissione Lavori Pubblici cerca di far chiarezza e, in una seduta convocata venerdì in tarda mattinata, ha ascoltato il parere nel neo assessore Maria Antonietta Dimatteo, alla quale è stata affidata la delega ai lavori pubblici nel recente rimpasto di giunta, sostituendo nell'incarico Azzurra Pelle. In questa riunione monotematica dedicata alla vicenda del cantiere per l'erosione della costa, si è cercato di sintetizzare lo stato dell'arte della questione. Erano presenti, oltre all'assessore Dimatteo, il presidente di commissione Flavio Basile, i consiglieri Gennaro Calabrese, Ruggiero Dicorato, Antonio Santeramo in sostituzione del componente assente Alessandro Scelzi e il segretario Francesco Attolico.
Prima partecipazione in assoluto ad una commissione consiliare per la Dimatteo, che raccoglie l'eredità del suo predecessore: «Si tratta di uno dei primissimi problemi in cui mi sono imbattuta. Essendo un'opera tecnica che richiede conoscenze molto specifiche, serve massima oculatezza nell'affrontare il problema, cercando – documenti alla mano – di capire se il lavoro sia conforme al progetto e quali siano stati effettivamente i materiali utilizzati. Ho fatto un sopralluogo sul posto e ho ascoltato il direttore dei lavori per capire meglio la situazione». Per permettere il passaggio dei mezzi, è stato utilizzato materiale da cava – anche piuttosto fine – che sarebbe stato poi rimosso al termine dei lavori. E' proprio in questo passaggio che ci si imbatte nel dubbio che tali componenti possano aver generato un pericolo per l'ambiente. «Barletta chiede chiarezza – ribadisce l'assessore – ma anche noi come amministrazione vogliamo chiarezza».
Il consigliere Gennaro Calabrese solleva poi la problematica della lunghezza dei pennelli: dovrebbe esserci una discrepanza tra quella prevista nel progetto (pari a 100 metri) e quella effettiva (circa 50 metri). «Se il finanziamento viene erogato in base al progetto – chiede Calabrese – c'è quindi stato un risparmio di spesa? Che fine farà il resto del finanziamento?». E l'assessore replica: «La differenza tra il progetto iniziale e quello esecutivo è susseguente ai rilievi battimetrici e alle variazioni statiche». Aggiunge poi il consigliere Antonio Santeramo: «Sono cambiate tra l'altro le quote del fondale dal 2010, anno del progetto, al 2015, anno di inizio dei lavori». Ma, virando la questione dall'ambito tecnico a quello più strettamente politico, sollecita: «Ci sono figure che dovrebbero vigilare su questi lavori: il dirigente preposto, il RUP e il direttore dei lavori».
Il presidente Flavio Basile incalza proponendo che siano riconosciute le giuste responsabilità anche all'assessore, poiché ci sono impegni politici oltre che meramente tecnici da riconoscere. Dopo aver accolto con piacere il dialogo aperto con il nuovo assessore Dimatteo, invoca apertura e collaborazione: «Il percorso della nostra commissione con il precedente assessore Azzurra Pelle non è stato assolutamente propositivo». Permangono dubbi e interrogativi che verranno sviscerati in prossimi incontri, auspicando che il percorso della politica sia parallelo a quello della magistratura e sempre vigile sulle problematiche cittadine che impoveriscono e rallentano la vita di Barletta.