Black out all’ospedale “Dimiccoli”, scatta l’emergenza
Rischiata l’evacuazione, guasto ancora non determinato
lunedì 16 febbraio 2015
22.05
Un black out è una perdita di tempo, un fastidio, che un tempo si affrontava con candele e pazienza. Quando è un ospedale delle dimensioni del nostro "R. Dimiccoli" un black out non è solo un fastidio ma una vera e propria emergenza tanto che si è parlato anche di evacuazione del nosocomio.
Il problema sarebbe iniziato alle 15.00 del pomeriggio di questo grigio lunedì 16 febbraio, a causa di problemi alle cabine di trasformazione (che si incaricano di trasformare i 24.000v che giungono dalla linea ai 40v utili per il funzionamento della struttura). Un problema non da poco che ha richiesto l'attenzione di ingegneri e specialisti dell'Enel, tuttora al lavoro, senza però sortire finora una soluzione. Abbiamo reperito ulteriori informazioni, viste le numerose segnalazioni giunte in redazione, grazie alla consueta disponibilità del dott. Cosimo Cannito, responsabile del Pronto soccorso, che ha seguito l'evoluzione della vicenda fino al suo assestamento nella tarda serata.
Nell'attesa di identificare la matrice del guasto, tantissimi sono stati i disagi che hanno gettato nella massima allerta i funzionari del nosocomio e i pazienti. E' partita velocemente la gestione dell'emergenza: appurato il funzionamento del gruppo elettrogeno, è stato possibile riattivare i servizi nel reparto di rianimazione (uno dei primi a subire i disagi per il black out), nell'unità coronarica, al pronto soccorso, agli ascensori per evitare che rimanessero bloccati, alle sale operatorie e soprattutto ai frigoriferi per le emotrasfusioni, per prevenire il rischio che si perdessero le sacche di sangue, risorsa quanto mai preziosa per un ospedale.
Per tutto il corso del pomeriggio e fino alle 20.00 circa non è stato possibile garantire il completo funzionamento delle sale, che da poco sono rientrate operative a pieno regime, poiché tutta l'energia a disposizione sarebbe stato convogliata al reparto dialisi, dove per nessun motivo si può rischiare di rimanere il malfunzionamento del servizio, col rischio di provocare gravi danni ai pazienti in cura. Nel momento apicale dell'emergenza si paventato il rischio di evacuazione dell'ospedale, ma ciò non è stato necessario grazie all'entrata in funzione del gruppo elettrogeno che ha garantito la gestione minima delle urgenze.
La macchina organizzativa è scattata per ottimizzare la gestione delle emergenze provenienti dal territorio che sono state prontamente dirottate verso i presidi ospedalieri di Andria, Cerignola, Trani e Bisceglie. Chi invece è giunto al pronto soccorso in codice bianco o verde è stato invitato a tornare domani. Poco prima delle 22.00 la situazione è stata completamente ripristinata e l'ospedale è tornato del tutto operativo, mentre è scattata l'indagine interna per appurare la reale causa alla matrice del problema e capire il motivo di questa vulnerabilità.
Il problema sarebbe iniziato alle 15.00 del pomeriggio di questo grigio lunedì 16 febbraio, a causa di problemi alle cabine di trasformazione (che si incaricano di trasformare i 24.000v che giungono dalla linea ai 40v utili per il funzionamento della struttura). Un problema non da poco che ha richiesto l'attenzione di ingegneri e specialisti dell'Enel, tuttora al lavoro, senza però sortire finora una soluzione. Abbiamo reperito ulteriori informazioni, viste le numerose segnalazioni giunte in redazione, grazie alla consueta disponibilità del dott. Cosimo Cannito, responsabile del Pronto soccorso, che ha seguito l'evoluzione della vicenda fino al suo assestamento nella tarda serata.
Nell'attesa di identificare la matrice del guasto, tantissimi sono stati i disagi che hanno gettato nella massima allerta i funzionari del nosocomio e i pazienti. E' partita velocemente la gestione dell'emergenza: appurato il funzionamento del gruppo elettrogeno, è stato possibile riattivare i servizi nel reparto di rianimazione (uno dei primi a subire i disagi per il black out), nell'unità coronarica, al pronto soccorso, agli ascensori per evitare che rimanessero bloccati, alle sale operatorie e soprattutto ai frigoriferi per le emotrasfusioni, per prevenire il rischio che si perdessero le sacche di sangue, risorsa quanto mai preziosa per un ospedale.
Per tutto il corso del pomeriggio e fino alle 20.00 circa non è stato possibile garantire il completo funzionamento delle sale, che da poco sono rientrate operative a pieno regime, poiché tutta l'energia a disposizione sarebbe stato convogliata al reparto dialisi, dove per nessun motivo si può rischiare di rimanere il malfunzionamento del servizio, col rischio di provocare gravi danni ai pazienti in cura. Nel momento apicale dell'emergenza si paventato il rischio di evacuazione dell'ospedale, ma ciò non è stato necessario grazie all'entrata in funzione del gruppo elettrogeno che ha garantito la gestione minima delle urgenze.
La macchina organizzativa è scattata per ottimizzare la gestione delle emergenze provenienti dal territorio che sono state prontamente dirottate verso i presidi ospedalieri di Andria, Cerignola, Trani e Bisceglie. Chi invece è giunto al pronto soccorso in codice bianco o verde è stato invitato a tornare domani. Poco prima delle 22.00 la situazione è stata completamente ripristinata e l'ospedale è tornato del tutto operativo, mentre è scattata l'indagine interna per appurare la reale causa alla matrice del problema e capire il motivo di questa vulnerabilità.