Contratto non rinnovato, il 13 novembre sciopero dei lavoratori del multiservizi

Un contratto scaduto da oltre 7 anni, Tina Prasti (Filcams Cgil Bat): «Non si può andare avanti così»

venerdì 13 novembre 2020
Il 13 novembre giornata di sciopero per l'intero turno di lavoro degli addetti del comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi. I lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia dopo la mobilitazione delle scorse settimane davanti alla Prefettura della Bat a Barletta in cui si sono ritrovati in risposta all'indisponibilità delle associazioni datoriali e delle imprese del settore a rinnovare il contratto collettivo nazionale scaduto da oltre 7 anni.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato la giornata di sciopero vista "la mancanza di riscontro alle numerose sollecitazioni di ripresa dei negoziati, per concludere positivamente il percorso di rinnovo avviato nel mese di giugno, sulla scia della prima ondata della pandemia da Covid-19".

"Vogliamo sottolineare solo che le lavoratrici e i lavoratori dei servizi in appalto di pulizia e sanificazione svolgono un ruolo ritenuto essenziale per il contenimento del contagio nei presidi ospedalieri, nelle Rsa, nelle case di cura, nelle scuole, nelle università, nei tribunali, nelle fabbriche e negli uffici pubblici e privati, esponendosi in prima linea per garantire l'accessibilità dei luoghi che senza la loro opera, non sarebbe possibile. Non è più pensabile che si continui a rimandare il rinnovo del loro contratto nazionale, parliamo di oltre sette anni e mezzo di mancati adeguamenti delle retribuzioni dei lavoratori", spiega Tina Prasti, segretaria generale Filcams Cgil Bat.

"Questo è un settore in forte sofferenza che solo nella Bat occupa centinaia di addette e addetti, molte le donne, spesso con contratti di lavoro a tempo parziale. A fine mese le loro buste paga sono piuttosto scarne a fronte lavoro impegnativo che invece compiono, in trincea nell'emergenza sanitaria. Assicurano il loro supporto quotidianamente, bisogna riconoscere loro un equo compenso. Ora guadagnano poco più di 7 euro lordi l'ora", conclude Prasti.