Attentato in Afghanistan, feriti due militari dell'82mo Reggimento fanteria 'Torino' di Barletta
Non sono in pericolo di vita. Soldati italiani ancora nel mirino
domenica 14 aprile 2013
17.29
Attentato contro i militari italiani in Afghanistan. Un ordigno è esploso al passaggio di una pattuglia: due i feriti. Non sono in pericolo di vita ed hanno avvisato loro stessi i familiari. L'attentato è avvenuto alle 9.30 locali, le 7.00 in Italia, nei pressi del villaggio di Awkalan, una località a 8 chilometri a sud di Shindand, centro della provincia occidentale di Herat. I militari italiani della Transition Support Unit-Center, una unità su base 7/o Reggimento Alpini di Belluno, era impegnata in un'attività di 'assesment', vale a dire di presa di contatto con i leader del villaggio e di ricognizione dei bisogni della cittadinanza, quando un blindato Lince è stato investito dall'esplosione di un ordigno improvvisato.
Due i militari rimasti feriti in seguito alla deflagrazione, entrambi dell'82/o Reggimento fanteria 'Torino' di stanza a Barletta, un reparto dell'Esercito che fa parte della Brigata corazzata "Pinerolo". I due soldati sono stati immediatamente trasportati presso l'ospedale militare da campo di Shindand e, assicurano dal comando del contingente italiano, "non sono in pericolo di vita". Ed infatti essi stessi hanno informato i loro familiari. Quanto prima verranno rimpatriati.
L'attentato di oggi, avvenuto nella relativamente tranquilla provincia di Herat, il capoluogo della regione ovest dell'Afghanistan dove sono schierati i militari italiani (la cui componente principale e il comando sono oggi della brigata alpina Julia), dimostra quanto sia ancora accidentato e insidioso il processo di "transizione", cioé del passaggio della sicurezza dalle forze Nato a quelle afgane.
Solo pochi giorni fa, proprio a Shindand, il distretto dell'attentato di oggi, i militari italiani avevano realizzato e inaugurato un pozzo in grado di fornire acqua alle 720 famiglie del villaggio di Mogholam Kohen: uno dei tanti progetti di ricostruzione finalizzati anche ad acquisire consenso e che vengono contrastati dai talebani. I quali sono sempre attivi e pericolosi, nonostante gli arresti e i sequestri di armi e munizioni compiuti frequentemente: l'ultimo attentato ai militari italiani a Shindand risale al 17 gennaio, quando un ordigno rudimentale esplose al passaggio di un mezzo antimine 'Buffalo', provocando solo danni al veicolo. Successivamente - il 6 marzo - ma nella provincia di Farah, un'altra bomba aveva investito un 'Lince': due i soldati feriti in modo lieve che viaggiavano a bordo di un blindato sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno rudimentale nell'ovest dell'Afganistan. Non sarebbero in pericolo di vita.
Due i militari rimasti feriti in seguito alla deflagrazione, entrambi dell'82/o Reggimento fanteria 'Torino' di stanza a Barletta, un reparto dell'Esercito che fa parte della Brigata corazzata "Pinerolo". I due soldati sono stati immediatamente trasportati presso l'ospedale militare da campo di Shindand e, assicurano dal comando del contingente italiano, "non sono in pericolo di vita". Ed infatti essi stessi hanno informato i loro familiari. Quanto prima verranno rimpatriati.
L'attentato di oggi, avvenuto nella relativamente tranquilla provincia di Herat, il capoluogo della regione ovest dell'Afghanistan dove sono schierati i militari italiani (la cui componente principale e il comando sono oggi della brigata alpina Julia), dimostra quanto sia ancora accidentato e insidioso il processo di "transizione", cioé del passaggio della sicurezza dalle forze Nato a quelle afgane.
Solo pochi giorni fa, proprio a Shindand, il distretto dell'attentato di oggi, i militari italiani avevano realizzato e inaugurato un pozzo in grado di fornire acqua alle 720 famiglie del villaggio di Mogholam Kohen: uno dei tanti progetti di ricostruzione finalizzati anche ad acquisire consenso e che vengono contrastati dai talebani. I quali sono sempre attivi e pericolosi, nonostante gli arresti e i sequestri di armi e munizioni compiuti frequentemente: l'ultimo attentato ai militari italiani a Shindand risale al 17 gennaio, quando un ordigno rudimentale esplose al passaggio di un mezzo antimine 'Buffalo', provocando solo danni al veicolo. Successivamente - il 6 marzo - ma nella provincia di Farah, un'altra bomba aveva investito un 'Lince': due i soldati feriti in modo lieve che viaggiavano a bordo di un blindato sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno rudimentale nell'ovest dell'Afganistan. Non sarebbero in pericolo di vita.