Caso Cilli, il legale difensore di Sarcina: «Clima sereno, vuole dimostrare la sua non colpevolezza»
Al termine degli interrogatori l’avvocato Francesco Di Marzio dichiara: «Dobbiamo approfondire una lunga serie di atti»
giovedì 24 marzo 2022
12.57
Si è svolto questa mattina nel carcere di Trani l'interrogatorio di garanzia durante il quale Dario Sarcina, considerato dagli inquirenti il colpevole dell'omicidio del 24enne barlettano Michele Cilli, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Al termine dell'incontro davanti al gip Anna Lucia Altamura, è giunto il commento dell'avvocato difensore di Sarcina Francesco Di Marzio dello Studio Legale Associato Di Terlizzi con sede a Trani.
«C'è un clima sereno – spiega Di Marzio – per quanto riguarda il mio assistito al momento c'è tutta la volontà di dimostrare la sua non colpevolezza».
Sull'esito dell'interrogatorio riferisce che Sarcina «si è avvalso della facoltà di non rispondere» illustrando anche le ragioni di questa scelta: «Semplicemente perché dobbiamo approfondire una corposa serie di atti e documenti che la Procura ha raccolto in oltre due mesi».
Restano ancora dei tasselli per ricomporre il mosaico di quanto accaduto quella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso, e nella complessa ricostruzione degli inquirenti manca ancora qualche passaggio. Tuttavia il materiale raccolto dalla Procura, tra registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, tabulati telefonici, informazioni derivanti dai dispositivi GPS installati nelle autovetture, è molto consistente.
«Adesso passeremo all'analisi di tutti questi dati tecnici – afferma il legale - Non escludiamo di avvalerci di un consulente tecnico di parte».
Al termine dell'incontro davanti al gip Anna Lucia Altamura, è giunto il commento dell'avvocato difensore di Sarcina Francesco Di Marzio dello Studio Legale Associato Di Terlizzi con sede a Trani.
«C'è un clima sereno – spiega Di Marzio – per quanto riguarda il mio assistito al momento c'è tutta la volontà di dimostrare la sua non colpevolezza».
Sull'esito dell'interrogatorio riferisce che Sarcina «si è avvalso della facoltà di non rispondere» illustrando anche le ragioni di questa scelta: «Semplicemente perché dobbiamo approfondire una corposa serie di atti e documenti che la Procura ha raccolto in oltre due mesi».
Restano ancora dei tasselli per ricomporre il mosaico di quanto accaduto quella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso, e nella complessa ricostruzione degli inquirenti manca ancora qualche passaggio. Tuttavia il materiale raccolto dalla Procura, tra registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, tabulati telefonici, informazioni derivanti dai dispositivi GPS installati nelle autovetture, è molto consistente.
«Adesso passeremo all'analisi di tutti questi dati tecnici – afferma il legale - Non escludiamo di avvalerci di un consulente tecnico di parte».