"Basta ai tagli": è quanto ha chiesto la Cgil Bat
Ieri pomeriggio presso l'Ospedale "Dimiccoli" di Barletta si è tenuto un incontro. Presenti i consiglieri regionali Pastore, Caracciolo e Alfarano
venerdì 21 ottobre 2011
10.16
31 dicembre 2011: fino a questa data 630 Operatori della Salute in Puglia garantiranno i livelli essenziali di Assistenza e la continuità assistenziale, evitando l'interruzione di pubblico servizio. E' quanto è emerso dall'incontro tenutosi ieri, giovedì 20 ottobre, alle ore 17.00 presso la sala conferenze dell'Ospedale "R. Dimiccoli" di Barletta in merito alla situazione dei medici stabilizzati nella sanità pugliese.
A questi Operatori, nella lotta al precariato in sanità, si aggiungono i tanti lavoratori assunti a tempo determinato e con contratti di collaborazione a progetto ai quali non saranno prorogati i contratti di lavoro in scadenza, così da lasciare interi settori sanitari, amministrativi e tecnici senza la dovuta continuità assistenziale come ad es. nell'Assistenza Oncologica, nella Sanità Penitenziaria, nei servizi della prevenzione, nella Neurochirurgia, nei Consultori, nella Neuropsichiatria infantile, nel settore farmaceutico ed ematologia, ed in UU. OO..
La segreteria della F.P. CGIL Provinciale BAT, ha appunto tenuto presso il nosocomio barlettano una conferenza stampa con successivo dibattito alla presenza dei consiglieri regionali Alfarano Giovanni, Caracciolo Filippo e Pastore Francesco per discutere del precariato e soprattutto delle problematiche connesse alla sentenza della Consulta che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della dall'art. 3, comma 40 della L.R. Puglia 40/2007. All'incontro erano presenti anche Luigi Marzano, segretario provinciale della Cgil, Biagio Dalberto, segretario generale regionale, e Luigi Antonucci, segretario confederale della Cgil.
Durante la sentita assemblea si è discusso della condizione di caos attraversata dai detti 630 operatori sanitari in Puglia, di cui 73 nell'ASL BT, per i quali è stata adottata una "legge regionale" grazie alla quale era stato permesso, a seguito di procedure concorsuali interne alle Aziende Sanitarie Pugliesi, la stabilizzazione dei precari nella sanità. Condizione poi mutata dall'intervento del Governo nazionale (con la manovra finanziaria - L. 111/2011), della Regione Puglia e dei vari Direttori generali delle AA.SS.LL., che hanno dato atto ad una vera e propria rappresaglia, culminata con i licenziamenti dei firmatari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, violando i "diritti quesiti" dei lavoratori e affermando il principio della retroattività della Sentenza della Corte Costituzionale n. 42/2011 su situazioni giuridiche già consolidate.
Dall'incontro è emersa la volontà comune di tutelare i diritti quesiti degli oltre 500 Operatori sanitari in Puglia, anche alla luce delle recenti pronunce favorevoli dei giudici del lavoro. Si è preso in considerazione la possibilità di valutare la proposta fatta al presidente della giunta, Nichi Vendola, e all'assessore alla Salute, Tommaso Fiore, da parte del consigliere Tato Greco che prevede la sanatoria delle posizioni contrattuali dei soggetti interessati mediante un provvedimento di autotutela.
I consiglieri regionali hanno ribadito che le decisioni arrivate dalla Consulta sulle stabilizzazioni stanno compromettendo i «requisiti minimi strutturali» necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza e la continuità assistenziale e pertanto auspicano un accordo bipartisan, maggioranza-opposizione, e un doppio passaggio legislativo, regionale e nazionale, per evitare il caos della Regione Puglia e per tutelare i diritti quesiti. In aula non sono mancati momenti di tensione tra i "destabilizzati" stanchi dell'immobilismo politico nei loro confronti. Il conforto è arrivato puntuale dai tre consiglieri regionali che hanno preso l'impegno di farsi carico del problema e risolverlo in base alle loro possibilità.
Già questa mattina il consigliere Filippo Caracciolo e i suoi due colleghi del PD Gerardo De Gennaro e Franco Ognissanti hanno presentato un'interrogazione urgente all'Assessore Tommaso Fiore ed al Presidente Nichi Vendola per comprendere come mai non sono state previste le richieste di autorizzazioni all'assunzione in deroga nonostante il Piano di rientro, così come previsto dal D.L. 13/08/2011 n. 138 convertito nella L. 148/2011. Primi segnali verso una politica che in maniera fattiva si metta unicamente al servizio del cittadino.
A questi Operatori, nella lotta al precariato in sanità, si aggiungono i tanti lavoratori assunti a tempo determinato e con contratti di collaborazione a progetto ai quali non saranno prorogati i contratti di lavoro in scadenza, così da lasciare interi settori sanitari, amministrativi e tecnici senza la dovuta continuità assistenziale come ad es. nell'Assistenza Oncologica, nella Sanità Penitenziaria, nei servizi della prevenzione, nella Neurochirurgia, nei Consultori, nella Neuropsichiatria infantile, nel settore farmaceutico ed ematologia, ed in UU. OO..
La segreteria della F.P. CGIL Provinciale BAT, ha appunto tenuto presso il nosocomio barlettano una conferenza stampa con successivo dibattito alla presenza dei consiglieri regionali Alfarano Giovanni, Caracciolo Filippo e Pastore Francesco per discutere del precariato e soprattutto delle problematiche connesse alla sentenza della Consulta che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della dall'art. 3, comma 40 della L.R. Puglia 40/2007. All'incontro erano presenti anche Luigi Marzano, segretario provinciale della Cgil, Biagio Dalberto, segretario generale regionale, e Luigi Antonucci, segretario confederale della Cgil.
Durante la sentita assemblea si è discusso della condizione di caos attraversata dai detti 630 operatori sanitari in Puglia, di cui 73 nell'ASL BT, per i quali è stata adottata una "legge regionale" grazie alla quale era stato permesso, a seguito di procedure concorsuali interne alle Aziende Sanitarie Pugliesi, la stabilizzazione dei precari nella sanità. Condizione poi mutata dall'intervento del Governo nazionale (con la manovra finanziaria - L. 111/2011), della Regione Puglia e dei vari Direttori generali delle AA.SS.LL., che hanno dato atto ad una vera e propria rappresaglia, culminata con i licenziamenti dei firmatari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, violando i "diritti quesiti" dei lavoratori e affermando il principio della retroattività della Sentenza della Corte Costituzionale n. 42/2011 su situazioni giuridiche già consolidate.
Dall'incontro è emersa la volontà comune di tutelare i diritti quesiti degli oltre 500 Operatori sanitari in Puglia, anche alla luce delle recenti pronunce favorevoli dei giudici del lavoro. Si è preso in considerazione la possibilità di valutare la proposta fatta al presidente della giunta, Nichi Vendola, e all'assessore alla Salute, Tommaso Fiore, da parte del consigliere Tato Greco che prevede la sanatoria delle posizioni contrattuali dei soggetti interessati mediante un provvedimento di autotutela.
I consiglieri regionali hanno ribadito che le decisioni arrivate dalla Consulta sulle stabilizzazioni stanno compromettendo i «requisiti minimi strutturali» necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza e la continuità assistenziale e pertanto auspicano un accordo bipartisan, maggioranza-opposizione, e un doppio passaggio legislativo, regionale e nazionale, per evitare il caos della Regione Puglia e per tutelare i diritti quesiti. In aula non sono mancati momenti di tensione tra i "destabilizzati" stanchi dell'immobilismo politico nei loro confronti. Il conforto è arrivato puntuale dai tre consiglieri regionali che hanno preso l'impegno di farsi carico del problema e risolverlo in base alle loro possibilità.
Già questa mattina il consigliere Filippo Caracciolo e i suoi due colleghi del PD Gerardo De Gennaro e Franco Ognissanti hanno presentato un'interrogazione urgente all'Assessore Tommaso Fiore ed al Presidente Nichi Vendola per comprendere come mai non sono state previste le richieste di autorizzazioni all'assunzione in deroga nonostante il Piano di rientro, così come previsto dal D.L. 13/08/2011 n. 138 convertito nella L. 148/2011. Primi segnali verso una politica che in maniera fattiva si metta unicamente al servizio del cittadino.