Autocostruzione edile, continuano i lavori del tavolo tecnico
Il primo cantiere sperimentale della Puglia si potrebbe avviare. «Barletta sarà una strada nuova per tutti»
mercoledì 1 dicembre 2010
18.13
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di Fabio Lattanzio sull'autocostruzione:
Continua il lavoro del tavolo tecnico per l'autocostruzione edile, che dovrebbe portare all'apertura si spera del primo cantiere sperimentale della PUGLIA. Un importante risultato è stato raggiunto con la sottoscrizione del protocollo d'intesa lo scorso febbraio. Un importate riconoscimento verso la nostra storia, collettiva come associazione e soprattutto verso una battaglia fatta, non solo nel promuovere una importante ed accreditata pratica architettonica ed edile, al servizio dell'inclusione sociale e no della speculazione. Ma soprattutto non possiamo dimenticare che questa battaglia è nata per portare la città verso una nuova strada alternativa no alla 167 (espressione che indica una legge ) intesa come sistema di cooperative, troppo spesso scatole vuote, che una volta ricevute le volumetrie, si immettono sul mercato, offrendo case a costi inferiori rispetto al mercato, ma ugualmente lontani dai prezzi convenzionati.
Quando abbiamo avviato il lavoro del tavolo tecnico, avevamo dinanzi tante, troppe difficoltà. Era ed è tutto nuovo per noi e non solo anche per la regione stessa. Sentivamo su di noi il fiato sul collo del partito del ricorso al T.A.R quello che interviene puntualmente per bloccare ogni cosa, per mesi forse per anni come successo per la 167. Sapevamo bene volevamo. Prima di tutto trasparenza ed inclinare quel sistema di cose che in città si è creato da anni che il presidente o meglio il promotore del progetto porta a casa un bottino di ricompensa fatto, di appartamenti e fondi commerciali. In questo abbiamo fatto squadra tra noi in maniera meravigliosa, tra amministrazione, associazione ed ovviamente regione. Occorre dare un segale forte sul bisogno di ripristinare etica e legalità nell'edilzia. Ma far concordare il tutto con l'impianto amministrativo e dirigenziale del comune di Barletta non è stato facile. Troppi sono stati gli scontri avvolte aspri, da parte mia con i dirigenti del settore, che vedevano come unica via d'uscita, un bando rivolto a cooperative, proprio su modello 167. Era in accettabile da parte nostra. Non ci sarebbe stata nessuna novità amministrativa ma solo architettonica. E non era questo il mio interesse. Volevo e volevamo mettere al centro NO scatole vuote, ma solo LE PERSONE i cittadini. Per questo non andiamo verso una strada amministrativa in cui prima di tutto attraverso una procedura trasparente verranno individuate le famiglie. Tra le tante in città bisognose, ma nel rispetto anche del ruolo storico di chi prima di altri, ha creduto nel progetto. Ma l'aspetto più interessante rimane nel modo e nel come arriveremo all'individuazione del progetto e del ente gestore del cantiere. Non posso fare anticipazioni, ma posso dire con piacere. Che il progetto di Barletta non sarà la copia di altri sistemi applicati in Italia o in Europa, ma sarà una strada nuova per tutti, anche per quelli che stadiano e fanno autocostruzione da tanti anni.
Questo è forse il momento d'orgoglio più grande. Questo lavoro di squadra, sta maturando un momento di grande prestigio per tutta la città e sono contento di non aver mai buttato al spugna anche in momeni difficili della trattativa. Il lavoro continua, ma nei fatti sento di ringraziare, tutto lo staff regionale ed il sindaco Maffei. Devo riconoscere una certa determinazione nell'andare avanti, che apprezzo. Pari alle difficoltà che abbiamo incontrato. Ora vogliamo portare questa sfida dentro l'ossatura di quella cultura sbagliata che persiste in città. Dove una edilizia libera e convenzionata, troppe volte vuol dire affari. Dobbiamo aprire una strada nuova per i diritti.
Lattanzio Fabio
Continua il lavoro del tavolo tecnico per l'autocostruzione edile, che dovrebbe portare all'apertura si spera del primo cantiere sperimentale della PUGLIA. Un importante risultato è stato raggiunto con la sottoscrizione del protocollo d'intesa lo scorso febbraio. Un importate riconoscimento verso la nostra storia, collettiva come associazione e soprattutto verso una battaglia fatta, non solo nel promuovere una importante ed accreditata pratica architettonica ed edile, al servizio dell'inclusione sociale e no della speculazione. Ma soprattutto non possiamo dimenticare che questa battaglia è nata per portare la città verso una nuova strada alternativa no alla 167 (espressione che indica una legge ) intesa come sistema di cooperative, troppo spesso scatole vuote, che una volta ricevute le volumetrie, si immettono sul mercato, offrendo case a costi inferiori rispetto al mercato, ma ugualmente lontani dai prezzi convenzionati.
Quando abbiamo avviato il lavoro del tavolo tecnico, avevamo dinanzi tante, troppe difficoltà. Era ed è tutto nuovo per noi e non solo anche per la regione stessa. Sentivamo su di noi il fiato sul collo del partito del ricorso al T.A.R quello che interviene puntualmente per bloccare ogni cosa, per mesi forse per anni come successo per la 167. Sapevamo bene volevamo. Prima di tutto trasparenza ed inclinare quel sistema di cose che in città si è creato da anni che il presidente o meglio il promotore del progetto porta a casa un bottino di ricompensa fatto, di appartamenti e fondi commerciali. In questo abbiamo fatto squadra tra noi in maniera meravigliosa, tra amministrazione, associazione ed ovviamente regione. Occorre dare un segale forte sul bisogno di ripristinare etica e legalità nell'edilzia. Ma far concordare il tutto con l'impianto amministrativo e dirigenziale del comune di Barletta non è stato facile. Troppi sono stati gli scontri avvolte aspri, da parte mia con i dirigenti del settore, che vedevano come unica via d'uscita, un bando rivolto a cooperative, proprio su modello 167. Era in accettabile da parte nostra. Non ci sarebbe stata nessuna novità amministrativa ma solo architettonica. E non era questo il mio interesse. Volevo e volevamo mettere al centro NO scatole vuote, ma solo LE PERSONE i cittadini. Per questo non andiamo verso una strada amministrativa in cui prima di tutto attraverso una procedura trasparente verranno individuate le famiglie. Tra le tante in città bisognose, ma nel rispetto anche del ruolo storico di chi prima di altri, ha creduto nel progetto. Ma l'aspetto più interessante rimane nel modo e nel come arriveremo all'individuazione del progetto e del ente gestore del cantiere. Non posso fare anticipazioni, ma posso dire con piacere. Che il progetto di Barletta non sarà la copia di altri sistemi applicati in Italia o in Europa, ma sarà una strada nuova per tutti, anche per quelli che stadiano e fanno autocostruzione da tanti anni.
Questo è forse il momento d'orgoglio più grande. Questo lavoro di squadra, sta maturando un momento di grande prestigio per tutta la città e sono contento di non aver mai buttato al spugna anche in momeni difficili della trattativa. Il lavoro continua, ma nei fatti sento di ringraziare, tutto lo staff regionale ed il sindaco Maffei. Devo riconoscere una certa determinazione nell'andare avanti, che apprezzo. Pari alle difficoltà che abbiamo incontrato. Ora vogliamo portare questa sfida dentro l'ossatura di quella cultura sbagliata che persiste in città. Dove una edilizia libera e convenzionata, troppe volte vuol dire affari. Dobbiamo aprire una strada nuova per i diritti.
Lattanzio Fabio