Crollo di via Roma, piovono messaggi di solidarietà dopo i funerali

Rabbia e indignazione da parte di politici e associazioni. «Questo dramma ha colpito nel profondo del cuore un'intera comunità»

sabato 8 ottobre 2011
A poco più di 24 ore dalle esequie di Antonella, Giovanna, Tina, Maria e Matilde, vittime incolpevoli di un destino più crudele di ogni fervida immaginazione, il mondo della politica regionale e nazionale prosegue nell'alimentazione dell'ondata di comunicati di cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e all'intera cittadinanza barlettana.

On. Margherita Mastromauro (Componente X Commissione (Attività Produttive, Commercio e Turismo)):
«Esprimo il mio personale cordoglio alle famiglie delle vittime del crollo di Barletta e a tutti coloro che in quella tragedia sono rimasti coinvolti. Sento anche di esprimere la mia più profonda ammirazione per la cittadinanza barlettana, che ha dimostrato non solo un grande spirito di solidarietà, soprattutto nella fase di ricerca dei dispersi, ma anche una grandissima compostezza in un momento di grande dolore per l'intera comunità». Così l'on. Margherita Mastromauro del Partito Democratico partecipa al lutto cittadino di Barletta. «Non abbandoneremo le famiglie delle vittime e tutti coloro che in questa tragedia hanno perso la casa- prosegue la parlamentare pugliese del Pd- Il minimo che le istituzioni possano fare in questo momento è assicurare la massima vicinanza».


Maria Campese (Assessore Risorse Umane, Semplificazione e Sport):
«Comincio da quello più devastante: la perdita di vite umane; 4 giovani operaie intente a svolgere lavoro nero in un maglificio ubicato a piano terra e piano cantinato del fabbricato crollato, ed un'adolescente, figlia dei proprietari del maglificio. Uno dei tantissimi opifici presenti sul territorio cittadino, a conduzione pseudo-familiare, disseminati sul territorio, nei luoghi più impensabili, ovunque sia possibile installare macchinari, eludendo ogni forma di controllo e tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro. Lavoro nero accettato perché l'unico disponibile sul mercato cittadino: meno di 4 euro all'ora il compenso percepito, per passare dalle 8 alle 14 ore in ambienti inadeguati, insicuri, senza controlli; lavoro sottopagato e privo di tutele sociali. Un lavoro che dava alle giovani vittime la possibilità di sopravvivere e che, in alcuni casi, era l'unica forma di sostentamento per i propri figli».
«Lavoro nero per il quale sicuramente non si può ringraziare chi lo offre, che non può essere in alcun modo legittimato. E' questa la modernità, è questo il nuovo modello di sviluppo che si vuol far accettare, senza vigilanza, senza contratti, senza tutele per le lavoratrici e lavoratori? Purtroppo, la tragedia di Barletta rappresenta soltanto la punta dell'iceberg del lavoro nero e del sommerso nella Puglia e in tante altre realtà del nostro Paese, con centinaia di imprese fantasma che offrono lavoro per pochi euro all'ora ad una mano d'opera sempre più sfruttata e ricattata dalla crisi economica».
«Uno scenario lavorativo ottocentesco inaccettabile e che fa emergere la necessità, ora più che mai, di far rispettare le regole e le leggi, che pur ci sono ma che sono violate quotidianamente.L'altro aspetto interroga la politica cittadina: se non si fosse consentito lo "sventramento" dell'isolato il fabbricato crollato ci sarebbe ancora? Quell'isolato era sopravvissuto per duecento anni, ed i fabbricati, nati uno accanto all'altro, si sorreggevano a vicenda. E' vero, erano datati, ma come tanti edifici conservati diligentemente dai relativi proprietari sarebbero sopravvissuti: l'importante è manutenerli. Manutenzione che invece non viene operata dai tanti proprietari a cui è consentito, in pieno centro cittadino (ma non solo) di avere manufatti in stato di fatiscenza, perché così si potranno demolire e ricostruire, ed averne il massimo del profitto: il valore fondiario negli anni aumenta senza alcun onere per la manutenzione, né ordinaria né straordinaria.Può un proprietario di un sito, reclamando il proprio diritto a mettere a massimo profitto il suo 'bene', prescindere dal danno che può provocare alle proprietà altrui? E può accadere che subdolamente possa lavorare a rendere inagibili i fabbricati di coloro che hanno 'resistito' ad ipotesi di demolizione e ricostruzione


Marcello Lanotte (Consigliere comunale):
«È giunto il momento di individuare, se vi sono, i responsabili politici-amministrativi che con loro omissioni o concorso causale hanno indelebilmente macchiato la dignitá della nostra città. La magistratura farà senz'altro il suo corso per quanto di sua competenza, a noi oggi interessano le eventuali responsabilità politiche, sará solo allora che potremo chiamare, se vi sarà, a rispondere di questa immane tragedia chiunque. Il resto è solo populismo e qualunquismo che volgarmente cozza con questo dolore che forse solo Dio potrà lenire».


Segreteria Nazionale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI):
«La tragedia di Barletta nella sua drammatica gravità evoca: la durezza insopportabile della condizione delle morti sul lavoro, della condizione femminile, del lavoro nero, dei misfatti preannunciati senza che chi di dovere provveda per scongiurarli. È questo uno squarcio di verità attraverso il quale a tutti si impone l'Italia vera che non è quella che volevano e vogliono i Partigiani, la Resistenza e la Costituzione Repubblicana. L'ANPI non si rassegna passivamente nello sconcerto, nell'angoscia e nel dolore ma forte dei valori e dei principi di libertà, democrazia, solidarietà e umanità dell'antifascismo e della Resistenza, è in campo solidale con le famiglie colpite da così grave e doloroso lutto, con i feriti, con la comunità di Barletta, affinché anche con la sua combattività, viva e vigorosa, sia la speranza e l'azione corale dei democratici e degli antifascisti per un Paese migliore».


Antonella Vincenti (Portavoce Regionale delle Donne Democratiche pugliesi in seguito alla tragedia di Barletta):
«Quanto accaduto a Barletta rappresenta un affresco della modernità nel nostro Mezzogiorno d'Italia. Lavoro nero, superficialità nei controlli, edilizia sfrenata, mancanza di cultura della legalità e della sicurezza sul lavoro, questioni che in troppi ancora oggi fanno finta di non vedere e alle quali piano piano rischiamo di abituarci, di abituarci all'idea che sia normale morire sul lavoro. Ed è intorno al tema del lavoro, inteso nel senso più ampio, che si è creato il contesto nel quale si è verificata questa tragedia: il lavoro che per essere salvaguardato restringe la libertà di scelta delle persone: Matilde, Giovanna, Tina e Antonella, senza dimenticare la povera Maria, sonomorte perchè nel momento fatale non si sono trovate nella condizione di libertà tale da permetter loo di richiedere che venissero rispettate minime norme di sicurezza, ed infine di poter scegliere di abbandonare volontariamente quell'edificio pericolante, e questo per non rischiare di perdere quel lavoro, privo di alcuna garanzia. In questo contesto, siamo tutti chiamati a fare un salto di qualità, perchè questa tragedia interroga tutti e, in qualche misura, dà anche il senso di quanta forza, di quanto coraggio e di quanta determinazione siano necessarie per cambiare».


Cav. Uff. Lorenzo Lorusso (Reggente Anmil Bat e Presidente Anmil Bari):
«Oggi è il giorno dei funerali ed è un momento di cordoglio nel quale l'Associazione Nazionale Fra Lavoratori Mutilati E Invalidi Del Lavoro (A.N.M.I.L) si stringe alle famiglie di queste giovani donne vittime innocenti di tragedie annunciate e prevedibili di cui si parla solo per poche ore e nelle pagine della cronaca di provincia nonostante negli ultimi anni di gravi tragedie se ne siano verificate davvero molte, senza contare lo stillicidio quotidiano di morti "solitari" e sconosciuti perché non rappresentano una notizia. E' tempo di riflessioni e di bilanci che non ci possono lasciare indifferenti – aggiunge Lorusso – e non vediamo indignazione nonostante i morti e i feriti, ma una rassegnazione verso un mondo del lavoro in cui la dignità delle donne e degli uomini viene barattata per stipendi mortificanti mentre la salvaguardia della salute viene lasciata al caso e alla fortuna. Penso a queste famiglie che si troveranno in condizioni tragiche e mentre vedo il Parlamento, che abbiamo eletto a rappresentarci per risolvere problemi sociali come quello degli infortuni sul lavoro, perdere intere giornate in questioni futili e che non salvano alcuna vita né la rendono migliore, mi chiedo come possiamo accettare silenziosamente di passare di legislatura in legislatura senza vedere alcun atto concreto».
«Le storie di queste donne sono emblematiche dell'attuale società dove vediamo spesso gente normale che si arrangia e si accontenta
– sottolinea il Cav. Uff. Lorusso – ma questa scarsa lungimiranza negli investimenti sul mondo del lavoro non porterà nemmeno un risarcimento per tutte: ci saranno vittime per le quali l'INAIL – in ottemperanza di quanto previsto dal Testo Unico infortuni del '65 – non sarà nemmeno tenuto a riconoscere un valore economico".Noi dell'A.N.M.I.L. ci uniamo al pianto delle famiglie per le loro care madri, mogli, figlie con l'intenzione di offrire il nostro aiuto e supporto perché sappiano di non essere sole e di poter confidare su un sostegno concreto».


On. Benedetto Fucci (deputato Pdl):

«Questo dramma ha colpito nel profondo del cuore un'intera comunità. Fermo restando il doveroso momento di cordoglio nazionale seguito alla tragedia, deve porsi davanti alle Istituzioni una profonda riflessione sulle cause che nello specifico hanno causato, soprattutto in termini di mancata precauzione, questo dramma. Né possiamo evitare – aggiunge Fucci – di chiederci quante altre potenziali situazioni simili vi siano in Italia alla luce del fatto che nel nostro Paese (e soprattutto nel Mezzogiorno) è diffuso anche un tipo di patrimonio edilizio incapace di garantire la sicurezza e la stabilità delle strutture. Per queste ragioni – conclude il parlamentare della BAT – è essenziale avere informazioni urgenti anzitutto sotto due profili: le iniziative in corso di attuazione, da parte delle autorità competenti, per comprendere in tempi realmente rapidi le cause della sciagura di Barletta e le prime indicazioni emerse dalle indagini; il modo in cui il Governo intenda rafforzare gli strumenti di prevenzione, controllo e repressione nei confronti dei responsabili al fine di riqualificare e rendere sicuro il patrimonio edilizio italiano, evitando così il ripetersi di altre tragedie simili».