Ancora fuoco a Barletta, in fiamme saracinesca di un'azienda di vendita all'ingrosso
E' successo ieri mattina in via Lido San Giovanni. Non si ferma la catena di atti intimidatori nella nostra città
venerdì 20 aprile 2012
11.58
Barletta brucia ancora. No, purtroppo non parliamo del video dal titolo "Barletta is burning", che ironicamente qualche estate fa spopolava su Youtube, dipingendo le pittoresche abitudini dei giovani della nostra città: questa volta le fiamme sono vere, e non hanno ancora un "appiccatore" ben definito, ma lasciano segni ben evidenti sui muri e sulle saracinesche della città di Barletta. Per l'ennesima volta nelle ultime settimane, a pagar dazio all'ignoto e spaventoso potere del fuoco è stata un'attività commerciale, nel dettaglio un'azienda di vendita all'ingrosso con sede in via Lido San Giovanni, periferia residenziale. Il rogo si è verificato nella mattinata di ieri e ha avuto come obiettivo la "An.Te. Fashion", azienda impegnata nella vendita al dettaglio e grandi distribuzioni di abbigliamento di noti marchi del settore tessile, con diffusione sull'intero territorio nazionale.
Il proprietario dell'azienda ha notato la brutta sorpresa ieri mattina, quando si è recato in sede per l'apertura: è allora che ha constatato con amarezza che qualcuno, approfittando delle tenebre della notte, aveva cosparso una delle saracinesche dell'attività di liquido infiammabile, appiccando poi il fuoco. Tracce di liquido infiammabile all'esterno dei locali, sempre sulle saracinesche, danni diffusi (questa volta fortunatamente solo all'esterno del locale), residenti nelle vicinanze in allarme, fiamme alte che illuminano- ahinoi- a giorno la notte di alcune vie di Barletta, e la diffusa e inquietante sensazione che il pizzo stia tornando a bussare alle porte dei commercianti della nostra città. E' questo il triste film che da qualche tempo si sta ripetendo tra le mura della nostra città, che torna a tremare dopo 10 giorni di "pausa": la notte di Pasqua era stato il turno del centro medico fisioterapico "BIOS" in via San Samuele, ma 24 ore prima un'altra attvità commerciale, stavolta un bar, come già accaduto con il Bar "Royal", sito al numero civico 81 di via Dicuonzo, nel quartiere "Sette Frati", il 6 aprile, e ancora prima al Bar "Fuego" preso di mira da quelli che ormai possono essere definiti con certezza attentatori, seppure ancora ignoti. Il triste "apripista" a questa ondata di attentati incendiari era stato il tentativo di incendio, risalente a martedì 3 aprile, avvenuto in via Prascina all'ingresso della sede legale e amministrativa di una nota maglieria.
Non bisogna temere di denunciare, bisogna indignarsi, arrabbiarsi (per usare termini ortodossi). Se due indizi fanno una prova, cinque costituiscono una preoccupante certezza: l'ombra del racket starebbe tornando ad annuvolare i cieli di Barletta.
(Twitter @GuerraLuca88)
Il proprietario dell'azienda ha notato la brutta sorpresa ieri mattina, quando si è recato in sede per l'apertura: è allora che ha constatato con amarezza che qualcuno, approfittando delle tenebre della notte, aveva cosparso una delle saracinesche dell'attività di liquido infiammabile, appiccando poi il fuoco. Tracce di liquido infiammabile all'esterno dei locali, sempre sulle saracinesche, danni diffusi (questa volta fortunatamente solo all'esterno del locale), residenti nelle vicinanze in allarme, fiamme alte che illuminano- ahinoi- a giorno la notte di alcune vie di Barletta, e la diffusa e inquietante sensazione che il pizzo stia tornando a bussare alle porte dei commercianti della nostra città. E' questo il triste film che da qualche tempo si sta ripetendo tra le mura della nostra città, che torna a tremare dopo 10 giorni di "pausa": la notte di Pasqua era stato il turno del centro medico fisioterapico "BIOS" in via San Samuele, ma 24 ore prima un'altra attvità commerciale, stavolta un bar, come già accaduto con il Bar "Royal", sito al numero civico 81 di via Dicuonzo, nel quartiere "Sette Frati", il 6 aprile, e ancora prima al Bar "Fuego" preso di mira da quelli che ormai possono essere definiti con certezza attentatori, seppure ancora ignoti. Il triste "apripista" a questa ondata di attentati incendiari era stato il tentativo di incendio, risalente a martedì 3 aprile, avvenuto in via Prascina all'ingresso della sede legale e amministrativa di una nota maglieria.
Non bisogna temere di denunciare, bisogna indignarsi, arrabbiarsi (per usare termini ortodossi). Se due indizi fanno una prova, cinque costituiscono una preoccupante certezza: l'ombra del racket starebbe tornando ad annuvolare i cieli di Barletta.
(Twitter @GuerraLuca88)