Crollo di via Roma, nessuna responsabilità per Gianferrini
Secondo la difesa il dirigente va assolto, prossima udienza il 21 maggio
giovedì 23 aprile 2015
12.18
Per la difesa del dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini non ha responsabilità per il crollo della palazzina di Via Roma che il 3 ottobre 2011 causò la morte di Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci e dell'adolescente Maria Cinquepalmi, figlia del titolare del laboratorio tessile dove stavano lavorando le altre quattro vittime.
Per il dirigente a scavalco il pubblico ministero titolare del fascicolo d'inchiesta, Giuseppe Maralfa, ha chiesto la condanna a 3 anni ed 8 mesi di reclusione. Ma per l'avvocato Domenico Franco, il dirigente va assolto con formula piena. Davanti al Tribunale Penale di Trani (in composizione collegiale) il legale ha sostenuto che «il Consiglio di Stato, occupandosi del piano di recupero dell'area adiacente il palazzo collassato, ne aveva dichiarato, con sentenza passata in giudicato, la piena legittimità, ritenendo infondati tutti i profili di illegittimità: gli stessi posti dal pm a base della contestazione. Per la difesa il parere di Gianferrini fu espresso così come previsto dalla legge, sulla base della situazione risultante dalla perizia giurata allegata al piano di recupero presentato dai proprietari dell'immobile da demolire. Gianferrini, per l'avv. Franco, non avrebbe mai potuto prevedere che l'impresa incaricata di liberare il cantiere, dove i lavori erano fermi da anni, avrebbe poi eseguito con un'escavatrice di dimensioni sproporzionate gli illegittimi lavori di completamento della demolizione che, secondo l'accusa, determinarono il crollo».
Il difensore ha anche evidenziato che il 30 settembre 2011 (e cioè nella giornata in cui giunse all'UTC la segnalazione di un pericolo di cedimento) si trovava al Consiglio Comunale di Terlizzi (dove Gianferrini era dirigente effettivo) e che a seguito della segnalazione l'edificio, poi crollato, era stato ispezionato dall'ing. Rosario Palmitessa, ritenuto - ha sostenuto Franco - il tecnico più esperto in materia di problemi strutturali del Comune. Prossima udienza il 21 maggio: parola alla difesa di altri imputati. Il pm ha chiesto condanne per tutti i quindici accusati a vario titolo per il tragico crollo.
Per il dirigente a scavalco il pubblico ministero titolare del fascicolo d'inchiesta, Giuseppe Maralfa, ha chiesto la condanna a 3 anni ed 8 mesi di reclusione. Ma per l'avvocato Domenico Franco, il dirigente va assolto con formula piena. Davanti al Tribunale Penale di Trani (in composizione collegiale) il legale ha sostenuto che «il Consiglio di Stato, occupandosi del piano di recupero dell'area adiacente il palazzo collassato, ne aveva dichiarato, con sentenza passata in giudicato, la piena legittimità, ritenendo infondati tutti i profili di illegittimità: gli stessi posti dal pm a base della contestazione. Per la difesa il parere di Gianferrini fu espresso così come previsto dalla legge, sulla base della situazione risultante dalla perizia giurata allegata al piano di recupero presentato dai proprietari dell'immobile da demolire. Gianferrini, per l'avv. Franco, non avrebbe mai potuto prevedere che l'impresa incaricata di liberare il cantiere, dove i lavori erano fermi da anni, avrebbe poi eseguito con un'escavatrice di dimensioni sproporzionate gli illegittimi lavori di completamento della demolizione che, secondo l'accusa, determinarono il crollo».
Il difensore ha anche evidenziato che il 30 settembre 2011 (e cioè nella giornata in cui giunse all'UTC la segnalazione di un pericolo di cedimento) si trovava al Consiglio Comunale di Terlizzi (dove Gianferrini era dirigente effettivo) e che a seguito della segnalazione l'edificio, poi crollato, era stato ispezionato dall'ing. Rosario Palmitessa, ritenuto - ha sostenuto Franco - il tecnico più esperto in materia di problemi strutturali del Comune. Prossima udienza il 21 maggio: parola alla difesa di altri imputati. Il pm ha chiesto condanne per tutti i quindici accusati a vario titolo per il tragico crollo.