Bonelli: «Bruciare rifiuti nei cementifici, è contro ogni ciclo virtuoso»
Intervista al presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. «Vendola tolga la parola ecologia dal suo simbolo»
domenica 17 febbraio 2013
Siamo sul finire della legislatura, nell'ordinaria amministrazione, che precede le elezioni politiche, ma, tuttavia, in Parlamento, si muovono ancora tra le commissioni alcuni testi di legge. Tra questi, lo "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale", presentato dal Governo, che riguarda da vicino Barletta, per la presenza di uno tra più importanti impianti del genere in Italia. Il testo, dopo l'esame del Senato, è ora all'esame della commissione Ambiente della Camera, che ha espresso parere contrario, in sede consultiva, ritenendo necessario rinviare la decisione alla prossima legislatura. In allegato pubblichiamo i documenti della Camera dei Deputati, relativi al decreto e alla sua discussione. Abbiamo intervistato sul tema, Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi, in occasione della tappa elettorale a Barletta, del candidato premier di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia.
Angelo Bonelli, siamo alla vigilia delle elezioni politiche, ma in Parlamento l'attività non si ferma. Il governo ha presentato uno schema di decreto per l'utilizzo dei combustibili nei cementifici, questione che interessa Barletta da vicino.
«Il provvedimento di Clini è in linea con quello che questo ministro del "non-ambiente" sta facendo di questo paese, più al servizio dei poteri industriali che hanno ragionato con il motto "chi inquina, non paga" e hanno continuato a devastare il territorio. Bruciare i rifiuti nei cementifici, oltre a non dare nessun tipo di garanzia dal punto di vista ambientale, per il conferimento degli inquinanti in atmosfera, tra cui anche le diossine, rappresenta un'aggressione forte al ciclo virtuoso dei rifiuti che dovrebbe essere caratterizzato dalla riduzione dei rifiuti, dalla raccolta differenziata, dal riciclaggio, e dal riuso, ed è oggi anche un grande favore alle lobby dell'incenerimento, che in questa maniera non costruiscono nuovi impianti, ma utilizzano impianti esistenti e vetusti, e su cui ovviamente manca l'elemento di controllo, visto che hanno distrutto le Arpa, e non ci sono risorse. Come sapete, il decreto è in commissione ambiente alla Camera. Noi vogliamo che si fermi, perché deve essere il prossimo Parlamento a decidere, ma ove non fosse così, ci sono alcuni elementi che abbiamo visto con il nostro ufficio legale, che non sono assolutamente coerenti con le direttive europea, che prevedono standard ben precisi, in materia di tutela ambientale e gestione dei rifiuti. Su questo tenteremo di fermare il provvedimento».
«Alcuni giorni fa Clini ha dichiarato che i comitati dei cittadini e i movimenti ambientalisti hanno favorito la criminalità organizzata. Questa è un'affermazione indecente, spudorata, vergognosa, perché ci sono tanti comitati di cittadini che si battono per l'ambiente e subiscono minacce dalla criminalità organizzata. Sulla questione dei rifiuti, c'è una presenza consistente della criminalità nella gestione. Qui in Puglia, c'è però un problema molto serio, che io contesto a Vendola in maniera forte. Tra l'altro lo invito da tempo a levare la parola ecologia dal simbolo. Perché quando si costruiscono 6 inceneritori in questa regione, la raccolta differenziata sta al 10%, e il conferimento in discarica sta al 90%, che cosa sono questi dati, se non la conclamazione del fallimento di una gestione ambientale?».
Quali proposte, come Verdi, all'interno di Rivoluzione Civile, vorreste portare in Parlamento?
«La Strategia Rifiuti Zero. Ci sono città grandi, in Europa, nel mondo, da San Francisco fino ad arrivare qua in Italia, che sono riuscite ad avviare una politica dei rifiuti, che ha portato la raccolta differenziata al 65-70%. Noi dobbiamo arrivare ad una raccolta dei rifiuti che consenta di fatto di utilizzare tutte le materie prime. Per esempio, a Berlino, esistono varie cooperative di giovani che hanno avviato un principio di concorrenza, per il recupero dell'alluminio, del vetro, e hanno creato una ricchezza, che sta anche nell'aver creato lavoro. Sviluppare una politica dei rifiuti di questo tipo dà lavoro, invece la gestione dei rifiuti di oggi, così accentrata e autoritaria, ha creato poco lavoro, molta ricchezza concentrata in pochi, e una situazione ingestibile. La nostra proposta è quindi implementare e rendere obbligatoria la raccolta porta a porta nelle città, che significa anche una modificazione degli stili di vita. Dobbiamo capire che il grado di civiltà di una società si misura anche dalla quantità di rifiuti che essa produce. Ritengo incivile una società che produce tanti rifiuti, dobbiamo recuperare le materie prime. L'incenerimento è una bestemmia e va abolito assolutamente. I nuovi impianti, le nuove tecnologie, consentono di poter gestire i rifiuti, attraverso la raccolta differenziata e la realizzazione di impianti di compostaggio, fondamentali per l'agricoltura, per separare il secco dall'organico. Utilizzare impianti a freddo che consentono di chiudere il ciclo dei rifiuti e, attraverso cooperative di giovani, dare lavoro».
Sul piano economico c'è una realistica fattibilità?
«C'è una grande città come San Francisco che, e non a caso fino a 4 anni fa è stata gestita da un verde, ha raggiunto questo obiettivo. Paul Connet ce lo dice sempre. Gli obiettivi sono assolutamente praticabili. Manca la volontà politica. Non sono parole al vento. Siamo in grado, laddove possiamo essere messi alla prova, di poter fare questo. Il punto è che questo ministro dell'ambiente pensa che il rifiuto se si brucia è una buona cosa. Qui in Puglia abbiamo un esempio: c'è la grande contraddizione di uno come Vendola che pensa che bruciare i rifiuti sia stato un grande successo. Il problema è che qui in Puglia abbiamo il 10% di differenziata e il 90% che va in discarica».
Angelo Bonelli, siamo alla vigilia delle elezioni politiche, ma in Parlamento l'attività non si ferma. Il governo ha presentato uno schema di decreto per l'utilizzo dei combustibili nei cementifici, questione che interessa Barletta da vicino.
«Il provvedimento di Clini è in linea con quello che questo ministro del "non-ambiente" sta facendo di questo paese, più al servizio dei poteri industriali che hanno ragionato con il motto "chi inquina, non paga" e hanno continuato a devastare il territorio. Bruciare i rifiuti nei cementifici, oltre a non dare nessun tipo di garanzia dal punto di vista ambientale, per il conferimento degli inquinanti in atmosfera, tra cui anche le diossine, rappresenta un'aggressione forte al ciclo virtuoso dei rifiuti che dovrebbe essere caratterizzato dalla riduzione dei rifiuti, dalla raccolta differenziata, dal riciclaggio, e dal riuso, ed è oggi anche un grande favore alle lobby dell'incenerimento, che in questa maniera non costruiscono nuovi impianti, ma utilizzano impianti esistenti e vetusti, e su cui ovviamente manca l'elemento di controllo, visto che hanno distrutto le Arpa, e non ci sono risorse. Come sapete, il decreto è in commissione ambiente alla Camera. Noi vogliamo che si fermi, perché deve essere il prossimo Parlamento a decidere, ma ove non fosse così, ci sono alcuni elementi che abbiamo visto con il nostro ufficio legale, che non sono assolutamente coerenti con le direttive europea, che prevedono standard ben precisi, in materia di tutela ambientale e gestione dei rifiuti. Su questo tenteremo di fermare il provvedimento».
«Alcuni giorni fa Clini ha dichiarato che i comitati dei cittadini e i movimenti ambientalisti hanno favorito la criminalità organizzata. Questa è un'affermazione indecente, spudorata, vergognosa, perché ci sono tanti comitati di cittadini che si battono per l'ambiente e subiscono minacce dalla criminalità organizzata. Sulla questione dei rifiuti, c'è una presenza consistente della criminalità nella gestione. Qui in Puglia, c'è però un problema molto serio, che io contesto a Vendola in maniera forte. Tra l'altro lo invito da tempo a levare la parola ecologia dal simbolo. Perché quando si costruiscono 6 inceneritori in questa regione, la raccolta differenziata sta al 10%, e il conferimento in discarica sta al 90%, che cosa sono questi dati, se non la conclamazione del fallimento di una gestione ambientale?».
Quali proposte, come Verdi, all'interno di Rivoluzione Civile, vorreste portare in Parlamento?
«La Strategia Rifiuti Zero. Ci sono città grandi, in Europa, nel mondo, da San Francisco fino ad arrivare qua in Italia, che sono riuscite ad avviare una politica dei rifiuti, che ha portato la raccolta differenziata al 65-70%. Noi dobbiamo arrivare ad una raccolta dei rifiuti che consenta di fatto di utilizzare tutte le materie prime. Per esempio, a Berlino, esistono varie cooperative di giovani che hanno avviato un principio di concorrenza, per il recupero dell'alluminio, del vetro, e hanno creato una ricchezza, che sta anche nell'aver creato lavoro. Sviluppare una politica dei rifiuti di questo tipo dà lavoro, invece la gestione dei rifiuti di oggi, così accentrata e autoritaria, ha creato poco lavoro, molta ricchezza concentrata in pochi, e una situazione ingestibile. La nostra proposta è quindi implementare e rendere obbligatoria la raccolta porta a porta nelle città, che significa anche una modificazione degli stili di vita. Dobbiamo capire che il grado di civiltà di una società si misura anche dalla quantità di rifiuti che essa produce. Ritengo incivile una società che produce tanti rifiuti, dobbiamo recuperare le materie prime. L'incenerimento è una bestemmia e va abolito assolutamente. I nuovi impianti, le nuove tecnologie, consentono di poter gestire i rifiuti, attraverso la raccolta differenziata e la realizzazione di impianti di compostaggio, fondamentali per l'agricoltura, per separare il secco dall'organico. Utilizzare impianti a freddo che consentono di chiudere il ciclo dei rifiuti e, attraverso cooperative di giovani, dare lavoro».
Sul piano economico c'è una realistica fattibilità?
«C'è una grande città come San Francisco che, e non a caso fino a 4 anni fa è stata gestita da un verde, ha raggiunto questo obiettivo. Paul Connet ce lo dice sempre. Gli obiettivi sono assolutamente praticabili. Manca la volontà politica. Non sono parole al vento. Siamo in grado, laddove possiamo essere messi alla prova, di poter fare questo. Il punto è che questo ministro dell'ambiente pensa che il rifiuto se si brucia è una buona cosa. Qui in Puglia abbiamo un esempio: c'è la grande contraddizione di uno come Vendola che pensa che bruciare i rifiuti sia stato un grande successo. Il problema è che qui in Puglia abbiamo il 10% di differenziata e il 90% che va in discarica».
Fonte: diariodelweb.it