Barletta, città di violenza sotterranea e adolescenze violate

L’angosciosa storia di alcune famiglie, un appello per tutti

mercoledì 22 marzo 2017
La situazione che di seguito sarà oggetto della nostra riflessione è piuttosto nota soprattutto tra i ragazzi. Spesso taciuta, riguarda non solo Barletta ma anche le città limitrofe. Gruppi di ragazzine minorenni, di età compresa tra i 14 anni e i 17 anni, adescate e coinvolte in un giro di prostituzione omosessuale: argomenti scabrosi, che sembrano lontani dalla vita tranquilla di un paese come il nostro. Questo avviene nella massima semplicità che gli strumenti moderni di comunicazione, social network in primis, ma anche ambienti più profondi quali forum o bacheche online (da alcuni definiti "Deep Web"). Sono criticità subito riconosciute dagli adolescenti, che nell'ansia di sperimentare potrebbero cascarci dentro perdendo molto più di ciò che pensano. E le pareti sono molto scivolose.

Non parliamo di luoghi decadenti o strane periferie, bensì del centro della movida barlettana. Locali alla moda nei pressi del Castello, parcheggi sotterranei mal frequentati, posti vicini a noi e nella nostra città che colpevolmente facciamo finta di non vedere e di cui non ci preoccupiamo. Vorremmo addentrarci più a fondo nel racconto, ma rimaniamo sul ciglio, per non rompere la barriera di ghiaccio che evitiamo di infrangere per ovvi motivi.

In sintesi si tratterebbe di rapporti sessuali di natura omosessuale. Le ragazze ne ricaverebbero denaro e ricariche telefoniche, ma è ben poca moneta rispetto a una definitiva distruzione della propria vita ottenuta da una condivisione di foto o video, magari estorti con l'inganno o in momenti in cui alcol o altre sostanze potrebbero ridurre le difese. Il caso nazionale della povera Tiziana Cantone è indice di un malessere tutt'altro che scoperto appieno, e che sicuramente non possiamo considerare lontano da noi.

E' il primo campanello d'allarme per le famiglie. Complice la vergogna nei confronti dei propri genitori, seppur pentite, le ragazze non riescono a liberarsi illese da questo giogo. Il più delle volte, nell'era dei social, tali incontri sono filmati, fotografati e prontamente postati su gruppi segreti. E non intendiamo una sorta di Carboneria online, bensì siti web di incontri, forum, gruppi segreti su WhatsApp e Facebook; si tratta di strumenti raggiungibili con molta facilità. La recentissima vicenda della morte sui binari di via Andria ci palesa quanto sia terribilmente semplice inoltrare un contenuto multimediale sul telefono di chiunque, senza ostacoli.

Per il timore che amici e parenti possano visionare queste fotografie, le adolescenti tacciono. Anche quando il genitore riesce a scoprire l'amara verità, la situazione non è affatto semplice da gestire. Anzi le cose si complicano, in quanto a essere coinvolte non sono più solo le ragazze ma anche le famiglie.

Ne sono esempio alcune famiglie barlettane, oggetto di minacce verbali e fisiche, scippi e rapine in casa. Da qui nasce questa storia, che sembra avere contorni imprecisi, ma solo per non appropriarci di compiti che non spettano a dei semplici cronisti. Lo scopo dei malfattori mirava non solo a estorcere denaro ma soprattutto a intimare i capifamiglia a tacere sull'accaduto. Una minorenne infatti, adolescente componente di una delle famiglie citate, è stata adescata da ragazze più grandi, tra i diciotto e trent'anni, con l'ausilio di alcuni ragazzi albanesi, e si sarebbe spinta ad atti sessuali con donne anche cinquantenni, in un giro di decadenza, costrizioni, minacce.

Come finisce questa brutta storia? Con alcune famiglie coraggiose che hanno affrontato i rischi di esporsi e che hanno presentato denunce alle forze dell'ordine, per esternare una vicenda da cui scappare sembrava impossibile e di cui comprenderne la malignità è difficile proprio per gli stessi adolescenti, che nell'ansia di crescere non sempre riconoscono. Per queste ragazze violate la strada è ancora lunga e i segni ancora troppo evidenti.

Non tutte le storie hanno un lieto fine. Non basta infatti solo indignarsi o denunciare .Questi accadimenti ci riguardano purtroppo da vicino. Nei nostri occhi, dopo l'incontro con la famiglia, rimane la visione sgradevole di sordide bacheche on line, con tanto di foto e contatti.

Il nostro vuole essere pertanto un appello rivolto ai genitori, affinché vigilino maggiormente sui figli, agli educatori scolastici e agli stessi amici. Chiunque sia a conoscenza di tali realtà ha il dovere morale di denunciare. L'omertà offrirebbe solo terreno fertile.