Ancora lettere dopo la morte di Claudio, «servono investimenti nella sicurezza»
«Ho paura di girare per la città, di entrare in determinate strade, di incrociare lo sguardo sbagliato perché anche io potrei "fare una brutta fine"»
mercoledì 10 novembre 2021
16.15
Continuiamo a ricevere le lettere di vari nostri concittadini, tutti legati da un pensiero comune: voler migliorare qualcosa nella nostra città dopo la morte di Claudio Lasala. Le pubblichiamo qui di seguito.
«Anch'io voglio dire la mia sulla morte di Claudio, anch'io padre di un figlio della stessa età di Claudio ho paura per questa città ormai allo sbaraglio, preda di ragazzi che si sentono onnipotenti e prepotenti e "protetti". Le forze dell'ordine devono vigilare di più. Perché ora non se ne può più. BASTA!»
Un papà barlettano
«Cara Barletta, io sto guardando, e ora aspettando che l'ordine torni nelle strade di una città che ho tanto amato. Nel frattempo però, continuo a guardare cose che non dovrei guardare. Torno a scrivervi dopo la lettera di qualche giorno fa. Io, che ho il cuore fragile -dicevo - non guardo i film d'azione perché poi mi impressiono. E ora Barletta, sto assistendo a crudeltà molto peggiori, e non posso scegliere, mi trovo davanti agli occhi brutalità disumane, e no, non sono al cinema. Sono nella mia città. Non posso bendarmi gli occhi, né mettere i tappi alle orecchie, è per questo che aspetto impaziente e continuo a urlare di fermare le riprese. Basta, io so che la città che amo non è questa, ci voglio credere, e anche se mi sta indurendo il cuore, che si fermi prima che diventi pietra».
Laura, 16 anni
«Cara redazione,
ho letto attentamente l'articolo del giovane Vincenzo, che ha veramente ben spiegato tutto. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a livello nazionale e di riflesso a livello regionale, a tagli su sanità, scuola e sicurezza.
La pandemia non ha fatto altro che mettere a nudo il fragile e provato sistema sanitario. La carenza di personale, i tanti ospedali chiusi. Da tempo l'allarme era stato lanciato da personale ospedaliero allo stremo delle forze o da chi per un vario motivo aveva avuto a che fare con un nosocomio. Talvolta ci si è anche lamentati di attrezzature datate o rotte con ripercussioni gravi sui relativi ritardi su visite specialistiche. Il sistema scolastico, segnato da tagli selvaggi, ha negli ultimi anni dimostrato la scelta sbagliata di mancati investimenti in questo settore importantissimo. Scuole che cadono a pezzi, laboratori fatiscenti, personale scolastico costretto a portarsi da casa carta igienica o farsi fotocopie esternamente a pagamento... E tutto questo grava sui nostri bambini e ragazzi.
L'ultimo insano risparmio è stato fatto nell'ambito della sicurezza e gli ultimi fatti successi a Barletta in provincia non sono che, purtroppo, l'ennesimo fatto di cronaca nera accaduti in questo territorio e non solo. Urge, anche qui intervenire immediatamente. Compiere investimenti per il bene di tutta la comunità. Come fare è semplice e lo diceva nell'articolo da voi pubblicato il giovane Vincenzo: fare concorsi in polizia locale!
Avrai così creato lavoro nel tuo territorio per tanti, avrai dato manforte a organici ridotti al minimo e reso oltre che una comunità più serena e dunque più sana, anche giustizia ai tanti che hanno subito e subiscono atti "contra legem". Si parla tanto di disponibilità immediate di fondi a livello europeo o magari si può risparmiare su qualcosa che non giova alla comunità. Agire sul serio, ora!
Pietro da Barletta
«Cara Barletta,
Sono una cittadina comune, per bene, che cerca di rispettare tutto e tutti. Domani compirò 30 anni. Ma dopo le vicende che si sono succedute negli ultimi giorni, soprattutto la morte di Claudio, non riesco a pensare a questo compleanno con la solita spensieratezza che mi ha sempre contraddistinto! Claudio io non lo conoscevo, eppure quando ho appreso della sua morte ho sentito il cuore stringersi come se fosse una persona a me cara. Perché la verità è che al posto di Claudio quella sera poteva esserci chiunque, sì lo so sono le frasi che bene o male stanno dicendo tutti, perché effettivamente la realtà è questa!
Claudio è morto per mano di chi nemmeno conosceva, di persone che si sentivano così onnipotenti da pensare di avere il diritto di decidere di porre fine ad una vita. E se al posto di Claudio ci fossi stata io? O il mio ragazzo, un mio amico, mio fratello, uno dei miei nipoti ormai maggiorenni e frequentatori della movida? Ci penso ogni giorno e ho paura, ho paura di uscire, di girare per la città, di entrare in determinate strade, addirittura di incrociare lo sguardo della gente, perché anche solo incrociando lo sguardo sbagliato io potrei "fare una brutta fine". Ho paura per tutte le persone a me vicine, ho paura di ricevere un giorno una chiamata che mi comunichi che, ad una persona a me cara, sia successo l'irreparabile! Non è giusto dover vivere con quest'ansia!
Quando avevo 20 anni questi pensieri nemmeno mi sfioravano la mente perché c'era più rispetto, più bontà. Giravo tranquilla anche sola di notte perché Barletta, la mia bella Barletta era un posto tranquillo! Come siamo arrivati a ciò? Si poteva evitare tutto questo? Ne usciremo? Queste sono le domande che adesso ho in testa. Mi auguro solo che qualcuno faccia qualcosa per riportare Barletta al suo splendore perché è la città in cui sono nata e che amo, e spero soprattutto che Claudio non venga dimenticato dai cittadini e che la sua morte non sia stata vana, che almeno la sua famiglia possa essere un po' sollevata, un giorno, dal fatto che la morte del loro caro sia servita a cambiare le cose.
Mi rivolgo a tutti, genitori, istituzioni, scuola, ai ragazzi stessi: FATE QUALCOSA, FACCIAMO QUALCOSA!
Per Claudio».
Una Barlettana 100%
Le lettere alla nostra redazione
«Anch'io voglio dire la mia sulla morte di Claudio, anch'io padre di un figlio della stessa età di Claudio ho paura per questa città ormai allo sbaraglio, preda di ragazzi che si sentono onnipotenti e prepotenti e "protetti". Le forze dell'ordine devono vigilare di più. Perché ora non se ne può più. BASTA!»
Un papà barlettano
«Cara Barletta, io sto guardando, e ora aspettando che l'ordine torni nelle strade di una città che ho tanto amato. Nel frattempo però, continuo a guardare cose che non dovrei guardare. Torno a scrivervi dopo la lettera di qualche giorno fa. Io, che ho il cuore fragile -dicevo - non guardo i film d'azione perché poi mi impressiono. E ora Barletta, sto assistendo a crudeltà molto peggiori, e non posso scegliere, mi trovo davanti agli occhi brutalità disumane, e no, non sono al cinema. Sono nella mia città. Non posso bendarmi gli occhi, né mettere i tappi alle orecchie, è per questo che aspetto impaziente e continuo a urlare di fermare le riprese. Basta, io so che la città che amo non è questa, ci voglio credere, e anche se mi sta indurendo il cuore, che si fermi prima che diventi pietra».
Laura, 16 anni
«Cara redazione,
ho letto attentamente l'articolo del giovane Vincenzo, che ha veramente ben spiegato tutto. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a livello nazionale e di riflesso a livello regionale, a tagli su sanità, scuola e sicurezza.
La pandemia non ha fatto altro che mettere a nudo il fragile e provato sistema sanitario. La carenza di personale, i tanti ospedali chiusi. Da tempo l'allarme era stato lanciato da personale ospedaliero allo stremo delle forze o da chi per un vario motivo aveva avuto a che fare con un nosocomio. Talvolta ci si è anche lamentati di attrezzature datate o rotte con ripercussioni gravi sui relativi ritardi su visite specialistiche. Il sistema scolastico, segnato da tagli selvaggi, ha negli ultimi anni dimostrato la scelta sbagliata di mancati investimenti in questo settore importantissimo. Scuole che cadono a pezzi, laboratori fatiscenti, personale scolastico costretto a portarsi da casa carta igienica o farsi fotocopie esternamente a pagamento... E tutto questo grava sui nostri bambini e ragazzi.
L'ultimo insano risparmio è stato fatto nell'ambito della sicurezza e gli ultimi fatti successi a Barletta in provincia non sono che, purtroppo, l'ennesimo fatto di cronaca nera accaduti in questo territorio e non solo. Urge, anche qui intervenire immediatamente. Compiere investimenti per il bene di tutta la comunità. Come fare è semplice e lo diceva nell'articolo da voi pubblicato il giovane Vincenzo: fare concorsi in polizia locale!
Avrai così creato lavoro nel tuo territorio per tanti, avrai dato manforte a organici ridotti al minimo e reso oltre che una comunità più serena e dunque più sana, anche giustizia ai tanti che hanno subito e subiscono atti "contra legem". Si parla tanto di disponibilità immediate di fondi a livello europeo o magari si può risparmiare su qualcosa che non giova alla comunità. Agire sul serio, ora!
Pietro da Barletta
«Cara Barletta,
Sono una cittadina comune, per bene, che cerca di rispettare tutto e tutti. Domani compirò 30 anni. Ma dopo le vicende che si sono succedute negli ultimi giorni, soprattutto la morte di Claudio, non riesco a pensare a questo compleanno con la solita spensieratezza che mi ha sempre contraddistinto! Claudio io non lo conoscevo, eppure quando ho appreso della sua morte ho sentito il cuore stringersi come se fosse una persona a me cara. Perché la verità è che al posto di Claudio quella sera poteva esserci chiunque, sì lo so sono le frasi che bene o male stanno dicendo tutti, perché effettivamente la realtà è questa!
Claudio è morto per mano di chi nemmeno conosceva, di persone che si sentivano così onnipotenti da pensare di avere il diritto di decidere di porre fine ad una vita. E se al posto di Claudio ci fossi stata io? O il mio ragazzo, un mio amico, mio fratello, uno dei miei nipoti ormai maggiorenni e frequentatori della movida? Ci penso ogni giorno e ho paura, ho paura di uscire, di girare per la città, di entrare in determinate strade, addirittura di incrociare lo sguardo della gente, perché anche solo incrociando lo sguardo sbagliato io potrei "fare una brutta fine". Ho paura per tutte le persone a me vicine, ho paura di ricevere un giorno una chiamata che mi comunichi che, ad una persona a me cara, sia successo l'irreparabile! Non è giusto dover vivere con quest'ansia!
Quando avevo 20 anni questi pensieri nemmeno mi sfioravano la mente perché c'era più rispetto, più bontà. Giravo tranquilla anche sola di notte perché Barletta, la mia bella Barletta era un posto tranquillo! Come siamo arrivati a ciò? Si poteva evitare tutto questo? Ne usciremo? Queste sono le domande che adesso ho in testa. Mi auguro solo che qualcuno faccia qualcosa per riportare Barletta al suo splendore perché è la città in cui sono nata e che amo, e spero soprattutto che Claudio non venga dimenticato dai cittadini e che la sua morte non sia stata vana, che almeno la sua famiglia possa essere un po' sollevata, un giorno, dal fatto che la morte del loro caro sia servita a cambiare le cose.
Mi rivolgo a tutti, genitori, istituzioni, scuola, ai ragazzi stessi: FATE QUALCOSA, FACCIAMO QUALCOSA!
Per Claudio».
Una Barlettana 100%