Caro energia, anche le pescherie di Barletta subiscono la crisi
Per le famiglie barlettane diventa sempre più costoso acquistare pesce fresco
venerdì 14 ottobre 2022
Si alza stavolta anche il grido delle pescherie, questa volta non per la vendita del pesce al mercato, per invogliare la gente a comprare, ma a causa del caro vita e del caro energia, che è arrivato a colpire l'ennesima categoria di lavoratori.
Il consumo del pesce da parte delle famiglie, anche a causa dei costi, è di gran lunga diminuito: il costo energetico dei frigoriferi dove conservare il pesce è diventato insostenibile, gran parte del pescato va buttato e il lavoro di tante persone diventa vano. Alcuni pescatori di Barletta si uniscono a ciò che è stato riferito a mezzo stampa nei giorni precedenti e affermano che molto pesce di qualità va a finire in grande quantità perduto e ultimamente, alcuni giorni, si rendono conto che la spesa dei prodotti ittici fatta dalle famiglie è totalmente calata, e causa vendita ridotta, spesso e volentieri non riescono neanche a coprire le spese che i proprietari sostengono per mantenere il personale.
Il tutto ci viene anche confermato da diverse pescherie locali, tra cui "Leone", dove il signor Pino ci riferisce: «Noi compriamo il pesce dai commercianti a prezzi molto più alti, di conseguenza siamo costretti a venderlo al pubblico con degli aumenti sul costo, per rientrare nelle nostre spese che non sono poche. Ovviamente i clienti poi si lamentano, e ci dispiace moltissimo».
Un problema che va avanti da qualche mese e i pescatori tutti sono veramente preoccupati del fatto di poter arrivare a fare la scelta drastica di chiudere.
«Aiuto», è il grido unanime di tutti gli esercenti, da quello con il negozio più piccolino a quello più grande. «Aiuto», quella parola che anche i nostri commercianti ittici barlettani rivolgono al governo, sperando che possa intervenire a favore e in aiuto di tutte quelle categorie in pronta crisi finanziaria e a rischio di abbassare la saracinesca improvvisamente e forse anche definitivamente.
Il consumo del pesce da parte delle famiglie, anche a causa dei costi, è di gran lunga diminuito: il costo energetico dei frigoriferi dove conservare il pesce è diventato insostenibile, gran parte del pescato va buttato e il lavoro di tante persone diventa vano. Alcuni pescatori di Barletta si uniscono a ciò che è stato riferito a mezzo stampa nei giorni precedenti e affermano che molto pesce di qualità va a finire in grande quantità perduto e ultimamente, alcuni giorni, si rendono conto che la spesa dei prodotti ittici fatta dalle famiglie è totalmente calata, e causa vendita ridotta, spesso e volentieri non riescono neanche a coprire le spese che i proprietari sostengono per mantenere il personale.
Il tutto ci viene anche confermato da diverse pescherie locali, tra cui "Leone", dove il signor Pino ci riferisce: «Noi compriamo il pesce dai commercianti a prezzi molto più alti, di conseguenza siamo costretti a venderlo al pubblico con degli aumenti sul costo, per rientrare nelle nostre spese che non sono poche. Ovviamente i clienti poi si lamentano, e ci dispiace moltissimo».
Un problema che va avanti da qualche mese e i pescatori tutti sono veramente preoccupati del fatto di poter arrivare a fare la scelta drastica di chiudere.
«Aiuto», è il grido unanime di tutti gli esercenti, da quello con il negozio più piccolino a quello più grande. «Aiuto», quella parola che anche i nostri commercianti ittici barlettani rivolgono al governo, sperando che possa intervenire a favore e in aiuto di tutte quelle categorie in pronta crisi finanziaria e a rischio di abbassare la saracinesca improvvisamente e forse anche definitivamente.