Dimensionamento della rete scolastica, scrive la dirigente della "Baldacchini"
Chiarezza sul senso degli accorpamenti e delle recenti polemiche
giovedì 4 dicembre 2014
«E' opportuno e doveroso fornire un chiarimento in merito ai problemi relativi al dimensionamento della rete scolastica e spiegare definitivamente alcune criticità. A seguito di recenti avvenimenti, articoli su quotidiani e servizi apparsi su emittenti televisive locali si è colto solo una parte del problema, senza conoscerlo nella sua globalità e complessità. Si è molto discusso sulla proposta dell'accorpamento orizzontale tra la scuola Montalcini, facente attualmente parte del Comprensivo Mennea, e la Scuola Secondaria di 1° grado Baldacchini, soffermandosi in particolare su questioni numeriche, e non investigando sulle ragioni di una tale proposta o sulla situazione più ampia del riordino della rete scolastica cittadina». A scrivere è la dirigente della scuola secondaria di primo grado "S. Baldacchini" Francesca M. Capuano, in merito al problema del dimensionamento scolastico che in questi ultimi giorni sta interessando l'opinione pubblica barlettana e che vede coinvolta anche la scuola secondaria "Baldacchini": con questa riflessione la dirigente cerca di far chiarezza sulla questione, sottolineando le origini della polemica e facendo luce su alcuni aspetti di particolare importanza per gli alunni.
«Per una comprensione esauriente della questione, per cominciare, è necessario partire da una considerazione: esiste una situazione di difficoltà e di sofferenza che attualmente coinvolge non una, ma quattro Istituzioni Scolastiche della nostra città, di cui ben tre Scuole Secondarie di 1° grado (una quarta, purtroppo, è già sottodimensionata), che hanno un numero di iscrizioni pari o di poco superiore a 600 ( numero minimo richiesto per conservare l'autonomia scolastica). E' necessario, pertanto, un ripensamento dell'attuale assetto della rete scolastica con un piano organico di riordino che procedendo "ad un tendenziale riequilibrio tra le istituzioni scolastiche", conferisca stabilità nel tempo alle scuole, evitando di creare, come previsto nelle recenti Linee Guida diramate dalla Regione, sia scuole iperdimensionate, sia scuole sottodimensionate. Proprio per evitare che istituzioni scolastiche. che hanno fatto la storia della nostra città rischino il sottodimensionamento, le Scuole hanno prodotto, in pieno accordo con le predette Linee Guida, proposte di accorpamenti verticali (Circoli Didattici + Scuole Medie) e/o orizzontali (Scuole Medie tra loro). Occorre rilevare che in nessun modo le Linee Guida parlano di "intoccabilità dei comprensivi"; piuttosto si consiglia di privilegiare le verticalizzazioni delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo in istituti comprensivi, non escludendo le aggregazioni orizzontali "ove non ricorrano le condizioni per le aggregazioni verticali".
Dalle proposte elaborate dalle scuole sono emerse sia ipotesi di verticalizzazione, sia ipotesi di aggregazioni orizzontali. Chi ha sostenuto la verticalizzazione lo ha fatto ritenendo di preservare in tal modo la continuità didattica. Chi ha privilegiato le aggregazioni orizzontali ha creduto nella bontà di un'organizzazione cittadina basata su circoli didattici e scuole secondarie di 1° grado. Bisogna qui considerare un dato molto importante relativo alla natalità: c'è un trend molto negativo che porterà nel giro di pochi anni a passare da 1220 a 880 nati. Se a Barletta si istituissero 9 istituti.comprensivi., tra 4 anni ciascuno di essi non avrebbe neanche 100 alunni iscritti alla classe prima media, con conseguenti problemi nella gestione degli organici: infatti gli insegnanti che hanno 2 o 3 ore (francese, arte, tecnologia, ed. fisica, inglese) sarebbero costretti a stare su più scuole per completare l'orario con grandi difficoltà per l'organizzazione dell'attività delle scuole stesse. Proprio queste sono state le motivazioni che hanno portato alle proposte di aggregazioni orizzontali; in proposito, va osservato che non una, ma tre sono state le proposte di aggregazione orizzontale e solo una ha suscitato molto, forse troppo, clamore, perdendo di vista il problema centrale: non una diatriba sterile tra due scuole, ma ridisegnare la rete scolastica preservando l'autonomia di 4 Istituzioni Scolastiche. Vale la pena di ricordare che l'autonomia garantisce la qualità del servizio agli studenti e alle loro famiglie, è una priorità e va preservata.
Non è un caso poi che siano proprio le scuole medie ad avvertire maggiormente le conseguenze del calo demografico. In effetti occorre rammentare che tre anni fa, dopo l'approvazione della L. 111/2011, che imponeva alle Regioni di istituire istituti comprensivi., la Giunta Comunale approvò un piano che in tre anni avrebbe dovuto portare alla realizzazione di nove comprensivi sul territorio cittadino. Nell'anno scolastico 2012/13 sono partiti soltanto due Istituti Comprensivi, il Musti-Dimiccoli e quello S. Domenico Savio-Dimiccoli (attuale Pietro Mennea) con la motivazione principale di allocare i corsi della Scuola Media Dimiccoli, allora sottodimensionata, evitando che la stessa finisse nuovamente in reggenza. Il piano triennale di istituzione dei comprensivi, però, non si è più realizzato nella sua totalità a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che, accogliendo il ricorso delle Regioni, ha ribadito che non lo Stato, ma le Regioni, possono legiferare in materia di dimensionamento della rete scolastica, e dunque stabilendo che non è possibile imporre alle Regioni l'istituzione dei comprensivi. Questo, tuttavia, ha creato uno squilibrio nella rete scolastica, in quanto si è realizzata una duplicazione dell'offerta formativa sul territorio: due circoli didattici, che tradizionalmente rappresentavano il naturale bacino di utenza per territorialità per quattro scuole medie, diventando istituti comprensivi, formando a loro volta classi di scuola media, hanno causato un progressivo e drastico calo delle iscrizioni alle stesse scuole medie. Questo è testimoniato dal fatto che 360 sono gli attuali iscritti di scuola media agli istituti comprensivi. Se quei 360 iscritti transitassero, mediante accorpamenti orizzontali, nelle scuole medie, gli istituti comprensivi tornerebbero circoli didattici, ripristinando il preesistente equilibrio, conservando comunque una popolazione scolastica superiore a 1000 alunni, e quattro scuole medie potrebbero conservare stabilmente la loro autonomia.
Spero, con queste mie riflessioni, di aver contribuito a chiarire i termini del problema; sull'argomento ho constatato molta disinformazione, causata anche da alcuni articoli e servizi televisivi che hanno posto in cattiva luce la Scuola che rappresento. Vorrei rassicurare gli animi, ribadendo che la Scuola Secondaria di 1° grado Baldacchini continua, come ha sempre fatto, a "volare alto", ad offrire un servizio di qualità grazie ad un P.O.F. molto articolato e ben strutturato che, tra l'altro, prevede Progetti di Musica, Arte (pittura e scultura), Teatro, Sport, Lingua straniera (lettorato di lingua inglese e francese), Scacchi, Storia e Memoria, Intercultura e Solidarietà, E-twinning, Erasmus +, Educazione ambientale, Educazione alla legalità, Viaggi d'istruzione in Italia e all'estero, Sportello di ascolto per alunni e famiglie con il supporto della Psicologa e del Mediatore familiare».
«Per una comprensione esauriente della questione, per cominciare, è necessario partire da una considerazione: esiste una situazione di difficoltà e di sofferenza che attualmente coinvolge non una, ma quattro Istituzioni Scolastiche della nostra città, di cui ben tre Scuole Secondarie di 1° grado (una quarta, purtroppo, è già sottodimensionata), che hanno un numero di iscrizioni pari o di poco superiore a 600 ( numero minimo richiesto per conservare l'autonomia scolastica). E' necessario, pertanto, un ripensamento dell'attuale assetto della rete scolastica con un piano organico di riordino che procedendo "ad un tendenziale riequilibrio tra le istituzioni scolastiche", conferisca stabilità nel tempo alle scuole, evitando di creare, come previsto nelle recenti Linee Guida diramate dalla Regione, sia scuole iperdimensionate, sia scuole sottodimensionate. Proprio per evitare che istituzioni scolastiche. che hanno fatto la storia della nostra città rischino il sottodimensionamento, le Scuole hanno prodotto, in pieno accordo con le predette Linee Guida, proposte di accorpamenti verticali (Circoli Didattici + Scuole Medie) e/o orizzontali (Scuole Medie tra loro). Occorre rilevare che in nessun modo le Linee Guida parlano di "intoccabilità dei comprensivi"; piuttosto si consiglia di privilegiare le verticalizzazioni delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo in istituti comprensivi, non escludendo le aggregazioni orizzontali "ove non ricorrano le condizioni per le aggregazioni verticali".
Dalle proposte elaborate dalle scuole sono emerse sia ipotesi di verticalizzazione, sia ipotesi di aggregazioni orizzontali. Chi ha sostenuto la verticalizzazione lo ha fatto ritenendo di preservare in tal modo la continuità didattica. Chi ha privilegiato le aggregazioni orizzontali ha creduto nella bontà di un'organizzazione cittadina basata su circoli didattici e scuole secondarie di 1° grado. Bisogna qui considerare un dato molto importante relativo alla natalità: c'è un trend molto negativo che porterà nel giro di pochi anni a passare da 1220 a 880 nati. Se a Barletta si istituissero 9 istituti.comprensivi., tra 4 anni ciascuno di essi non avrebbe neanche 100 alunni iscritti alla classe prima media, con conseguenti problemi nella gestione degli organici: infatti gli insegnanti che hanno 2 o 3 ore (francese, arte, tecnologia, ed. fisica, inglese) sarebbero costretti a stare su più scuole per completare l'orario con grandi difficoltà per l'organizzazione dell'attività delle scuole stesse. Proprio queste sono state le motivazioni che hanno portato alle proposte di aggregazioni orizzontali; in proposito, va osservato che non una, ma tre sono state le proposte di aggregazione orizzontale e solo una ha suscitato molto, forse troppo, clamore, perdendo di vista il problema centrale: non una diatriba sterile tra due scuole, ma ridisegnare la rete scolastica preservando l'autonomia di 4 Istituzioni Scolastiche. Vale la pena di ricordare che l'autonomia garantisce la qualità del servizio agli studenti e alle loro famiglie, è una priorità e va preservata.
Non è un caso poi che siano proprio le scuole medie ad avvertire maggiormente le conseguenze del calo demografico. In effetti occorre rammentare che tre anni fa, dopo l'approvazione della L. 111/2011, che imponeva alle Regioni di istituire istituti comprensivi., la Giunta Comunale approvò un piano che in tre anni avrebbe dovuto portare alla realizzazione di nove comprensivi sul territorio cittadino. Nell'anno scolastico 2012/13 sono partiti soltanto due Istituti Comprensivi, il Musti-Dimiccoli e quello S. Domenico Savio-Dimiccoli (attuale Pietro Mennea) con la motivazione principale di allocare i corsi della Scuola Media Dimiccoli, allora sottodimensionata, evitando che la stessa finisse nuovamente in reggenza. Il piano triennale di istituzione dei comprensivi, però, non si è più realizzato nella sua totalità a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che, accogliendo il ricorso delle Regioni, ha ribadito che non lo Stato, ma le Regioni, possono legiferare in materia di dimensionamento della rete scolastica, e dunque stabilendo che non è possibile imporre alle Regioni l'istituzione dei comprensivi. Questo, tuttavia, ha creato uno squilibrio nella rete scolastica, in quanto si è realizzata una duplicazione dell'offerta formativa sul territorio: due circoli didattici, che tradizionalmente rappresentavano il naturale bacino di utenza per territorialità per quattro scuole medie, diventando istituti comprensivi, formando a loro volta classi di scuola media, hanno causato un progressivo e drastico calo delle iscrizioni alle stesse scuole medie. Questo è testimoniato dal fatto che 360 sono gli attuali iscritti di scuola media agli istituti comprensivi. Se quei 360 iscritti transitassero, mediante accorpamenti orizzontali, nelle scuole medie, gli istituti comprensivi tornerebbero circoli didattici, ripristinando il preesistente equilibrio, conservando comunque una popolazione scolastica superiore a 1000 alunni, e quattro scuole medie potrebbero conservare stabilmente la loro autonomia.
Spero, con queste mie riflessioni, di aver contribuito a chiarire i termini del problema; sull'argomento ho constatato molta disinformazione, causata anche da alcuni articoli e servizi televisivi che hanno posto in cattiva luce la Scuola che rappresento. Vorrei rassicurare gli animi, ribadendo che la Scuola Secondaria di 1° grado Baldacchini continua, come ha sempre fatto, a "volare alto", ad offrire un servizio di qualità grazie ad un P.O.F. molto articolato e ben strutturato che, tra l'altro, prevede Progetti di Musica, Arte (pittura e scultura), Teatro, Sport, Lingua straniera (lettorato di lingua inglese e francese), Scacchi, Storia e Memoria, Intercultura e Solidarietà, E-twinning, Erasmus +, Educazione ambientale, Educazione alla legalità, Viaggi d'istruzione in Italia e all'estero, Sportello di ascolto per alunni e famiglie con il supporto della Psicologa e del Mediatore familiare».