Bat, reintegrato il dirigente accusato di molestie
E' tornato al lavoro, da lunedì scorso, nel suo ufficio ad Andria. La sua presunta vittima è stata trasferita in un'altra sede
domenica 9 ottobre 2011
12.06
E' tornato al lavoro, nel suo ufficio ad Andria, il dirigente alle Finanze della Bat, Giuseppe Di Biase, finito ai domiciliari il 26 agosto scorso per aver molestato un'impiegata. Non prima di aver definito un patteggiamento della pena (sospesa) a un anno e due mesi con la procura di Trani e della cessazione del divieto di dimora nei tre co-capoluoghi della provincia, tutti sede di uffici dell'ente. Secondo la procura, l'uomo avrebbe palpeggiato la donna, una 25enne, approfittando della sua posizione di dirigente e del fatto che la giovane fosse una neoassunta ancora in prova.
In particolare, le presunte molestie si sarebbero consumate proprio negli uffici della sede di Andria, il 7 marzo scorso. La donna non presentò denuncia, ma un fascicolo venne aperto dal pm Fabio Buquicchio per violenza sessuale, sulla base di esposti anonimi firmati "i dipendenti della Bat", che arrivarono anche nelle redazioni di molti giornali. Il pm ascoltò diversi colleghi di lavoro, funzionari e altri dirigenti dell'ente, alcuni dei quali confermarono di aver raccolto le confidenze disperate della giovane. Solo a quel punto la 25enne ammise quello che era successo. All'esito dell'interrogatorio di garanzia, Di Biase ottenne la revoca dei domiciliari con divieto di dimora sia ad Andria che a Barletta e Trani.
Ora, dopo il patteggiamento della pena, sono venute meno anche le esigenze cautelari e Di Biase, da lunedì scorso, è tornato a lavorare ad Andria. La sua presunta vittima è stata trasferita, da tempo, in un'altra sede. Chissà se i chilometri di distanza tra i due uffici, basteranno a farla stare tranquilla. Il patteggiamento dovrà, comunque, essere approvato dal gip.
In particolare, le presunte molestie si sarebbero consumate proprio negli uffici della sede di Andria, il 7 marzo scorso. La donna non presentò denuncia, ma un fascicolo venne aperto dal pm Fabio Buquicchio per violenza sessuale, sulla base di esposti anonimi firmati "i dipendenti della Bat", che arrivarono anche nelle redazioni di molti giornali. Il pm ascoltò diversi colleghi di lavoro, funzionari e altri dirigenti dell'ente, alcuni dei quali confermarono di aver raccolto le confidenze disperate della giovane. Solo a quel punto la 25enne ammise quello che era successo. All'esito dell'interrogatorio di garanzia, Di Biase ottenne la revoca dei domiciliari con divieto di dimora sia ad Andria che a Barletta e Trani.
Ora, dopo il patteggiamento della pena, sono venute meno anche le esigenze cautelari e Di Biase, da lunedì scorso, è tornato a lavorare ad Andria. La sua presunta vittima è stata trasferita, da tempo, in un'altra sede. Chissà se i chilometri di distanza tra i due uffici, basteranno a farla stare tranquilla. Il patteggiamento dovrà, comunque, essere approvato dal gip.