«Egregio Preside», meno religione, più laicità
Lettera aperta del referente dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
sabato 19 settembre 2015
Il referente dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti della Bat Giuseppe Ruggieri ha inviato a tutti i dirigenti scolastici della sesta provincia un lettera aperta nella quale viene espressamente richiesta la massima laicità delle scuole e delle attività alternative per gli alunni che non vogliono prendere parte all'ora di religione.
«Egregio Dirigente, è da pochi giorni iniziato l'anno scolastico e per la prima volta il presidio della nostra associazione si rivolge ai Prèsidi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado della provincia di Barletta-Andria-Trani. Alcuni episodi occorsi in questi primi giorni ci hanno suggerito di rivolgerci a Voi, nel rispetto dei ruoli e dell'Autorità che ricoprite, con una lettera che vuole affrontare alcune questioni che hanno a che fare con il Vostro delicato compito di educatori. In primo luogo, l'UAAR si batte da sempre per la laicità dello Stato e delle sue Istituzioni, tra cui senz'altro primeggia la scuola». Il lungo incipt della lettera del referente dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti della Bat Giuseppe Ruggieri ben spiega i valori a cui si ispira.
«Un valore, quello della laicità - continua Ruggieri - che la Corte Costituzionale ha definito "principio supremo dello Stato repubblicano" (sentenza 203/1989), che perciò riguarda tutti, e che ci auguriamo venga rispettato in un ambiente sensibile e sempre più multiculturale come quello in cui operate. Una società pluralista e inclusiva si arricchisce infatti del contributo di tutti, garantendo lo scambio e il rispetto reciproco, senza l'imposizione di una data visione del mondo. In quest'ottica ci colpisce molto la scelta di alcuni Dirigenti della nostra provincia di invitare sacerdoti per improbabili "benedizioni" durante le attività di benvenuto e integrazione previste nei primi giorni di scuola: si tratta di una palese violazione del carattere laico della scuola e di quel principio supremo dello Stato, che non esiteremo a condannare ogni volta che episodi analoghi dovessero ripetersi. Nel suo impegno a combattere tutte le discriminazioni, specie quelle di matrice religiosa, l'UAAR sta osservando con attenzione ciò che da qualche mese sta circolando tipicamente negli ambienti religiosi conservatori, riguardante la fantomatica teoria del gender (nota anche come ideologia gender, o semplicemente gender) che sarebbe inserita, tra i vari punti, nel Ddl Fedeli sulla "Buona Scuola". Chi sta invitando i genitori ad una crociata contro questa presunta iniziativa, arrivando in alcuni casi a scrivere ai Dirigenti scolastici, ha estratto strumentalmente alcune frasi dalle linee guida dell'OMS, che in realtà dicono altro ed invitano genericamente ad una maggiore conoscenza del corpo e della sessualità, in maniera progressiva e delicata, nei bambini e nei preadolescenti. Apprendimento forzato di informazioni e modelli omosessuali, azzeramento delle differenze di genere, condizionamento dell'identità sessuale dello studente, masturbazione precoce, aborto, pornografia e così via: come certamente saprà, nulla di tutto ciò è presente nel ddl "Buona Scuola", anche perché la cosiddetta "teoria del gender" non esiste.
Pochi giorni fa lo hanno ribadito duramente Davide Faraone, sottosegretario di Stato del MIUR, e il Ministo dell'Istruzione Stefania Giannini. Il testo si compone di soli 8 articoli e parla di educazione di genere, non toccando quasi per nulla l'educazione sessuale, che pure riteniamo sarebbe un tema da inserire nei programmi scolastici. Condanniamo questi questi tentativi di condizionamento diretti al Suo importante lavoro e siamo convinti che la scuola abbia il dovere di insegnare il rispetto verso il prossimo e verso le diversità, con lo scopo di ridurre gli stereotipi dei ruoli sociali, che in alcuni casi possono generare bullismo e violenza. Vorremmo infine parlarle di come l'UAAR sia da sempre attenta affinché le scuole assicurino attività alternative all'insegnamento della religione cattolica (IRC), laddove le famiglie scelgano di non avvalersene.
Alcuni genitori ci segnalano di come in alcuni casi i propri figli siano "parcheggiati" in corridoi o aule vuote, quando non si ricorra all'uscita anticipata: queste situazioni, del tutto illegali, in molti casi portano alla rinuncia dei genitori della richiesta di esonero, per paura di procurare al proprio figlio sensazioni discriminatorie. Eppure si tratta di diritti chiaramente espressi dalla giurisprudenza. Per esempio, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2749 del 7 maggio 2010, ha stabilito che «la mancata attivazione dell'insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o della famiglia, e di questo aspetto il Ministero… dovrà necessariamente farsi carico». Invece, la circolare del Ministero dell'Istruzione n. 59 del 23 luglio 2010, inerente l'Adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto per l'anno 2010/2011, evidenzia la necessità di assicurare «l'insegnamento dell'ora alternativa alla religione cattolica agli alunni interessati».
L'ordinanza del tribunale di Padova n. 1176 del 30 luglio 2010, ancora, ha stabilito che l'attivazione dei corsi alternativi costituisce «un obbligo», e che la loro mancata attivazione costituisce «un comportamento discriminatorio illegittimo», fonte di responsabilità risarcitoria per l'Istituto scolastico. Infine, il MIUR, con nota del 22 marzo 2011, ha trasmesso alle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado le indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato sul pagamento delle attività didattiche alternative all'insegnamento della religione cattolica. Il parere, concordato tra il MIUR e il MEF, ribadisce che la scelta di genitori e alunni di avvalersi delle attività didattiche alternative alla religione cattolica rende le stesse un «servizio strutturale obbligatorio», da pagare «a mezzo dei ruoli di spesa fissa». Come anticipato da diversi Uffici Scolastici Regionali, risulta certificato dai due ministeri competenti che i costi dell'ora alterativa sono coperti dallo Stato e non gravano sui singoli istituti scolastici. Ci auguriamo che nel Suo istituto possano essere previste tali attività alternative, e le ricordiamo che l'UAAR resterà gratuitamente a disposizione di tutti i genitori che ad essa si rivolgeranno in caso di mancata attuzione delle stesse. Nell'augurarLe, infine, il nostro "buon lavoro" per il non facile compito che l'aspetta, Le ricordiamo che il gruppo provinciale resta a Sua disposizione per confronti e approfondimenti, così come il sito www.uaar.it».
«Egregio Dirigente, è da pochi giorni iniziato l'anno scolastico e per la prima volta il presidio della nostra associazione si rivolge ai Prèsidi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado della provincia di Barletta-Andria-Trani. Alcuni episodi occorsi in questi primi giorni ci hanno suggerito di rivolgerci a Voi, nel rispetto dei ruoli e dell'Autorità che ricoprite, con una lettera che vuole affrontare alcune questioni che hanno a che fare con il Vostro delicato compito di educatori. In primo luogo, l'UAAR si batte da sempre per la laicità dello Stato e delle sue Istituzioni, tra cui senz'altro primeggia la scuola». Il lungo incipt della lettera del referente dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti della Bat Giuseppe Ruggieri ben spiega i valori a cui si ispira.
«Un valore, quello della laicità - continua Ruggieri - che la Corte Costituzionale ha definito "principio supremo dello Stato repubblicano" (sentenza 203/1989), che perciò riguarda tutti, e che ci auguriamo venga rispettato in un ambiente sensibile e sempre più multiculturale come quello in cui operate. Una società pluralista e inclusiva si arricchisce infatti del contributo di tutti, garantendo lo scambio e il rispetto reciproco, senza l'imposizione di una data visione del mondo. In quest'ottica ci colpisce molto la scelta di alcuni Dirigenti della nostra provincia di invitare sacerdoti per improbabili "benedizioni" durante le attività di benvenuto e integrazione previste nei primi giorni di scuola: si tratta di una palese violazione del carattere laico della scuola e di quel principio supremo dello Stato, che non esiteremo a condannare ogni volta che episodi analoghi dovessero ripetersi. Nel suo impegno a combattere tutte le discriminazioni, specie quelle di matrice religiosa, l'UAAR sta osservando con attenzione ciò che da qualche mese sta circolando tipicamente negli ambienti religiosi conservatori, riguardante la fantomatica teoria del gender (nota anche come ideologia gender, o semplicemente gender) che sarebbe inserita, tra i vari punti, nel Ddl Fedeli sulla "Buona Scuola". Chi sta invitando i genitori ad una crociata contro questa presunta iniziativa, arrivando in alcuni casi a scrivere ai Dirigenti scolastici, ha estratto strumentalmente alcune frasi dalle linee guida dell'OMS, che in realtà dicono altro ed invitano genericamente ad una maggiore conoscenza del corpo e della sessualità, in maniera progressiva e delicata, nei bambini e nei preadolescenti. Apprendimento forzato di informazioni e modelli omosessuali, azzeramento delle differenze di genere, condizionamento dell'identità sessuale dello studente, masturbazione precoce, aborto, pornografia e così via: come certamente saprà, nulla di tutto ciò è presente nel ddl "Buona Scuola", anche perché la cosiddetta "teoria del gender" non esiste.
Pochi giorni fa lo hanno ribadito duramente Davide Faraone, sottosegretario di Stato del MIUR, e il Ministo dell'Istruzione Stefania Giannini. Il testo si compone di soli 8 articoli e parla di educazione di genere, non toccando quasi per nulla l'educazione sessuale, che pure riteniamo sarebbe un tema da inserire nei programmi scolastici. Condanniamo questi questi tentativi di condizionamento diretti al Suo importante lavoro e siamo convinti che la scuola abbia il dovere di insegnare il rispetto verso il prossimo e verso le diversità, con lo scopo di ridurre gli stereotipi dei ruoli sociali, che in alcuni casi possono generare bullismo e violenza. Vorremmo infine parlarle di come l'UAAR sia da sempre attenta affinché le scuole assicurino attività alternative all'insegnamento della religione cattolica (IRC), laddove le famiglie scelgano di non avvalersene.
Alcuni genitori ci segnalano di come in alcuni casi i propri figli siano "parcheggiati" in corridoi o aule vuote, quando non si ricorra all'uscita anticipata: queste situazioni, del tutto illegali, in molti casi portano alla rinuncia dei genitori della richiesta di esonero, per paura di procurare al proprio figlio sensazioni discriminatorie. Eppure si tratta di diritti chiaramente espressi dalla giurisprudenza. Per esempio, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2749 del 7 maggio 2010, ha stabilito che «la mancata attivazione dell'insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o della famiglia, e di questo aspetto il Ministero… dovrà necessariamente farsi carico». Invece, la circolare del Ministero dell'Istruzione n. 59 del 23 luglio 2010, inerente l'Adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto per l'anno 2010/2011, evidenzia la necessità di assicurare «l'insegnamento dell'ora alternativa alla religione cattolica agli alunni interessati».
L'ordinanza del tribunale di Padova n. 1176 del 30 luglio 2010, ancora, ha stabilito che l'attivazione dei corsi alternativi costituisce «un obbligo», e che la loro mancata attivazione costituisce «un comportamento discriminatorio illegittimo», fonte di responsabilità risarcitoria per l'Istituto scolastico. Infine, il MIUR, con nota del 22 marzo 2011, ha trasmesso alle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado le indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato sul pagamento delle attività didattiche alternative all'insegnamento della religione cattolica. Il parere, concordato tra il MIUR e il MEF, ribadisce che la scelta di genitori e alunni di avvalersi delle attività didattiche alternative alla religione cattolica rende le stesse un «servizio strutturale obbligatorio», da pagare «a mezzo dei ruoli di spesa fissa». Come anticipato da diversi Uffici Scolastici Regionali, risulta certificato dai due ministeri competenti che i costi dell'ora alterativa sono coperti dallo Stato e non gravano sui singoli istituti scolastici. Ci auguriamo che nel Suo istituto possano essere previste tali attività alternative, e le ricordiamo che l'UAAR resterà gratuitamente a disposizione di tutti i genitori che ad essa si rivolgeranno in caso di mancata attuzione delle stesse. Nell'augurarLe, infine, il nostro "buon lavoro" per il non facile compito che l'aspetta, Le ricordiamo che il gruppo provinciale resta a Sua disposizione per confronti e approfondimenti, così come il sito www.uaar.it».