Barletta, altri 7 indagati per il crollo di via Roma
Pietro Fortunato Ceci, Giannini s.r.l., Alessandro Maria Mancini, Antonio Sica, Emanuele Sterlicchio, Valeria Valendino, Vincenzo Zagaria. Le motivazioni del Pubblico Ministero Giuseppe Maralfa
martedì 14 febbraio 2012
13.36
Non si arresta la macchina giudiziaria che indaga sul crollo di via Roma avvenuto lo scorso 3 ottobre. Di seguito, in elenco riportiamo i nominativi oggetto delle più approfondite indagini della magistratura e le risultanze delle indagini attribuite ai nuovi soggetti interessati. In precedenza Barlettalife aveva già riportato i primi risultati delle indagini.
Ing. Pietro Fortunato Ceci. La prosecuzione dell'imprudente tecnica di demolizione materialmente intrapresa dai fratelli Chiarulli, agevolata da Cosimo Giannini sino al 30/09/11 (anche attraverso la presenza di Sica nel cantiere) non veniva impedita dal direttore dei lavori Paparella e dal suo collega di studio, l'Ing. Ceci, incaricato dei calcoli strutturali, nonostante il sopralluogo effettuato il venerdì dall'Ing. Palmitessa dell'Ufficio tecnico del Comune avesse rilevato le lesioni murarie direttamente conseguite dalla loro attività demolitoria. Contribuiva al tragico evento non accertando -pur avendone l'obbligo professionale quale tecnico incaricato della "Progettazione e della direzione lavori delle strutture" e quindi dei calcoli delle strutture della costruzione da erigersi dopo la demolizione- la natura portante e comune del muro di confine, e non impedendo quale tecnico intervenuto al sopralluogo del 30 settembre, la prosecuzione dei lavori dopo quel sopralluogo.
Giannini s.r.l. rappresentato dal titolare Cosimo Giannini, già precedentemente indagato.I fratelli Chiarulli, Cosimo Giannini e Antonio Sica tenevano condotte omissive e istigavano l'imprudente, imperita e negligente condotta. In tal modo i Chiarulli, Giannini e Sica contribuivano in cooperazione colposa tra loro e con il contributo causale delle altre persone sottoposte alle indagini e prevalentemente dall'erronea condotta professionale di Paparella e Ceci a cagionare il crollo del fabbricato confinante con quello demolito e con il relativo cantiere edile.
Alessandro Maria Mancini. Maresciallo polizia municipale intervenuto nel sopralluogo del 30 settembre. Omise accertamento delle regolarità sotto il profilo urbanistico-edilizio in atto nel cantiere confinante.
Antonio Sica. Incaricato da suo cognato Cosimo Giannini della sorveglianza del cantiere nel corso dei lavori nonché alter ego del medesimo.
Emanuele Sterlicchio. Caposquadra dei vigili del fuoco intervenuto anche lui al sopralluogo. Violò l'obbligo di accertare che le attività in atto del cantiere del Giannini e mancato inoltro delle stesse.
Arch. Valeria Valendino. Insieme all'Ing. Palmitessa, entrambi funzionari in servizio presso il settore edilizia del Comune di Barletta. Gianferrini e la Valendino, a fronte della comunicazione fatta al loro ufficio da Paparella in merito all'inizio dei lavori di rimozione delle macerie, ipotizzando l'uso a tal fine di uno scavatore con conseguenti pericolose vibrazioni e danneggiamento degli immobili confinanti, trascurando i propri doveri in materia di tutela della pubblica e privata incolumità. Nelle disposizioni del Pm Maralfa si fa riferimento ad un caso analogo di un immobile in via De Leon, con caratteristiche strutturali simili a quelle di via Roma, con un muro di confine che era stato gravemente danneggiato proprio dalle vibrazioni causate da uno scavatore: in questo caso invece l'Ing. Paparella aveva chiesto e ottenuto la sospensione dei lavori.
Geom. Vincenzo Zagaria. Il contributo causale di Zagaria si sostanziava invece nell'aver redatto il "Piano di demolizione" e il " Piano di sicurezza e coordinamento" (P.S.C.), redatto da Zagaria e controfirmato dal committente Cosimo Giannini (piano che reca quale data di redazione febbraio 2008, corretta a penna in luglio 2008), carente nei contenuti minimi prescritti in quanto non conteneva le prescrizioni correlate alla complessità dell'opera e alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, per prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza dei lavoratori. Il P.S.C., inoltre, riportava procedure standardizzate, quindi non adeguate alla situazione specifica del cantiere. Ancora, il Piano delle demolizioni redatto dal medesimo Geom. Zagaria e parte integrante del P.S.C. risultava carente riguardo la valutazione dei rischi per i fabbricati adiacenti. Il P.S.C prendeva in considerazione esclusivamente la creazione di polveri, la caduta di calcinacci e la movimentazione di carichi dall'alto, senza alcun riferimento alla possibile rovina delle strutture adiacenti. Il geometra Zagaria, infine, in qualità di coordinatore avrebbe dovuto sospendere i lavori " in caso di pericolo grave ed imminente, direttamente riscontrato" .
In conclusione, importante appendice della relazione del pm riguarda i seguenti nominativi: Piero Fortunato Ceci, Francesco Gianferrini, Giovanni Paparella e Valeria Valendino avrebbero indotto in errore i componenti del consiglio comunale in merito alla legittimità dell'opera, legittimità, invece insussistente. Nel merito della richiesta di incidente probatorio si specifica che il procedimento amministrativo che sfociò in una deliberazione del consiglio si basava sul presupposto erroneo che l'immobile interessato fosse a se stante e non invece porzione di un unico immobile.
Ing. Pietro Fortunato Ceci. La prosecuzione dell'imprudente tecnica di demolizione materialmente intrapresa dai fratelli Chiarulli, agevolata da Cosimo Giannini sino al 30/09/11 (anche attraverso la presenza di Sica nel cantiere) non veniva impedita dal direttore dei lavori Paparella e dal suo collega di studio, l'Ing. Ceci, incaricato dei calcoli strutturali, nonostante il sopralluogo effettuato il venerdì dall'Ing. Palmitessa dell'Ufficio tecnico del Comune avesse rilevato le lesioni murarie direttamente conseguite dalla loro attività demolitoria. Contribuiva al tragico evento non accertando -pur avendone l'obbligo professionale quale tecnico incaricato della "Progettazione e della direzione lavori delle strutture" e quindi dei calcoli delle strutture della costruzione da erigersi dopo la demolizione- la natura portante e comune del muro di confine, e non impedendo quale tecnico intervenuto al sopralluogo del 30 settembre, la prosecuzione dei lavori dopo quel sopralluogo.
Giannini s.r.l. rappresentato dal titolare Cosimo Giannini, già precedentemente indagato.I fratelli Chiarulli, Cosimo Giannini e Antonio Sica tenevano condotte omissive e istigavano l'imprudente, imperita e negligente condotta. In tal modo i Chiarulli, Giannini e Sica contribuivano in cooperazione colposa tra loro e con il contributo causale delle altre persone sottoposte alle indagini e prevalentemente dall'erronea condotta professionale di Paparella e Ceci a cagionare il crollo del fabbricato confinante con quello demolito e con il relativo cantiere edile.
Alessandro Maria Mancini. Maresciallo polizia municipale intervenuto nel sopralluogo del 30 settembre. Omise accertamento delle regolarità sotto il profilo urbanistico-edilizio in atto nel cantiere confinante.
Antonio Sica. Incaricato da suo cognato Cosimo Giannini della sorveglianza del cantiere nel corso dei lavori nonché alter ego del medesimo.
Emanuele Sterlicchio. Caposquadra dei vigili del fuoco intervenuto anche lui al sopralluogo. Violò l'obbligo di accertare che le attività in atto del cantiere del Giannini e mancato inoltro delle stesse.
Arch. Valeria Valendino. Insieme all'Ing. Palmitessa, entrambi funzionari in servizio presso il settore edilizia del Comune di Barletta. Gianferrini e la Valendino, a fronte della comunicazione fatta al loro ufficio da Paparella in merito all'inizio dei lavori di rimozione delle macerie, ipotizzando l'uso a tal fine di uno scavatore con conseguenti pericolose vibrazioni e danneggiamento degli immobili confinanti, trascurando i propri doveri in materia di tutela della pubblica e privata incolumità. Nelle disposizioni del Pm Maralfa si fa riferimento ad un caso analogo di un immobile in via De Leon, con caratteristiche strutturali simili a quelle di via Roma, con un muro di confine che era stato gravemente danneggiato proprio dalle vibrazioni causate da uno scavatore: in questo caso invece l'Ing. Paparella aveva chiesto e ottenuto la sospensione dei lavori.
Geom. Vincenzo Zagaria. Il contributo causale di Zagaria si sostanziava invece nell'aver redatto il "Piano di demolizione" e il " Piano di sicurezza e coordinamento" (P.S.C.), redatto da Zagaria e controfirmato dal committente Cosimo Giannini (piano che reca quale data di redazione febbraio 2008, corretta a penna in luglio 2008), carente nei contenuti minimi prescritti in quanto non conteneva le prescrizioni correlate alla complessità dell'opera e alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, per prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza dei lavoratori. Il P.S.C., inoltre, riportava procedure standardizzate, quindi non adeguate alla situazione specifica del cantiere. Ancora, il Piano delle demolizioni redatto dal medesimo Geom. Zagaria e parte integrante del P.S.C. risultava carente riguardo la valutazione dei rischi per i fabbricati adiacenti. Il P.S.C prendeva in considerazione esclusivamente la creazione di polveri, la caduta di calcinacci e la movimentazione di carichi dall'alto, senza alcun riferimento alla possibile rovina delle strutture adiacenti. Il geometra Zagaria, infine, in qualità di coordinatore avrebbe dovuto sospendere i lavori " in caso di pericolo grave ed imminente, direttamente riscontrato" .
In conclusione, importante appendice della relazione del pm riguarda i seguenti nominativi: Piero Fortunato Ceci, Francesco Gianferrini, Giovanni Paparella e Valeria Valendino avrebbero indotto in errore i componenti del consiglio comunale in merito alla legittimità dell'opera, legittimità, invece insussistente. Nel merito della richiesta di incidente probatorio si specifica che il procedimento amministrativo che sfociò in una deliberazione del consiglio si basava sul presupposto erroneo che l'immobile interessato fosse a se stante e non invece porzione di un unico immobile.