«Dopo anni di silenzio, si ammette che il depuratore non è adeguato alla città»

Nota del geologo Dellisanti su una delle cause più scure dell'inquinamento di Ponente. Problemi per la costa e gli agricoltori

mercoledì 20 luglio 2011
A cura di Michele Sarcinelli
Egregio dott. Dellisanti, pubblicando la Sua nota riguardante uno dei mali più oscuri e difficilmente diagnosticabili di questa città, poichè l'accesso all'impianto di depurazione e affinamento delle acque, come Lei ben sa, è off limit non solo ai giornalisti ma agli stessi rsponsabili comunali, La ringraziamo per la professionale e generosa azione di tutela che compie. Anche le nuove perplessità che introduce in questa ennessima denuncia sono preziosi moniti per l'immediato futuro che sì, devono preoccuparci in materia ambientale. Per ora noi "leggiamo" la Sua rumorosa grancassa che tanto ha già prodotto in termini di denuncia, poi continueremo a monitorare i proclami ad oggi indefiniti dei musicanti politici.

Egregio Direttore,
Ho appreso che il tavolo tecnico per la gestione dell'impianto di affinamento delle acque reflue, provenienti dal nostro impianto di depurazione si è finalmente insediato e che, forse, a fine settembre dopo oltre due anni di ritardo l'impianto di affinamento delle acque reflue dovrebbe entrare in funzione. Finalmente dopo anni e anni di silenzio, dopo diverse denunce di cittadini che notavano "strani oggetti " galleggiare nel mare di ponente, si ammette che il depuratore cittadino non è adeguato allo sviluppo della città, come ho più volte scritto e ampiamente documentato nel mio saggio, si veda pagg. 112-113 " Le Risorse dell'Ofanto " Ed. 2009 – Stilo Editrice – Bari. Ora, si ammette, tra mezze frasi che la principale causa dell'inquinamento della litoranea di ponente è determinata dal sottodimensionamento dell'impianto di depurazione! A questo punto sorge spontanea una domanda: «E se gli agricoltori non volessero le acque provenienti dall'impianto di affinamento».

E' noto che non sempre l'elevata quantità di nutrienti garantisce una corretta gestione dell'attività agricola, le piante e il terreno potrebbero essere sottoposte ad un notevole stress oltre ad una salificazione del suolo, infatti la parte dei nutrienti non assorbita rimarrebbe sul suolo formando uno strato salino superficiale biancastro che nel tempo produrrebbe l'inaridimento del suolo. Inoltre, aspetto di non poco conto, questa acqua " depurata " sarà, probabilmente, gestita vista la presenza al tavolo tecnico, di diversi Enti tra i quali: Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia, Aqp, Aato, Arif, e conseguentemente essa avrebbe un costo che graverebbe sugli utilizzatori. Gli agricoltori sono disposti a sobbarcarsi questo ulteriore onere, quando dai loro pozzi prelevano acqua con costi decisamente più bassi? E in caso di mancato utilizzo, (mica si può concimare e utilizzare tutti i giorni l'acqua dell'impianto di affinamento), che fine farebbe questa acqua che già per stessa ammissione dei politici e tecnici non è adatta ad irrigare poiché la quantità di fosforo e azoto nelle acque trattate dall'impianto supera il limite di legge? Finirebbe come sempre nel nostro mare? Con l'aggravante che con le acque affinate si ha una maggiore concentrazione dei nutrienti fosforo (proveniente dai detersivi domestici) e azoto (proveniente dall'urea umana e animale) e la maggiore concentrazione di questi sali finirebbe per aggravare il già preoccupante fenomeno dell'eutrofizzazione che interessa la nostra costa.

Ora, egregio Direttore, Lei mi dirà «questi non sono problemi dell'oggi, sono problemi del domani». Certo, per ora l'importante è tagliare nastri e suonare la gran cassa, poi … si vedrà.

Finalmente si ammette che la principale causa dell'inquinamento, della litoranea di ponente, è causato dal sottodimensionamento dell'impianto di depurazione!

geol. Ruggiero Maria Dellisanti