Barletta, la 167 ed il bando incompreso
La denuncia del movimento che ha dato vita all'amministrazione. Monito a soci e cooperative
giovedì 12 gennaio 2012
13.00
Integralmente pubblichiamo la preoccupatissima nota del movimento "La Buona Politica" che sottopone ai lettori il discutibile bando (testuale) per le opere di urbanizzazione da realizzarsi nel quartiere dormitorio della 167. L'intento del corposo comunicato, leggiamo nell'utile prologo indirizzato alla redazione, ipotizza tempi lunghi per la normalizzazione della zona.
«Da un po' di tempo si parla animatamente della realizzazione delle urbanizzazione nel nuovo quartiere della 167 visto che ad oggi ben 73 permessi a costruire sono stati rilasciati ed altrettante costruzioni (o quasi) risultano pronte ormai per la consegna. Solo che la gran parte di quelle unità immobiliari non potranno essere abitate dai vari soci in quanto alla consegna prive ancora di acqua, luce, fogna nonché di tutte quelle opere che comunemente vengono individuate con il termine di urbanizzazioni. Fatto singolare che a Barletta prima si realizzano i fabbricati e solo dopo si realizzano le urbanizzazioni comprese le strade, ma sicuramente ancor più singolare è che un comune virtuoso come quello di Barletta si prefigga di realizzare le tanto agognate opere di urbanizzazioni attraverso un Bando (n° 46 del 2011) a dir poco "spettacolare".
E' ampiamente nota la regola tecnica che un buon progettista deve sempre valutare bene, sia la qualità dell'opera progettata che l'economia della stessa prefissandosi di realizzare un progetto di buona qualità che se realizzato comporti l'impiego di contenute risorse economiche. Purtroppo come sempre accade c'è sempre qualcuno che esce fuori dal seminato e fa esattamente il contrario. Ora non conosciamo il motivo che ha spinto gli artefici del bando di gara n. 46/2011 a non utilizzare questo semplice concetto ma sta di fatto che il comune di Barletta sta buttando via circa 3.500.000 di euro. Voi direte, è possibile che il comune di Barletta quale Comune virtuoso non si sia accorto di questa anomalia? Ebbene si!
Il comune di Barletta ha messo in gara un bando da 12.000.000 di euro per la progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione di urbanizzazioni nella 167 utilizzando si il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa ma vincolandolo (questo è a dir poco sconvolgente) ad un punteggio che vede l'assegnazione di ben 90 punti alla qualità e di soli 10 punti all'offerta economica. Pertanto l'impresa vincente si vedrà aggiudicato l'appalto con un ribasso bassissimo, quindi economia zero per il comune, in quanto il ribasso sull'offerta economica non risulta determinante per l'aggiudicazione. Ma vi è di piu'!! Il criterio di aggiudicazione adottato, basandosi essenzialmente sulla valutazione della qualità dei progetti a base di gara allungherà a dismisura i tempi di aggiudicazione e quindi l'inizio dei lavori, esponendo a seri rischi sia la realizzazione delle urbanizzazioni in zona 167 che le risorse economiche dei soci delle cooperative, costretti a non poter abitare gli immobili a loro assegnati nonostante l'accensione del mutuo per il loro acquisto.
Nei 12.000.000 di euro sono compresi i costi per la progettazione pari a circa 500.000 mila euro. Allora viene da chiedersi:
1) perché mettere in gara e regalare 500.000 di progetto quando all'interno della struttura comunale ci sono validi e capaci ingegneri, architetti, geometri pagati per fare questo?
2) perché il mega appalto appetibile solo ad imprese con fatturati stellari non appartenenti al nostro territorio, non è stato pensato suddiviso in tre o più lotti, consentendo così alle imprese locali di poter partecipare e quindi poter dar lavoro a maestranze del posto?
3) perché il mega appalto non è stato diviso in tre o più lotti affinché si potesse utilizzare un criterio di aggiudicazione più trasparente e soprattutto più veloce nell'aggiudicazione (massimo ribasso con esclusione automatiche delle offerte anomale senza alcun punteggio condizionante)?
4) perché il mega appalto non è stato diviso in tre o più lotti di modo da ridurre notevolmente i tempi di realizzazione delle opere passando di fatto da un unico soggetto attuatore a tre o più soggetti attuatori che lavorano contemporaneamente ed in modo autonomo?
5) perché è stato deciso di affidare l'intera opera ad un unico soggetto attuatore con una esposizione ad un eventuale contenzioso elevatissima che impedirebbe la realizzazione in "blocco" di tutte le opere di urbanizzazione per svariati anni?
6) perché non hanno utilizzato il metodo del massimo ribasso con esclusione automatica delle offerte anomale pur sapendo che i ribassi su queste tipologia di opere ad oggi si aggirano mediamente sul 30% con un risparmio sicuro di 3.600.000 euro circa per le casse del comune?
Ovviamente speriamo che il responsabile di tutto ciò non sia lo stesso che ha fatto perdere alla città di Barletta il contributo di 750.000 euro per i lavori a Canne della battaglia e ancor di più ha pagato 25.000. euro all' impresa per i danni subiti per la rescissione del contratto. Alla luce di tutto questo ci viene spontaneo pensare che chi gestisce i soldi pubblici e in questo caso, i soldi di chi ha risparmiato una vita per farsi una casa, per il bene comune è opportuno che venga quanto meno messo in discussione».
Per la segreteria de "La Buona Politica", il presidente Sabino Dicataldo
«Da un po' di tempo si parla animatamente della realizzazione delle urbanizzazione nel nuovo quartiere della 167 visto che ad oggi ben 73 permessi a costruire sono stati rilasciati ed altrettante costruzioni (o quasi) risultano pronte ormai per la consegna. Solo che la gran parte di quelle unità immobiliari non potranno essere abitate dai vari soci in quanto alla consegna prive ancora di acqua, luce, fogna nonché di tutte quelle opere che comunemente vengono individuate con il termine di urbanizzazioni. Fatto singolare che a Barletta prima si realizzano i fabbricati e solo dopo si realizzano le urbanizzazioni comprese le strade, ma sicuramente ancor più singolare è che un comune virtuoso come quello di Barletta si prefigga di realizzare le tanto agognate opere di urbanizzazioni attraverso un Bando (n° 46 del 2011) a dir poco "spettacolare".
E' ampiamente nota la regola tecnica che un buon progettista deve sempre valutare bene, sia la qualità dell'opera progettata che l'economia della stessa prefissandosi di realizzare un progetto di buona qualità che se realizzato comporti l'impiego di contenute risorse economiche. Purtroppo come sempre accade c'è sempre qualcuno che esce fuori dal seminato e fa esattamente il contrario. Ora non conosciamo il motivo che ha spinto gli artefici del bando di gara n. 46/2011 a non utilizzare questo semplice concetto ma sta di fatto che il comune di Barletta sta buttando via circa 3.500.000 di euro. Voi direte, è possibile che il comune di Barletta quale Comune virtuoso non si sia accorto di questa anomalia? Ebbene si!
Il comune di Barletta ha messo in gara un bando da 12.000.000 di euro per la progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione di urbanizzazioni nella 167 utilizzando si il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa ma vincolandolo (questo è a dir poco sconvolgente) ad un punteggio che vede l'assegnazione di ben 90 punti alla qualità e di soli 10 punti all'offerta economica. Pertanto l'impresa vincente si vedrà aggiudicato l'appalto con un ribasso bassissimo, quindi economia zero per il comune, in quanto il ribasso sull'offerta economica non risulta determinante per l'aggiudicazione. Ma vi è di piu'!! Il criterio di aggiudicazione adottato, basandosi essenzialmente sulla valutazione della qualità dei progetti a base di gara allungherà a dismisura i tempi di aggiudicazione e quindi l'inizio dei lavori, esponendo a seri rischi sia la realizzazione delle urbanizzazioni in zona 167 che le risorse economiche dei soci delle cooperative, costretti a non poter abitare gli immobili a loro assegnati nonostante l'accensione del mutuo per il loro acquisto.
Nei 12.000.000 di euro sono compresi i costi per la progettazione pari a circa 500.000 mila euro. Allora viene da chiedersi:
1) perché mettere in gara e regalare 500.000 di progetto quando all'interno della struttura comunale ci sono validi e capaci ingegneri, architetti, geometri pagati per fare questo?
2) perché il mega appalto appetibile solo ad imprese con fatturati stellari non appartenenti al nostro territorio, non è stato pensato suddiviso in tre o più lotti, consentendo così alle imprese locali di poter partecipare e quindi poter dar lavoro a maestranze del posto?
3) perché il mega appalto non è stato diviso in tre o più lotti affinché si potesse utilizzare un criterio di aggiudicazione più trasparente e soprattutto più veloce nell'aggiudicazione (massimo ribasso con esclusione automatiche delle offerte anomale senza alcun punteggio condizionante)?
4) perché il mega appalto non è stato diviso in tre o più lotti di modo da ridurre notevolmente i tempi di realizzazione delle opere passando di fatto da un unico soggetto attuatore a tre o più soggetti attuatori che lavorano contemporaneamente ed in modo autonomo?
5) perché è stato deciso di affidare l'intera opera ad un unico soggetto attuatore con una esposizione ad un eventuale contenzioso elevatissima che impedirebbe la realizzazione in "blocco" di tutte le opere di urbanizzazione per svariati anni?
6) perché non hanno utilizzato il metodo del massimo ribasso con esclusione automatica delle offerte anomale pur sapendo che i ribassi su queste tipologia di opere ad oggi si aggirano mediamente sul 30% con un risparmio sicuro di 3.600.000 euro circa per le casse del comune?
Ovviamente speriamo che il responsabile di tutto ciò non sia lo stesso che ha fatto perdere alla città di Barletta il contributo di 750.000 euro per i lavori a Canne della battaglia e ancor di più ha pagato 25.000. euro all' impresa per i danni subiti per la rescissione del contratto. Alla luce di tutto questo ci viene spontaneo pensare che chi gestisce i soldi pubblici e in questo caso, i soldi di chi ha risparmiato una vita per farsi una casa, per il bene comune è opportuno che venga quanto meno messo in discussione».
Per la segreteria de "La Buona Politica", il presidente Sabino Dicataldo