Cianci: «Chiediamo il sequestro giudiziario dell'inceneritore»
Il comitato "Operazione aria pulita Bat" interviene sul caso Cementeria
venerdì 8 gennaio 2016
12.14
«A nome del comitato Operazione aria pulita Bat esprimo grande soddisfazione per la grandiosa opera, in favore della saluta pubblica, effettuata dalla Procura della Repubblica, in persona del dott. Antonio Savasta, di concerto con la Guardia di Finanza di Barletta». E' quanto scrive l'avvocato Michele Cianci, presidente del comitato "Operazione aria pulita Bat", che da mesi ormai interviene sul tema della salvaguardia della qualità dell'aria a Barletta.
«Come abbiamo sempre sostenuto, sin dalla nostra nascita, è evidente che non è assolutamente concepibile né tanto meno compatibile con il bene della salute pubblica l'esistenza di un inceneritore nel centro cittadino. Ora si spera che la Procura, attraverso giudizi tecnici, dimostri, se esistente, il nesso di causalità tra l'incremento di malattie respiratorie e tumorali nella città di Barletta dal 2012 ad oggi e l'attività dell'inceneritore. Auspichiamo, inoltre, e combatteremo per questo, che si ottenga l'immediato sequestro giudiziario dell'inceneritore medesimo, attesa la inadeguatezza dello stesso, come è emerso dalle risultanze istruttorie. Non si dimentichi, inoltre, che altra indagine inerente la tutela del territorio e della salute pubblica è in corso, sempre presso la Procura di Trani, in relazione alle immissioni derivanti dalla TIMAC ed alla omessa bonifica delle falde, a seguito di esposto presentato dal nostro Comitato».
«Dopo aver avuto maggiore contezza dei reati contestati ai rappresentanti della BUZZI, della DALENA, della TRA.SMA.R, della CORGOM, ma soprattutto ai funzionari dell'ARPA - continua Cianci in un'ulteriore nota - ci si chiede se non è assolutamente necessario provvedere, quantomeno in via amministrativa, all'immediato sequestro del manufatto inquinante. Ci si chiede, inoltre, se è opportuno che i funzionari preposti dell'ARPA ricordino ancora quegli incarichi di prestigio e di immane responsabilità. E' ultroneo dire che l'ARPA è l'unico organo che garantisce noi cittadini sulla salubrità del territorio, pertanto, nel momento in cui viene meno quel rapporto fiduciario tra l'Ente e la cittadinanza è evidente che necessita una revisione dello stesso, mutando la legittimazione di quei funzionari. Ora, il nostro comitato chiede a gran voce ed alla massima Autorità Sanitaria, il nostro Sindaco, di convocare un consiglio comunale monotematico al fine di verificare i presupposti per il sequestro dell'inceneritore o termovalorizzatore, come dir si voglia. Chiediamo, inoltre la tutela dei posti di lavoro dei dipendenti BUZZI UNICEM e di tutte quelle società coinvolte in questo scandalo».
«Si badi bene - prosegue il presidente del comitato - che i reati contestati, disastro ambientale ed altri, seppure in maniera colposa, sono di una gravità fortemente allarmante. Viene sempre fatta salva a la presunzione di non colpevolezza anche se lasciare proseguire l'ipotizzata attività di avvelenamento da parte dei soggetti coinvolti nell'inchiesta, senza alcun provvedimento cautelare, è come autorizzare un soggetto qualificato pericoloso, circolare liberamente tra la popolazione mentre abbraccia un mitra tra le mani. Basti pensare che in un condominio, una semplice canna fumaria abusiva e non nociva sarebbe immediatamente sequestrata e rimossa. E' evidente che la tutela della salute pubblica unitamente alla garanzia dei posti di lavoro, spetta, ad oggi, solo alle forze politiche e certamente non alla Procura, elette dai cittadini e preposte proprio a salvaguardare i diritti costituzionalmente garantiti. Pertanto, auspichiamo l'immediato intervento di tutte le forze partitiche ed istituzionali affinché vengano tutelati i diritti della popolazione: salute e lavoro».
«Come abbiamo sempre sostenuto, sin dalla nostra nascita, è evidente che non è assolutamente concepibile né tanto meno compatibile con il bene della salute pubblica l'esistenza di un inceneritore nel centro cittadino. Ora si spera che la Procura, attraverso giudizi tecnici, dimostri, se esistente, il nesso di causalità tra l'incremento di malattie respiratorie e tumorali nella città di Barletta dal 2012 ad oggi e l'attività dell'inceneritore. Auspichiamo, inoltre, e combatteremo per questo, che si ottenga l'immediato sequestro giudiziario dell'inceneritore medesimo, attesa la inadeguatezza dello stesso, come è emerso dalle risultanze istruttorie. Non si dimentichi, inoltre, che altra indagine inerente la tutela del territorio e della salute pubblica è in corso, sempre presso la Procura di Trani, in relazione alle immissioni derivanti dalla TIMAC ed alla omessa bonifica delle falde, a seguito di esposto presentato dal nostro Comitato».
«Dopo aver avuto maggiore contezza dei reati contestati ai rappresentanti della BUZZI, della DALENA, della TRA.SMA.R, della CORGOM, ma soprattutto ai funzionari dell'ARPA - continua Cianci in un'ulteriore nota - ci si chiede se non è assolutamente necessario provvedere, quantomeno in via amministrativa, all'immediato sequestro del manufatto inquinante. Ci si chiede, inoltre, se è opportuno che i funzionari preposti dell'ARPA ricordino ancora quegli incarichi di prestigio e di immane responsabilità. E' ultroneo dire che l'ARPA è l'unico organo che garantisce noi cittadini sulla salubrità del territorio, pertanto, nel momento in cui viene meno quel rapporto fiduciario tra l'Ente e la cittadinanza è evidente che necessita una revisione dello stesso, mutando la legittimazione di quei funzionari. Ora, il nostro comitato chiede a gran voce ed alla massima Autorità Sanitaria, il nostro Sindaco, di convocare un consiglio comunale monotematico al fine di verificare i presupposti per il sequestro dell'inceneritore o termovalorizzatore, come dir si voglia. Chiediamo, inoltre la tutela dei posti di lavoro dei dipendenti BUZZI UNICEM e di tutte quelle società coinvolte in questo scandalo».
«Si badi bene - prosegue il presidente del comitato - che i reati contestati, disastro ambientale ed altri, seppure in maniera colposa, sono di una gravità fortemente allarmante. Viene sempre fatta salva a la presunzione di non colpevolezza anche se lasciare proseguire l'ipotizzata attività di avvelenamento da parte dei soggetti coinvolti nell'inchiesta, senza alcun provvedimento cautelare, è come autorizzare un soggetto qualificato pericoloso, circolare liberamente tra la popolazione mentre abbraccia un mitra tra le mani. Basti pensare che in un condominio, una semplice canna fumaria abusiva e non nociva sarebbe immediatamente sequestrata e rimossa. E' evidente che la tutela della salute pubblica unitamente alla garanzia dei posti di lavoro, spetta, ad oggi, solo alle forze politiche e certamente non alla Procura, elette dai cittadini e preposte proprio a salvaguardare i diritti costituzionalmente garantiti. Pertanto, auspichiamo l'immediato intervento di tutte le forze partitiche ed istituzionali affinché vengano tutelati i diritti della popolazione: salute e lavoro».