Emergenza Polivalente: «A Barletta scuola condannata a mendicare aule»
La lettera aperta di più di 100 docenti dell'Istituto superiore "N. Garrone"
giovedì 16 luglio 2020
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"Nella società di oggi, la scuola è fondamentale per avere una buona istruzione e una educazione"…"la scuola ci assicura quella cultura e quelle conoscenze utili al nostro percorso di vita, da studenti a uomini". Incipit di questa lettera sono le risposte date da alcuni dei nostri studenti alla domanda "Cosa rappresenta per te la scuola oggi?". Risposte semplici ma essenziali per comprendere che la scuola cambia, cambia il ruolo di docenti e studenti in classe, insieme alle dinamiche comunicative con le famiglie ma, come ricorda il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La scuola rimane il più importante luogo di crescita, di incontro, di conoscenza reciproca per sperimentare la vita di comunità e il senso civico».
Inizia così la lettera aperta, rivolta alla comunità cittadina e alle istituzioni, di più di 100 docenti dell'Istituto superiore "N. Garrone" di Barletta, coinvolti nell'emergenza legata alla chiusura del Polivalente.
Per spirito di doverosa concretezza non possiamo però dimenticare che la scuola è anche spazio fisico: edifici, ambienti, aule, laboratori, archivi, segreterie, palestre, auditorium, spazi per docenti, spazi aggregativi per studenti, rampe o ascensori per persone con disabilità e tanto, tanto altro ancora. Sino a qualche giorno fa, malgrado la penuria di aule che la storia recete ricorda e che già aveva visto amministratori locali, "spalluncianti", rimettere la querelle ai vari dirigenti scolastici, come se i metri cubi scolastici appartenessero a questi ultimi e come se studenti e studentesse fossero figli propri da "sistemare", gli studenti di Barletta sapevano di avere un "tetto sulla testa" e di poter andare a scuola normalmente, come tutti gli altri coetanei…
Ma al peggio non c'è mai fine! Oltre alle varie contingenze Covid-19 e ai necessari distanziamenti anche scolastici, lo scorso 24 giugno 2020 è intervenuta una nuova drammatica urgenza che non può e non deve lasciare indifferente la comunità di Barletta: nel corso di un incontro in Palazzo di Governo, alla presenza del Prefetto della provincia Bat dott. Maurizio Valiante, e del Presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto, del sindaco della città di Barletta Cosimo Cannito, della Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, Giuseppina Lotito, dei tecnici della provincia e del rappresentante dei vigili del Fuoco, si è appresa la notizia di problemi statico-strutturali a carico dei tre plessi del Polivalente di Barletta costruiti appena negli anni '90.
In due dei tre plessi, destinati alla comunità scolastica dell'IT Cassandro-Fermi-Nervi, ormai da diversi anni sono anche allocate ben 22 classi dell'IISS Nicola Garrone di Barletta. Complessivamente, circa 2000 studenti! Alla notizia sconcertante ha fatto immediato e doveroso seguito l'ordinanza di chiusura a tempo indeterminato dei tre plessi, con la prospettiva, inevitabile, di un'interdizione dell'utilizzo dello stesso anche per il prossimo e ormai imminente anno scolastico.
Ci saremmo attesi, una volta ricevuta la notizia, la rapida individuazione di soluzioni, forse anche provvisorie, da parte dell'Ente Provincia, cui è attribuita la competenza rispetto all'edilizia degli Istituti scolastici di Istruzione secondaria superiore. E invece, scongiurato il rischio di crolli e di attuali responsabilità, l'unica prospettiva formulata è stata: doppi turni per le comunità scolastiche coinvolte! In realtà, sarebbe più corretto parlare di tripli turni. Infatti, le recenti disposizioni di sicurezza conseguenti all'emergenza Covid-19, a causa dell'inidoneità degli ambienti scolastici a garantire il distanziamento richiesto in classi che contano anche 25-30 studenti, già avevano fatto presagire una possibile turnazione. Quindi, in mancanza di ambienti e di aule, la prospettiva non è più soltanto dei doppi turni, ma addirittura dei tripli turni se non, molto verosimilmente, quadrupli in orario pomeridiano e serale sino alle ore 22:00!
Provate ad immaginare cosa possa rappresentare per una famiglia gestire un menage in cui i figli debbano andare a scuola di pomeriggio, alternandosi ai compagni! Provate a immedesimarvi nei genitori di studenti e studentesse con disabilità, anche gravi, chiamati a misurarsi con servizi di trasporto, educatori, scuola pomeridiana, terapie… Una scuola che turna è una scuola che non riesce a fornire nemmeno i livelli minimi essenziali di prestazione, è una scuola in affanno, povera, che arranca, finge di offrire opportunità, ma di fatti rischia di restare formalmente adempitiva rispetto all'obbligo costituzionale di istruzione. È davvero questa la scuola che vogliamo? Anni di sacrifici buttati al vento? È possibile che ancora oggi, quando si assiste alla costruzione in pochi giorni di ospedali dotati di modernissime attrezzature, ci si senta dire che non è possibile trovare e realizzare spazi per consentire di fare scuola accettabilmente? Perché la scuola di Barletta è condannata per sempre a mendicare ambienti? Qualche pubblico amministratore, questa domanda se l'è posta? Saremmo sinceramente interessati a conoscere la risposta che si è dato.
Perché gli studenti e le studentesse di Barletta, una città nota in tutto il territorio nazionale e internazionale per la sua cultura e la sua storia, devono sentirsi cittadini e cittadine di serie B?
Perché i lavoratori e le lavoratrici della scuola, tenuti dell'apertura di spazi mentali per i propri studenti secondo il dettato ministeriale, devono poi essere costretti a lavorare in spazi fisici assolutamente inadeguati anche prima dell'emergenza? Come potranno gli studenti e le studentesse del Cassandro-Fermi-Nervi e quelli del Garrone, futuri protagonisti della vita politica e sociale, apprendere la doverosa cura che la politica e gli amministratori locali devono offrire ai propri cives, se essi stessi non ne sono oggi primi destinatari nel rispetto del diritto costituzionale all'istruzione? Siamo docenti ed educatori, il nostro compito è anche quello di contribuire, in misura determinate, a far crescere la personalità di tutti i nostri studenti, a radicare i loro valori, a definire e consolidare le loro speranze, a mettere alla prova intelligenza, socialità, creatività, a rendere ciascuno di essi un cittadino.
Non lasciateci solo in questo. Non aspettatevi che , oltre ad aprire spazi mentali, possiamo inventare anche spazi fisici. Non è nostra prerogativa costruire scuole, realizzare ambienti, dare ai nostri studenti aule, laboratori, segreterie…non chiedeteci di contendere con altre scuole brandelli di metri cubi. Non consentiteci di individuare gli spazi destinati ad altre pubbliche istruzioni. Vogliamo continuare a fare con serenità quello che la scuola deve sapere fare: preparare il domani della nostra civiltà e della nostra democrazia.
Con le parole del presidente Mattarella ci piace concludere, ricordando che quando si danneggia una scuola viene ferita, in realtà, l'intera comunità nazionale". Allo stesso modo, quando una scuola risorge o quando un'aula viene restituita è l'intera società che ne trae beneficio.
Inizia così la lettera aperta, rivolta alla comunità cittadina e alle istituzioni, di più di 100 docenti dell'Istituto superiore "N. Garrone" di Barletta, coinvolti nell'emergenza legata alla chiusura del Polivalente.
Per spirito di doverosa concretezza non possiamo però dimenticare che la scuola è anche spazio fisico: edifici, ambienti, aule, laboratori, archivi, segreterie, palestre, auditorium, spazi per docenti, spazi aggregativi per studenti, rampe o ascensori per persone con disabilità e tanto, tanto altro ancora. Sino a qualche giorno fa, malgrado la penuria di aule che la storia recete ricorda e che già aveva visto amministratori locali, "spalluncianti", rimettere la querelle ai vari dirigenti scolastici, come se i metri cubi scolastici appartenessero a questi ultimi e come se studenti e studentesse fossero figli propri da "sistemare", gli studenti di Barletta sapevano di avere un "tetto sulla testa" e di poter andare a scuola normalmente, come tutti gli altri coetanei…
Ma al peggio non c'è mai fine! Oltre alle varie contingenze Covid-19 e ai necessari distanziamenti anche scolastici, lo scorso 24 giugno 2020 è intervenuta una nuova drammatica urgenza che non può e non deve lasciare indifferente la comunità di Barletta: nel corso di un incontro in Palazzo di Governo, alla presenza del Prefetto della provincia Bat dott. Maurizio Valiante, e del Presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto, del sindaco della città di Barletta Cosimo Cannito, della Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, Giuseppina Lotito, dei tecnici della provincia e del rappresentante dei vigili del Fuoco, si è appresa la notizia di problemi statico-strutturali a carico dei tre plessi del Polivalente di Barletta costruiti appena negli anni '90.
In due dei tre plessi, destinati alla comunità scolastica dell'IT Cassandro-Fermi-Nervi, ormai da diversi anni sono anche allocate ben 22 classi dell'IISS Nicola Garrone di Barletta. Complessivamente, circa 2000 studenti! Alla notizia sconcertante ha fatto immediato e doveroso seguito l'ordinanza di chiusura a tempo indeterminato dei tre plessi, con la prospettiva, inevitabile, di un'interdizione dell'utilizzo dello stesso anche per il prossimo e ormai imminente anno scolastico.
Ci saremmo attesi, una volta ricevuta la notizia, la rapida individuazione di soluzioni, forse anche provvisorie, da parte dell'Ente Provincia, cui è attribuita la competenza rispetto all'edilizia degli Istituti scolastici di Istruzione secondaria superiore. E invece, scongiurato il rischio di crolli e di attuali responsabilità, l'unica prospettiva formulata è stata: doppi turni per le comunità scolastiche coinvolte! In realtà, sarebbe più corretto parlare di tripli turni. Infatti, le recenti disposizioni di sicurezza conseguenti all'emergenza Covid-19, a causa dell'inidoneità degli ambienti scolastici a garantire il distanziamento richiesto in classi che contano anche 25-30 studenti, già avevano fatto presagire una possibile turnazione. Quindi, in mancanza di ambienti e di aule, la prospettiva non è più soltanto dei doppi turni, ma addirittura dei tripli turni se non, molto verosimilmente, quadrupli in orario pomeridiano e serale sino alle ore 22:00!
Provate ad immaginare cosa possa rappresentare per una famiglia gestire un menage in cui i figli debbano andare a scuola di pomeriggio, alternandosi ai compagni! Provate a immedesimarvi nei genitori di studenti e studentesse con disabilità, anche gravi, chiamati a misurarsi con servizi di trasporto, educatori, scuola pomeridiana, terapie… Una scuola che turna è una scuola che non riesce a fornire nemmeno i livelli minimi essenziali di prestazione, è una scuola in affanno, povera, che arranca, finge di offrire opportunità, ma di fatti rischia di restare formalmente adempitiva rispetto all'obbligo costituzionale di istruzione. È davvero questa la scuola che vogliamo? Anni di sacrifici buttati al vento? È possibile che ancora oggi, quando si assiste alla costruzione in pochi giorni di ospedali dotati di modernissime attrezzature, ci si senta dire che non è possibile trovare e realizzare spazi per consentire di fare scuola accettabilmente? Perché la scuola di Barletta è condannata per sempre a mendicare ambienti? Qualche pubblico amministratore, questa domanda se l'è posta? Saremmo sinceramente interessati a conoscere la risposta che si è dato.
Perché gli studenti e le studentesse di Barletta, una città nota in tutto il territorio nazionale e internazionale per la sua cultura e la sua storia, devono sentirsi cittadini e cittadine di serie B?
Perché i lavoratori e le lavoratrici della scuola, tenuti dell'apertura di spazi mentali per i propri studenti secondo il dettato ministeriale, devono poi essere costretti a lavorare in spazi fisici assolutamente inadeguati anche prima dell'emergenza? Come potranno gli studenti e le studentesse del Cassandro-Fermi-Nervi e quelli del Garrone, futuri protagonisti della vita politica e sociale, apprendere la doverosa cura che la politica e gli amministratori locali devono offrire ai propri cives, se essi stessi non ne sono oggi primi destinatari nel rispetto del diritto costituzionale all'istruzione? Siamo docenti ed educatori, il nostro compito è anche quello di contribuire, in misura determinate, a far crescere la personalità di tutti i nostri studenti, a radicare i loro valori, a definire e consolidare le loro speranze, a mettere alla prova intelligenza, socialità, creatività, a rendere ciascuno di essi un cittadino.
Non lasciateci solo in questo. Non aspettatevi che , oltre ad aprire spazi mentali, possiamo inventare anche spazi fisici. Non è nostra prerogativa costruire scuole, realizzare ambienti, dare ai nostri studenti aule, laboratori, segreterie…non chiedeteci di contendere con altre scuole brandelli di metri cubi. Non consentiteci di individuare gli spazi destinati ad altre pubbliche istruzioni. Vogliamo continuare a fare con serenità quello che la scuola deve sapere fare: preparare il domani della nostra civiltà e della nostra democrazia.
Con le parole del presidente Mattarella ci piace concludere, ricordando che quando si danneggia una scuola viene ferita, in realtà, l'intera comunità nazionale". Allo stesso modo, quando una scuola risorge o quando un'aula viene restituita è l'intera società che ne trae beneficio.