Attentato di Brindisi, la città di Barletta si mostra vicina al lutto
Ieri una fiaccolata per non dimenticare "la strage delle pendolari". Da Piazza Aldo Moro per chiedere a voce unanime giustizia
Con queste amare note di Daniele Silvestri e Stefano Bollani, tratte dalla canzone "Questo Paese", immaginiamo di ripercorrere gli amari attimi che intorno alle 7.50 di ieri hanno cambiato la storia recentissima della Puglia e dell'Italia, con i fatti dell'istituto "Morvillo-Falcone" di Brindisi: la tragedia della "strage delle pendolari", così come è stata tristemente ribattezzata. Un ordigno con tre bombole di gas che esplode, ragazzini che entrano a scuola per uno degli ultimi giorni dell'anno scolastico, ansiosi di trascorrere il sabato che condurrà al weekend: elementi contrastanti, come la notte e il giorno, che hanno portato alla morte di una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, al ferimento di 5 alunni, mentre l'amica di Melissa, Veronica Capodieci, lotta tra la vita e la morte tra le mura dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce: la 16enne è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico nel quale i medici le hanno ricostruito la parete addominale e la gabbia toracica. Le due studentesse erano da poco scese dal pullman che porta da Mesagne a Brindisi, quando sono state colpite dalla bomba. Sono subito state ricoverate all'ospedale "Perrino" di Brindisi, la più grave, Melissa, aveva ustioni sul 90% del corpo e aveva perso un arto durante l'esplosione.La grandezza di questo paese non è più nelle piazze, non è nelle chiese.
Non è Roma di marmi, fontane e potere.
Né Milano tradita da chi se la beve.
Non è Genova o Taranto, signore del mare.
Non è Napoli e questo è persino più grave.
Non è più divertente tirare a campare soprattutto non è originale".
La tragedia di Brindisi è una tragedia che non lascia indifferente nessuno, ha gettato tutta l'Italia nello sconcerto. La gente si sente emotivamente vicina alle vittime e ai loro parenti. Per questo motivo ieri sera, a Barletta, si è tenuta una fiaccolata serale per dare un segnale forte di civiltà, di vicinanza e sostegno alla famiglia di Melissa e degli altri ragazzi rimasti feriti nell'atroce e inaccettabile attentato. Vittime innocenti e inconsapevoli di un sistema corrotto, le ultime di una lunga serie.
Un modo per dimostrarci uniti e dimostrare alle famiglie la partecipazione e la vicinanza al dolore, per chiedere a voce unanime giustizia. La "marcia silenziosa" è partita alle ore 20:00 da Piazza Aldo Moro, dipanandosi lungo le vie del centro cittadino. Grande, come già accaduto nelle purtroppo numerose recenti fiaccolate (crollo di via Roma, duplice omicidio di via Brescia) è stata la partecipazione dei cittadini, tra i quali c'erano tanti ragazzi, anche coetanei di Melissa Bassi. Ancora una volta la comunità barlettana ha dato mostra di solidarietà e grandissima sensibilità. Prima che il corteo partisse, Don Sabino Lattanzio, parroco della chiesa di San Giacomo, ha espresso il dolore di un'intera comunità per la morte della givane Melissa, condannando il gesto folle di chi ha cercato la strage tra innocenti.
Ancora sconosciuti i motivi dell'attentato, chiaro solo l'edificio nel mirino: secondo gli inquirenti l'obiettivo era proprio la scuola, e non il tribunale sito accanto all'istituto. E sconosciuti probabilmente lo resteranno per lungo tempo, come purtroppo in Italia ci stiamo abituando a vedere negli ultimi anni. Restano le lacrime, in Puglia ancora una volta si piange per delle donne: il 3 ottobre 2011 a Barletta, per un errore umano, ieri per un atto di follia, o mirato, ancora non si sa, sicuramente un atto irrispettoso verso la vita. Brindisi, la Puglia, l'Italia hanno sete di giustizia: ieri non solo è stato colpito il Paese, ne è stato minato il futuro, si è attentato alle vite dei giovani, il futuro di uno stato e una società civile.
Due le piste seguite oggi: la criminalità organizzata locale o la bravata di "dilettanti": "Potrebbe non essere un'organizzazione mafiosa" ha detto il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta al termine del vertice in prefettura tenutosi ieri a Brindisi "in un momento in cui le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di un consenso sociale. Sarebbe un atto in controtendenza perchè questo atto sicuramente aliena ogni simpatia nei confronti di chi lo ha commesso". Molti studenti dell'Istituto "Morvillo Falcone" sono però di Mesagne, la culla della Sacra Corona Unita dove qualche settimana fa il presidente dell'associazione antiracket Fabio Marini è stato coinvolto in un attentato: esplosa la sua auto.
Restano però le coincidenze a favore della possibile matrice mafiosa dell'attentato, come sottolineato anche dal sindaco di Brindisi, Mimmo Consales,sono tante. Queste coincidenze riguardano l'arrivo oggi a Brindisi della Carovana antimafia, il fatto che l'attentato sia avvenuto a qualche giorno dal ventesimo anniversario della strage di Capaci e dinanzi ad un istituto intitolato a Francesca Morvillo e a Giovanni Falcone.
Nel territorio brindisino poi, in particolare quello di Mesagne, cittadina che è stata la 'culla' della 'Sacra corona unità, solo dieci giorni fa fu compiuta dalla polizia una imponente operazione contro i clan per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione consumata e tentata, porto e detenzione illegale di arma da sparo, danneggiamento aggravato e incendio aggravato. Coincidenze che qualcuno avrebbe potuto sfruttare per coprire con la matrice mafiosa l'atto di un privato, un folle privato.
Il 3 ottobre a Barletta giovani donne si recavano al lavoro per "tirare avanti" a fine mese, e non facevano più rientro a casa; il 16 marzo Maria Strafile e Maria Diviccaro perdevano la vita in circostanza ancora da chiarire in un'abitazione in via Brescia. Ieri a Brindisi, Mesagne e tutto l'hinterland circostante si è pianto, per una vita strappata troppo presto e senza ragione apparente, e tante altre esistenze segnate per sempre. In comune non ci sono le dinamiche, le età delle vittime: in comune resta quel senso di impotenza, di non sapere più dove essere al sicuro. Speriamo che in comune non ci sia un altro fattore: la mancata giustizia….
(Twitter: @GuerraLuca88)
A Veronica, alle sue urla
Non vi permetteremo di uccidere i sogni dei nostri ragazzi,
di strappare i loro primi sorrisi dopo un buon voto preso con fatica,
di toglierli il sapore di un abbraccio materno,
di subire la vergogna di uno schiaffo paterno.
Non vi permetteremo di uccidere i loro sogni,
di fermare le loro emozioni come quelle del primo e indimenticabile bacio sotto casa,
del primo goal all'avversario più temuto,
del primo giro in scooter e della prima sera in discoteca,
del primo tacco a spillo e del primo sorriso color rosso porpora.
Non vi permetteremo di strapparli il coraggio di lottare,
di non farli vivere la pace e la serenità di un sabato sera con gli amici,
di correre per le piazze e i vicoli delle città intonando le note della propria colonna sonora preferita.
Non vi permetteremo di cancellarli le fuitine notturne,
di strapparli dalle mani l'inchiostro, la pittura, lo spray, che gli servirà per scrivere "Ti Amo" sul muretto della scuola.
Non vi permetteremo di farli sentire come il nulla,
di farli credere che sono solo dei ragazzi,
di fermare il loro tempo.
Non vi faremo decidere quando, come e in che modo piangere,
Non vi permetteremo di farci stare in silenzio,
di farci vivere nell'incredulità,
di farci affogare nello sgomento,
di farci soffocare dalla paura,
di farci vivere solo di terrore.
Non vi permetteremo di bruciare altri corpi,
altri zaini,
altri quaderni,
altri sogni.
No.
Basta.
Questo è inaccettabile.
Dopo i pianti ci saranno le urla.
Dopo le urla le riflessioni.
Dopo le riflessioni ci difenderemo, con tutti i mezzi, con tutte le forze.
Difenderemo i nostri ragazzi,
le loro paure ma soprattutto le loro idee.
Difenderemo a testa alta la loro adolescenza, perché non vi permetteremo, mai più, di strapparla da questo paese.
Alessandro Gallo