Edilizia residenziale pubblica: il primo "ok" del consiglio regionale
Maggiori poteri ai Comuni e novità per graduatorie e subentri
giovedì 13 marzo 2014
Il Consiglio regionale ha approvato i primi 19 articoli del disegno di legge "nuova disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica". Quella all'attenzione del Consiglio regionale è una norma organica proposta dall'assessore e vicepresidente Angela Barbanente, resa possibile anche dalla competenza esclusiva delle Regioni nella materia dell'edilizia residenziale pubblica, che abroga la precedente disciplina organica (legge 54 del 1984) e ben cinque integrazioni e modifiche successive. "Quella preesistente si è rivelata nei lunghi anni di applicazione una buona legge – ha spiegato il presidente della V Commissione Donato Pentassuglia – capace di garantire la tutela degli inquilini tenendo altresì conto delle esigenze di efficace ed efficiente gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, anche a seguito delle novità non solo normative, ma anche e soprattutto riferite all'architettura costituzionale della Repubblica, è stata più volte emendata ed integrata". A seguito delle modifiche intervenute negli anni si sono presentate difficoltà interpretative che ne hanno reso non agevole ed omogenea l'applicazione. Di qui la necessità di rivisitazione della materia con una norma organica.
Tra le innovazioni introdotte l'attribuzione di maggiori poteri ai Comuni in materia di assegnazione degli alloggi, in ossequio al principio di sussidiarietà; l'aggiornamento alle attuali condizioni socio economiche e standard abitativi dei punteggi da attribuire per la formazione delle graduatorie; l'attribuzione esclusivamente ai componenti il nucleo familiare della possibilità di subentro nell'alloggio; la fissazione di una penalità agli assegnatari che non aderiscono alla mobilità negli alloggi; l'introduzione dell'istituto della morosità incolpevole.
Tra le innovazioni introdotte l'attribuzione di maggiori poteri ai Comuni in materia di assegnazione degli alloggi, in ossequio al principio di sussidiarietà; l'aggiornamento alle attuali condizioni socio economiche e standard abitativi dei punteggi da attribuire per la formazione delle graduatorie; l'attribuzione esclusivamente ai componenti il nucleo familiare della possibilità di subentro nell'alloggio; la fissazione di una penalità agli assegnatari che non aderiscono alla mobilità negli alloggi; l'introduzione dell'istituto della morosità incolpevole.
«In consiglio regionale abbiamo approvato quasi la metà degli articoli del disegno di legge sulla disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale e pubblica, arrivando al numero 19, su 45» afferma il barlettano Franco Pastore, consigliere regionale.
«L'articolo 20, infatti, è stato ritirato dall'assessore Barbanente per essere rimodulato in V Commissione, di cui faccio parte. Tanto che, all'inizio della discussione, in discussione, proprio su quell'articolo avevo proposto un emendamento per modificare la parte in cui prevedeva che i comuni, in deroga, potessero assegnare alloggi popolari occupati abusivamente nel caso in cui chi gli inquilini, se pure abusivi, avessero i requisiti per starci, a prescindere dalle graduatorie. Ora quell'articolo è stato ritirato ed è da riformulare ma voglio, comunque, sottolineare il principio della mia contrarietà. Se si facesse in quel modo le graduatorie non scorrerebbero più, oltre al particolare, non trascurabile, che una istituzione non può e non deve suggellare e incoraggiare situazioni di illegalità.
Per il resto, quella che stiamo approvando è una norma organica importantissima, nella quale ruolo dei comuni è rafforzato, per esempio nella previsione dei criteri di assegnazione degli alloggi, in cui ci sono elementi anche di responsabilizzazione degli inquilini, commissioni di conciliazione per comporre le vertenze condominiali e deroghe agli sfratti, sulla base della valutazione dello stato di bisogno e del regolamento di cui si doteranno i Comuni. E poi è una legge trasparente, che non lascia spazio a equivoci e opacità applicative.
«L'articolo 20, infatti, è stato ritirato dall'assessore Barbanente per essere rimodulato in V Commissione, di cui faccio parte. Tanto che, all'inizio della discussione, in discussione, proprio su quell'articolo avevo proposto un emendamento per modificare la parte in cui prevedeva che i comuni, in deroga, potessero assegnare alloggi popolari occupati abusivamente nel caso in cui chi gli inquilini, se pure abusivi, avessero i requisiti per starci, a prescindere dalle graduatorie. Ora quell'articolo è stato ritirato ed è da riformulare ma voglio, comunque, sottolineare il principio della mia contrarietà. Se si facesse in quel modo le graduatorie non scorrerebbero più, oltre al particolare, non trascurabile, che una istituzione non può e non deve suggellare e incoraggiare situazioni di illegalità.
Per il resto, quella che stiamo approvando è una norma organica importantissima, nella quale ruolo dei comuni è rafforzato, per esempio nella previsione dei criteri di assegnazione degli alloggi, in cui ci sono elementi anche di responsabilizzazione degli inquilini, commissioni di conciliazione per comporre le vertenze condominiali e deroghe agli sfratti, sulla base della valutazione dello stato di bisogno e del regolamento di cui si doteranno i Comuni. E poi è una legge trasparente, che non lascia spazio a equivoci e opacità applicative.