Ancora violenza a Barletta: pestato a sangue un quarantenne nel centro storico
Tra impotenza delle istituzioni e ignavia legislativa, continuano gli episodi di (micro)criminalità in città
domenica 23 luglio 2023
19.57
Barletta, centro storico, 21 luglio 2023. Ennesima notte insonne (per i residenti). Ennesima rissa ed ennesimo ferito grave finito al pronto soccorso dell'ospedale Dimiccoli dopo essere stato pestato a sangue da un gruppo di balordi.
Abbiamo purtroppo tante volte raccontato di episodi simili accaduti nella nostra città, con una particolare enfasi sul crescente fenomeno delle baby gang, che è ormai un fenomeno comune in tutto il Paese.
A Barletta purtroppo ci è toccato abbastanza di recente raccontare anche di tre omicidi in pochi mesi, ma nulla sembra essere cambiato rispetto a quei tragici mesi.
Questa volta, giusto per provare a non annoiare chi ci segue con il solito racconto standard che si fa in questi casi, proviamo a partire dalle conclusioni: cioè dall'assunto che se non si prova una volta per tutte a porre rimedio a livello legislativo a questi fenomeni che riguardano un sempre più crescente numero di ragazzi (e sempre più spesso anche ragazze, ma anche di meno giovani), e mandare una volta per tutte in soffitta termini ormai vuoti, insignificanti e del tutto inconcludenti come "dialogo", "inclusione" e chiacchiere morte varie, si rischia di tornare a tempi molto bui che Barletta ha già conosciuto.
"Ci vogliono più controlli", dicono in tanti. Lo ha detto molto recentemente anche il sindaco Mino Cannito in una intervista rilasciata in TV, assicurando il conduttore sul fatto che i sindaci del territorio starebbero per ottenere dal Ministero un sostanziale rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine.
Problema risolto? Difficile, molto difficile, senza un contemporaneo inasprimento delle pene riguardanti i reati riguardanti fenomeni di microdelinquenza, dato che allo stato attuale, qualche ora passata in caserma paradossalmente rappresenta per questi ragazzi quasi una medaglia al valore da esibire con orgoglio dinanzi agli amici e alla "morosa". Altro che pena rieducativa.
E poi diciamocelo francamente: sarebbe anche ora di iniziare chiederci come mai tanti ragazzi in piena età da lavoro sono in giro fino alle luci dell'alba in giornate che dovrebbero essere lavorative?
A questa domanda potrebbero (anzi dovrebbero) dare risposta solo le famiglie, astenendosi possibilmente da quel "non c'è lavoro" che era, è e resterà la più comoda delle toppe. Perché se da un lato è vero che a Barletta abbiamo vissuto tempi migliori, dall'altro è altrettanto vero che scene del tipo " 'Toc, Toc' 'Chi è?' 'Sono il lavoro' " non ne abbiamo mai viste nemmeno quando Barletta era tra le città più dinamiche ed opulente del Mezzogiorno d'Italia.
Abbiamo purtroppo tante volte raccontato di episodi simili accaduti nella nostra città, con una particolare enfasi sul crescente fenomeno delle baby gang, che è ormai un fenomeno comune in tutto il Paese.
A Barletta purtroppo ci è toccato abbastanza di recente raccontare anche di tre omicidi in pochi mesi, ma nulla sembra essere cambiato rispetto a quei tragici mesi.
Questa volta, giusto per provare a non annoiare chi ci segue con il solito racconto standard che si fa in questi casi, proviamo a partire dalle conclusioni: cioè dall'assunto che se non si prova una volta per tutte a porre rimedio a livello legislativo a questi fenomeni che riguardano un sempre più crescente numero di ragazzi (e sempre più spesso anche ragazze, ma anche di meno giovani), e mandare una volta per tutte in soffitta termini ormai vuoti, insignificanti e del tutto inconcludenti come "dialogo", "inclusione" e chiacchiere morte varie, si rischia di tornare a tempi molto bui che Barletta ha già conosciuto.
"Ci vogliono più controlli", dicono in tanti. Lo ha detto molto recentemente anche il sindaco Mino Cannito in una intervista rilasciata in TV, assicurando il conduttore sul fatto che i sindaci del territorio starebbero per ottenere dal Ministero un sostanziale rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine.
Problema risolto? Difficile, molto difficile, senza un contemporaneo inasprimento delle pene riguardanti i reati riguardanti fenomeni di microdelinquenza, dato che allo stato attuale, qualche ora passata in caserma paradossalmente rappresenta per questi ragazzi quasi una medaglia al valore da esibire con orgoglio dinanzi agli amici e alla "morosa". Altro che pena rieducativa.
E poi diciamocelo francamente: sarebbe anche ora di iniziare chiederci come mai tanti ragazzi in piena età da lavoro sono in giro fino alle luci dell'alba in giornate che dovrebbero essere lavorative?
A questa domanda potrebbero (anzi dovrebbero) dare risposta solo le famiglie, astenendosi possibilmente da quel "non c'è lavoro" che era, è e resterà la più comoda delle toppe. Perché se da un lato è vero che a Barletta abbiamo vissuto tempi migliori, dall'altro è altrettanto vero che scene del tipo " 'Toc, Toc' 'Chi è?' 'Sono il lavoro' " non ne abbiamo mai viste nemmeno quando Barletta era tra le città più dinamiche ed opulente del Mezzogiorno d'Italia.