Emergenza-attentati incendiari a Barletta, il sindaco Maffei incontra l'imprenditore aggredito
Antonio Tedesco, infausto protagonista dell'episodio giovedì 19 aprile. L'incontro è avvenuto sabato 21 aprile
lunedì 23 aprile 2012
0.11
Se da un lato l'ombra del racket, a seguito dei numerosi attentati incendiari susseguitisi nelle ultime settimane, torna a farsi tristemente viva sulla città di Barletta, dall'altro le istituzioni, mentre le indagini sono in corso d'opera, assicurano almeno a parole la loro vicinanza agli imprenditori colpiti nel segno dai misfatti che stanno rendendo i sonni dei barlettani sempre meno tranquilli. Nella mattinata di sabato 21 aprile il Sindaco Maffei ha incontrato l'imprenditore barlettano Antonio Tedesco, proprietario di un'attività commerciale, nel dettaglio la "An.Te. Fashion", un'azienda di vendita all'ingrosso con sede in via Lido San Giovanni, periferia residenziale, nel mirino dei piromani nella scorsa settimana, precisamente giovedì 19 aprile: un rogo scoperto dallo stesso Tedesco, che pochi minuti prima, sempre giovedi mattina, era stato aggredito da due sconosciuti mentre si recava al lavoro.
«Appena sono venuto a conoscenza dell'atto criminoso subito dal sig. Tedesco, - ha affermato Maffei - l'ho immediatamente contattato allo scopo di incontrarlo per esprimere la mia piena solidarietà personale ed istituzionale e raccogliere il suo stato d'animo come uomo e come imprenditore. L'incontro, a cui ha partecipato anche il consigliere Enzo Delvecchio, è stato cordiale e proficuo. Ho ribadito la mia ferma volontà di difendere il sistema imprenditoriale locale, a maggior ragione quello che esprime qualità e che si dimostra volano della nostra economia con ottime possibilità anche per il futuro. Come Amministrazione non possiamo permettere che sia danneggiato da nessuno e, per questo, ci faremo carico di sollecitare la Prefettura e le Forze dell'Ordine affinché l'azione sia ancora più incisiva ed efficace. Da questa crisi si può uscire sono con la totale sinergia tra imprenditori ed istituzioni. Questo connubio – ha concluso Maffei - può preservare la città, non solo, dal perdere altri posti di lavoro, cosa che non possiamo assolutamente consentire, ma di innescare processi positivi tesi a creare nuovi sbocchi occupazionali».
Tracce di liquido infiammabile all'esterno dei locali, sempre sulle saracinesche, danni diffusi (questa volta fortunatamente solo all'esterno del locale), residenti nelle vicinanze in allarme, fiamme alte che illuminano- ahinoi- a giorno la notte di alcune vie di Barletta, e la diffusa e inquietante sensazione che il pizzo stia tornando a bussare alle porte dei commercianti della nostra città. E' questo il triste film che da qualche tempo si sta ripetendo all'ombra di Eraclio: la notte di Pasqua era stato il turno del centro medico fisioterapico "BIOS" in via San Samuele, ma 24 ore prima un'altra attvità commerciale, stavolta un bar, come già accaduto con il Bar "Royal", sito al numero civico 81 di via Dicuonzo, nel quartiere "Sette Frati", il 6 aprile, e ancora prima al Bar "Fuego" preso di mira da quelli che ormai possono essere definiti con certezza attentatori, seppure ancora ignoti. Il triste "apripista" a questa ondata di attentati incendiari era stato il tentativo di incendio, risalente a martedì 3 aprile, avvenuto in via Prascina all'ingresso della sede legale e amministrativa di una nota maglieria.
L'imprenditore barlettano ha apprezzato il gesto di vicinanza delle istituzioni, sebbene consapevole che i passi da fare siano davvero ancora tanti. «L'incontro di oggi mi dà più fiducia, e sentire le istituzioni così vicine rafforza in me la convinzione di non mollare. La voglia di andare avanti nella mia città è immutata e, sono certo, che con il sostegno dell'Amministrazione, tutto il tessuto economico riuscirà a trovare le energie per superare il difficile momento che stiamo attraversando. Noi continueremo ad impegnarci incessantemente per esportare la qualità del nostro lavoro e i risultati sino ad oggi ci hanno dato ragione». Ora più che mai, è necessario che le istituzioni siano vicine agli imprenditori, per evitare che quella già scarsa (per la crisi economica) voglia di investire al Sud sia affondata dalla mancanza delle certezze necessarie sul piano della sicurezza.
(Twitter @GuerraLuca88)
«Appena sono venuto a conoscenza dell'atto criminoso subito dal sig. Tedesco, - ha affermato Maffei - l'ho immediatamente contattato allo scopo di incontrarlo per esprimere la mia piena solidarietà personale ed istituzionale e raccogliere il suo stato d'animo come uomo e come imprenditore. L'incontro, a cui ha partecipato anche il consigliere Enzo Delvecchio, è stato cordiale e proficuo. Ho ribadito la mia ferma volontà di difendere il sistema imprenditoriale locale, a maggior ragione quello che esprime qualità e che si dimostra volano della nostra economia con ottime possibilità anche per il futuro. Come Amministrazione non possiamo permettere che sia danneggiato da nessuno e, per questo, ci faremo carico di sollecitare la Prefettura e le Forze dell'Ordine affinché l'azione sia ancora più incisiva ed efficace. Da questa crisi si può uscire sono con la totale sinergia tra imprenditori ed istituzioni. Questo connubio – ha concluso Maffei - può preservare la città, non solo, dal perdere altri posti di lavoro, cosa che non possiamo assolutamente consentire, ma di innescare processi positivi tesi a creare nuovi sbocchi occupazionali».
Tracce di liquido infiammabile all'esterno dei locali, sempre sulle saracinesche, danni diffusi (questa volta fortunatamente solo all'esterno del locale), residenti nelle vicinanze in allarme, fiamme alte che illuminano- ahinoi- a giorno la notte di alcune vie di Barletta, e la diffusa e inquietante sensazione che il pizzo stia tornando a bussare alle porte dei commercianti della nostra città. E' questo il triste film che da qualche tempo si sta ripetendo all'ombra di Eraclio: la notte di Pasqua era stato il turno del centro medico fisioterapico "BIOS" in via San Samuele, ma 24 ore prima un'altra attvità commerciale, stavolta un bar, come già accaduto con il Bar "Royal", sito al numero civico 81 di via Dicuonzo, nel quartiere "Sette Frati", il 6 aprile, e ancora prima al Bar "Fuego" preso di mira da quelli che ormai possono essere definiti con certezza attentatori, seppure ancora ignoti. Il triste "apripista" a questa ondata di attentati incendiari era stato il tentativo di incendio, risalente a martedì 3 aprile, avvenuto in via Prascina all'ingresso della sede legale e amministrativa di una nota maglieria.
L'imprenditore barlettano ha apprezzato il gesto di vicinanza delle istituzioni, sebbene consapevole che i passi da fare siano davvero ancora tanti. «L'incontro di oggi mi dà più fiducia, e sentire le istituzioni così vicine rafforza in me la convinzione di non mollare. La voglia di andare avanti nella mia città è immutata e, sono certo, che con il sostegno dell'Amministrazione, tutto il tessuto economico riuscirà a trovare le energie per superare il difficile momento che stiamo attraversando. Noi continueremo ad impegnarci incessantemente per esportare la qualità del nostro lavoro e i risultati sino ad oggi ci hanno dato ragione». Ora più che mai, è necessario che le istituzioni siano vicine agli imprenditori, per evitare che quella già scarsa (per la crisi economica) voglia di investire al Sud sia affondata dalla mancanza delle certezze necessarie sul piano della sicurezza.
(Twitter @GuerraLuca88)