Ei fu, estate barlettana…
Siccome immobile, dato il (quasi) mortal sospiro. Incongruenze e assenze all’ombra di Eraclio
giovedì 30 agosto 2012
La nostra amata Barletta, per definizione la "Città della Disfida", potrebbe a ragion veduta essere inclusa tra le città a forte impatto turistico, sia per il grande patrimonio artistico-culturale che può vantare, sia per l'enorme potenziale dei due litorali. Già, potrebbe. Usiamo a malincuore questo condizionale, un condizionale che esprime amarezza, che traduce un "poteva essere ma in realtà non è". L'estate sta finendo, cantavano i Righeira, ma se vogliamo tracciare un resoconto dell'estate barlettana, sarebbe fallimentare, a dir poco. Solitamente le stagioni estive sono arricchite da eventi di ogni tipo, capaci di attirare turisti e appassionati. Qualche anno fa, i più critici affermavano: "a Barletta non ci sono le strutture adatte, non possiamo tenere concerti qui". Ora che anche Barletta ha il suo "Pala-concerti" (come altro definire il Pala-Borgia?), e che anche il fossato del Castello può essere utilizzato per eventi musicali (per non parlare di altre location che non sono mai state prese in considerazione), a Barletta mancano la "materia prima", gli eventi stessi.
Qualche estate fa, Barletta aveva ospitato artisti di caratura nazionale che avevano animato le calde sere. Cosa è rimasto di quelle sere, di cotanto movimento turistico? Solo il caldo, a quanto pare. Siamo ormai al termine di questa afosa estate 2012, ma Barletta curiosamente non ha ancora ospitato un evento degno di nota. Tramite una deliberazione risalente al 7 febbraio scorso, la Giunta Comunale ha dettato delle linee guida a cui attenersi per formulare delle proposte: si parla di maxi-concerti, di iniziative gratuite, di iniziative in grado di attirare pubblico. Dovunque, ma non a Barletta, evidentemente. E pensare che a pochi chilometri di distanza, perfino una località non propriamente turistica come San Giovanni Rotondo ha organizzato una serie di eventi estivi. E Barletta? Troppo complicato o forse troppo costoso?
Per non parlare, poi, del lato culturale: quale città, che può lontanamente definirsi "turistica", può permettersi di tenere chiuse le sue attrattive principali in giornate solitamente favorevoli alle visite dei turisti? Evidentemente, a Barletta si preferisce un tuffo in acqua. Bisognerà solo avvisare il turista che a Barletta il bagno si fa nelle fontane, e non a mare, visto che tra rifiuti vari ed eventuali le nostre acque hanno progressivamente preso un preoccupante colore giallognolo. Dopo il salutare bagno, magari il turista vorrà riposarsi prima della grande "movida" barlettana. E cosa c'è di meglio di un riposino dalle parti di via Enrico Fermi, con vista sull'orto botanico ricco più di punti interrogativo che di piante e con l'olfatto intasato dai odori "gentili" provenienti dai tombini? Il livello culturale viene tenuto ad alta quota (è proprio il caso di dirlo) dai pali che da quasi 2 mesi stazionano in corso Vittorio Emanuele: non sarà forse possibile utilizzare i pali per guardare dritto negli occhi il simpatico e longevo Colosso di nome Eraclio?
Povero Colosso, ne ha viste di "sfide" lui. A proposito di Disfida, tornando su uno dei temi cardini di questa analisi, Barletta sarebbe anche Città della Disfida. Ma da quanti anni Barletta non ospita rievocazioni storiche degne di nota del noto episodio cavalleresco tra iberici e transalpini? All'epoca, calcava i campi di calcio ancora il geniale Zidane, proprio lui, l'uomo della "testata". Basterebbe probabilmente anche meno per risvegliare questa città dal torpore, da questo preoccupante stato di coma vegetativo. E che dire della "movida"? Si è ridotta a ben poco, purtroppo, considerato che gran parte dei barlettani sono costretti ad "emigrare" temporaneamente nelle città limitrofe. Perché a Barletta, purtroppo, la musica da fastidio…
Cosa rimane, dunque, da offrire al povero turista affamato di cultura (e non solo)? Poco altro, solo una bella grigliata sulla litoranea, o magari nei pressi dell'ospedale. E così, quel povero turista saluterà sconsolato la Città della Disfida, mentre gli "indigeni" continueranno a domandarsi tra le impervie vie dei social network: Cosa non va a Barletta? Gli stessi cittadini, probabilmente. Intanto, ei fu, povera estate barlettana, dato il mortal sospiro. Salutiamo l'estate barlettana, proprio come si saluta il sole al tramonto: verrà la notte, ma la speranza è che, prima o poi il cielo diventi sereno.
Qualche estate fa, Barletta aveva ospitato artisti di caratura nazionale che avevano animato le calde sere. Cosa è rimasto di quelle sere, di cotanto movimento turistico? Solo il caldo, a quanto pare. Siamo ormai al termine di questa afosa estate 2012, ma Barletta curiosamente non ha ancora ospitato un evento degno di nota. Tramite una deliberazione risalente al 7 febbraio scorso, la Giunta Comunale ha dettato delle linee guida a cui attenersi per formulare delle proposte: si parla di maxi-concerti, di iniziative gratuite, di iniziative in grado di attirare pubblico. Dovunque, ma non a Barletta, evidentemente. E pensare che a pochi chilometri di distanza, perfino una località non propriamente turistica come San Giovanni Rotondo ha organizzato una serie di eventi estivi. E Barletta? Troppo complicato o forse troppo costoso?
Per non parlare, poi, del lato culturale: quale città, che può lontanamente definirsi "turistica", può permettersi di tenere chiuse le sue attrattive principali in giornate solitamente favorevoli alle visite dei turisti? Evidentemente, a Barletta si preferisce un tuffo in acqua. Bisognerà solo avvisare il turista che a Barletta il bagno si fa nelle fontane, e non a mare, visto che tra rifiuti vari ed eventuali le nostre acque hanno progressivamente preso un preoccupante colore giallognolo. Dopo il salutare bagno, magari il turista vorrà riposarsi prima della grande "movida" barlettana. E cosa c'è di meglio di un riposino dalle parti di via Enrico Fermi, con vista sull'orto botanico ricco più di punti interrogativo che di piante e con l'olfatto intasato dai odori "gentili" provenienti dai tombini? Il livello culturale viene tenuto ad alta quota (è proprio il caso di dirlo) dai pali che da quasi 2 mesi stazionano in corso Vittorio Emanuele: non sarà forse possibile utilizzare i pali per guardare dritto negli occhi il simpatico e longevo Colosso di nome Eraclio?
Povero Colosso, ne ha viste di "sfide" lui. A proposito di Disfida, tornando su uno dei temi cardini di questa analisi, Barletta sarebbe anche Città della Disfida. Ma da quanti anni Barletta non ospita rievocazioni storiche degne di nota del noto episodio cavalleresco tra iberici e transalpini? All'epoca, calcava i campi di calcio ancora il geniale Zidane, proprio lui, l'uomo della "testata". Basterebbe probabilmente anche meno per risvegliare questa città dal torpore, da questo preoccupante stato di coma vegetativo. E che dire della "movida"? Si è ridotta a ben poco, purtroppo, considerato che gran parte dei barlettani sono costretti ad "emigrare" temporaneamente nelle città limitrofe. Perché a Barletta, purtroppo, la musica da fastidio…
Cosa rimane, dunque, da offrire al povero turista affamato di cultura (e non solo)? Poco altro, solo una bella grigliata sulla litoranea, o magari nei pressi dell'ospedale. E così, quel povero turista saluterà sconsolato la Città della Disfida, mentre gli "indigeni" continueranno a domandarsi tra le impervie vie dei social network: Cosa non va a Barletta? Gli stessi cittadini, probabilmente. Intanto, ei fu, povera estate barlettana, dato il mortal sospiro. Salutiamo l'estate barlettana, proprio come si saluta il sole al tramonto: verrà la notte, ma la speranza è che, prima o poi il cielo diventi sereno.