Asp Regina Margherita, «contenziosi e burocrazia, situazione critica»
Desario (Italia in Comune): «La politica si attivi per sostenere il nuovo organo di amministrazione nel difficile compito di riaprire la struttura»
domenica 6 novembre 2022
Logiche e spartizioni lottizzatorie succedutesi negli ultimi anni: questo è alla base della situazione in cui versa la locale Casa di Riposo "Regina Margherita", chiusa da sette lunghi anni e purtroppo ancora in attesa di poter essere riaperta alla collettività anziana. Ad un grave stato economico-finanziario caratterizzato da un forte indebitamento (all'incirca un milione di euro), da diversi contenziosi nonchè dalla messa all'asta degli arredi nuovi - a seguito di procedura di pignoramento e sequestro per moratoria - fa riscontro la palese difficoltà di assicurare un'organo di amministrazione capace e in grado di risollervarne le sorti». Si aggiunge al coro degli interventi sulla questione dell'asp Regina Margherita anche Grazia Desario, presidente provinciale di Italia in Comune.
«Dopo le vicende in ambito politico che portarono la Regione a nominare nel maggio 2018 un presidente "incompatibile" con la carica, quindi alla successiva nomina di un altro presidente nel maggio 2019 (dopo un anno!), nell'ottobre 2019 il Consiglio comunale designò quattro componenti del nuovo Consiglio di amministrazione che poi si insediò l'11 dicembre 2019. Organo di amministrazione rimasto in carica meno di un anno a fronte delle dimissioni del presidente formalizzate a ottobre 2020. In dieci mesi quel Cda ha provato, ma invano, di capire come riattivare la struttura: tentativi andati a vuoto perchè in contrasto con logiche spartitorie, specie in riferimento alla nomina del direttore generale. Figura necessaria come per legge al fine di attivare le procedure per la riattività dell'Asp. A proposito venne avviata una procedura per manifestazione d'interesse con la selezione finale di una persona che, però, non rientrava nei "desiderata" di parte del Cda e dei "padrini politici" di riferimento. Questione che, alla fin fine, ha poi determinato le dimissioni del presidente e relativa decadenza del Cda. Così l'ente di via Fermi rimaneva nel vuoto sia amministrativo-gestionale e sia in pieno stato di abbandono.
Giova mettere in evidenza che mentre l'Asp Regina Margherita resta chiusa e avulsa nelle sue tristi vicende economiche, strutturali e amministrative, in città nel corso di questi ultimo anni spuntano come funghi nuove strutture private e case alloggio per anziani. Iniziative, indubbiamente, favorite non solo in contesti privati ma in ambiti pubblici. Caduto quel Cda, nell'agosto 2021 veniva nominato un Commissario straordinario la cui primaria preoccupazione è stata quella di mettere prima in sicurezza la struttura, quindi avviare l'iter per le autorizzazioni necessarie alla riapertura, avvalendosi di due tecnici del settore. Passato un anno, il mandato del commissario è scaduto senza possibilità di rinnovo.
In un anno il commissario ha dovuto scontrarsi non solo coi tempi lunghi e cavillosi della burocrazia, quanto far fronte alle azioni legali in riferimento a pignoramenti e precetti ad opera di fornitori creditori nei confronti dell'Ente. Di recente c'è stata la nomina di quattro nuovi consiglieri del Cda da parte del Consiglio comunale. Circostanza che ha confermato le logiche e spartizioni lottizzatorie che hanno caratterizzato le vicissitudini amministrative dell'Asp. I quattro sono stati votati a maggioranza tra i 32 aspiranti che hanno presentato la manifestazione d'interesse con curriculum attraverso l'avviso pubblico deliberato dallo stesso Consiglio. Ci sono state reazioni e dissidi all'interno della maggioranza del sindaco Cannito con liti e contrasti fra vari personaggi, tali da creare non pochi dubbi se la scelta sia stata dettata da competenze degli aspiranti-consiglieri o da logiche spartitorie. Riteniamo che sia quest'ultima la causa, il motivo.
Italia in Comune ritiene che i destini dell'Asp siano legati a competenze e capacità di gestire una situazione davvero critica, che invece deve essere scevra da interessi clientelari e cambiali dare all'incasso. La politica si attivi per sostenere il nuovo organo di amministrazione nel difficile compito di riaprire la struttura e ridare alla città, in particolare alla collettività anziana, un servizio di vitale importanza».
«Dopo le vicende in ambito politico che portarono la Regione a nominare nel maggio 2018 un presidente "incompatibile" con la carica, quindi alla successiva nomina di un altro presidente nel maggio 2019 (dopo un anno!), nell'ottobre 2019 il Consiglio comunale designò quattro componenti del nuovo Consiglio di amministrazione che poi si insediò l'11 dicembre 2019. Organo di amministrazione rimasto in carica meno di un anno a fronte delle dimissioni del presidente formalizzate a ottobre 2020. In dieci mesi quel Cda ha provato, ma invano, di capire come riattivare la struttura: tentativi andati a vuoto perchè in contrasto con logiche spartitorie, specie in riferimento alla nomina del direttore generale. Figura necessaria come per legge al fine di attivare le procedure per la riattività dell'Asp. A proposito venne avviata una procedura per manifestazione d'interesse con la selezione finale di una persona che, però, non rientrava nei "desiderata" di parte del Cda e dei "padrini politici" di riferimento. Questione che, alla fin fine, ha poi determinato le dimissioni del presidente e relativa decadenza del Cda. Così l'ente di via Fermi rimaneva nel vuoto sia amministrativo-gestionale e sia in pieno stato di abbandono.
Giova mettere in evidenza che mentre l'Asp Regina Margherita resta chiusa e avulsa nelle sue tristi vicende economiche, strutturali e amministrative, in città nel corso di questi ultimo anni spuntano come funghi nuove strutture private e case alloggio per anziani. Iniziative, indubbiamente, favorite non solo in contesti privati ma in ambiti pubblici. Caduto quel Cda, nell'agosto 2021 veniva nominato un Commissario straordinario la cui primaria preoccupazione è stata quella di mettere prima in sicurezza la struttura, quindi avviare l'iter per le autorizzazioni necessarie alla riapertura, avvalendosi di due tecnici del settore. Passato un anno, il mandato del commissario è scaduto senza possibilità di rinnovo.
In un anno il commissario ha dovuto scontrarsi non solo coi tempi lunghi e cavillosi della burocrazia, quanto far fronte alle azioni legali in riferimento a pignoramenti e precetti ad opera di fornitori creditori nei confronti dell'Ente. Di recente c'è stata la nomina di quattro nuovi consiglieri del Cda da parte del Consiglio comunale. Circostanza che ha confermato le logiche e spartizioni lottizzatorie che hanno caratterizzato le vicissitudini amministrative dell'Asp. I quattro sono stati votati a maggioranza tra i 32 aspiranti che hanno presentato la manifestazione d'interesse con curriculum attraverso l'avviso pubblico deliberato dallo stesso Consiglio. Ci sono state reazioni e dissidi all'interno della maggioranza del sindaco Cannito con liti e contrasti fra vari personaggi, tali da creare non pochi dubbi se la scelta sia stata dettata da competenze degli aspiranti-consiglieri o da logiche spartitorie. Riteniamo che sia quest'ultima la causa, il motivo.
Italia in Comune ritiene che i destini dell'Asp siano legati a competenze e capacità di gestire una situazione davvero critica, che invece deve essere scevra da interessi clientelari e cambiali dare all'incasso. La politica si attivi per sostenere il nuovo organo di amministrazione nel difficile compito di riaprire la struttura e ridare alla città, in particolare alla collettività anziana, un servizio di vitale importanza».