«Barletta deve cambiare aria», il Forum Ambientalista scrive al sindaco

Richiesta l'urgente dislocazione degli impianti industriali

domenica 7 febbraio 2016
Una lunga lettera, firmata dalla presidente del Forum Ambientalista di Barletta Daniela Dimonte e indirizzata al primo cittadino Pasquale Cascella, interamente dedicata ai problemi dell'inquinamento e della salvaguardia della salute dei barlettani. «Partiamo da un dato di fatto - scrive l'avvocato Dimonte - Barletta è una città fortemente inquinata e non solo per il superamento pressocchè quotidiano dei livelli consentiti di PM10. Mettendo per un attimo da parte numeri, percentuali e misurazioni, il solo buon senso avrebbe potuto far prevedere questo risultato già dagli albori degli insediamenti industriali: come può non essere inquinata ed insalubre una città in cui insistono, oltre il traffico veicolare, ben due impianti industriali di grosso impatto ambientale, posti l'uno di fronte all'altro e a soli 200 mt dalla litoranea, dal centro storico (Castello Svevo) e dal centro abitato? Ma sappiamo bene che il buon senso e la lungimiranza non sono mai state doti possedute dalla nostra classe politica. E, infatti, evidente che l'errore sta a monte… Ma veniamo ad oggi. Abbiamo urgente bisogno di rivolgere a Lei ed al nostro Consiglio Comunale numerose quanto legittime domande.

La prima: cosa vuole fare Barletta da grande? Sappiamo che ormai i tempi della massiva vocazione manifatturiera sono ben lontani perché è il mercato che ha stabilito così. Vogliamo che sia una città di grandi industrie? In tal caso ci sa dire quanti posti di lavoro ad oggi esistono presso la Timac e la Cementeria? Quanta ricchezza producono per la città? E se pur ipotizzassimo che la nostra economia non possa fare a meno di queste ingombranti presenze, qual è il costo che è pronto a far pagare ai Barlettani? Ritiene accettabile assistere allo stillicidio quotidiano di vite umane, spesso molto giovani, che si sta verificando impunemente nel nostro territorio? Che programmi ha per i Barlettani e qual è la nostra aspettativa di vita? E' dato accertato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente che la Cementeria di Barletta è al 120° posto tra le 1329 fabbriche italiane più inquinanti. La Cementeria è sempre stata un pericolo per la città, perché troppo vicina alle abitazioni. Il T.U delle Leggi Sanitarie stabilisce, infatti, che le cementerie, appartenendo alla 1^ classe per rischiosità dei fumi emessi, devono essere costruite isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni. Se poi consideriamo che come inceneritore l'impianto di Barletta sfugge alle più restrittive norme sancite per i cementifici, il rischio è amplificato. E' stato accertato, inoltre, che suolo, sottosuolo e falda sottostanti la Timac siano pesantemente contaminati, ma, sebbene i dati erano già disponibili nel 2009, le competenti autorità nulla hanno fatto se non dopo le "terroristiche" denunce di associazioni, comitati ed opinione pubblica Ad ogni modo, i sondaggi del suolo iniziati nei mesi scorsi sono stati completati? Signor Sindaco, può informare i barlettani sugli esiti di quei prelievi? Sig. Sindaco, se tutto questo è ormai noto ed acclarato, perché si continuano a rilasciare permessi di costruzione a ridosso della Timac e della Cementeria? Per il passato risponderanno i suoi predecessori, ma per il presente è Lei il responsabile. Salvo che Lei non sappia qualcosa che tutti noi ignoriamo: dobbiamo dedurre che Lei ha provveduto a fare effettuare tutti i controlli necessari ad assicurare che anche dalla cementeria viene emesso semplice "vapore acqueo"? Lei ha dati che Le consentano di spiegare la forte incidenza di tumori e malattie cardiovascolari nella nostra città come dovuta a semplice coincidenza oppure - anche nel caso dei bambini - a "stili di vita errati"? Faccia stare tranquilli anche noi e ci informi con prove alla mano.

Ed ancora: l'inquinamento del nostro mare è argomento esclusivamente estivo o possiamo sapere oggi se sono stati finalmente eseguiti gli interventi necessari sui depuratori e sui canali H e Ciappetta- Camaggio? A nostro modesto avviso, non basta il divieto di balneazione a macchia di leopardo per affrontare il problema. Purtroppo, prevediamo che anche la prossima estate ci saranno numerosissimi ricoveri pediatrici dovuti alla balneazione nel malsano mare di Barletta. E' noto a tutti che come Sindaco Lei è responsabile della condizione della salute della popolazione del suo territorio unitamente al Consiglio Comunale. E' altrettanto noto che il Sindaco è titolare di poteri di programmazione, controllo e giudizio sull'operato del Direttore della Azienda Sanitaria del territorio (D.lvo n. 299/99). Si tratta, pertanto, di poteri e compiti molto ampi che di certo Le consentono di conoscere la condizione di salute della cittadinanza, di attivarsi per adottare strategie ed iniziative di promozione della salute pubblica e di adottare tutti i provvedimenti necessari in caso la stessa sia minacciata. Per fare tutto questo con cognizione di causa e lucidità non si può prescindere da approfondite ed accurate INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE. Questo è il Suo ruolo ed il Suo dovere nei confronti dei Barlettani. La Timac, la Cementeria, e tutte le altre realtà sono sotto la lente della Magistratura solo grazie all'infaticabile tenacia e caparbietà dei cittadini di Barletta: sappiamo che tra i diciotto indagati dalla Procura della Repubblica ci sono anche esponenti degli enti di controllo, Provincia ed Arpa: ebbene, seppur con tutto il dovuto e sacrosanto garantismo e senza anticipare giudizi che spettano ad altri, questo getta un dubbio inquietante su tutti i "controlli" ed "autorizzazioni" rilasciati nel corso degli anni, sino alla recente decostruzione della ciminiera della Buzzi Unicem.

​A nostro avviso è di tutta urgenza dislocare in luogo consono e lontano dal centro abitato, dal mare e dalla nostra storia, gli insediamenti industriali. Barletta potrebbe non solo cambiare aria, ma anche dedicarsi alle sue potenzialità marittime, turistiche ed agricole: sono anche questi settori capaci di produrre occupazione con il vantaggio, Sig. Sindaco, di non comportare perdite di vite umane. Attendiamo fiduciosi una Sua esauriente risposta».