L'alta velocità che non c'è : il caso del Frecciarossa "Pietro Mennea"
Convocata la IX Commissione Trasporti in Parlamento
Scrive così il Prof. Vincenzo Piccialli :
Sottolinea ancora con indiginazione :Paradossalmente il treno Frecciarossa proprio a Barletta, città capoluogo di 100 mila abitanti della provincia di Barletta-Andria- Trani, che ha dato tra l'altro ha dato i natali a Pietro Mennea a cui è stato dedicato il nuovissimo treno super veloce Frecciarossa 1000, nodo ferroviario secondo dopo Bari, con un bacino di utenza di circa 600 mila abitanti e movimento passeggeri annuo di 3 milioni di viaggiatori, non si fermerà.
La questione sollevata, infatti, viene definita come una vera è propria vergogna, inaccettabile perché eliminare la fermata di Barletta significa penalizzare tutte le comunità di riferimento,limitando la capacità e la possibilità ai cittadini di muoversi liberamente. Si parla tanto, forse troppo di un'Italia a due velocità, di una linea che divide in due il Nord e il Sud e operazioni nocive come questa, perpetrata per di più, dalle Ferrovie dello Stato che dovrebbero promuovere la libertà di movimento e agevolare tutti i cittadini (senza distinzioni di provenienza) danneggia l'immagine del Sud e dell'apparato dei trasporti statali.Se la decisione di Trenitalia di non far fermare il Frecciarossa a Barletta è legata alla strategia di Trenitalia di collegare tra di loro con il Frecciarossa solo le città metropolitane italiane ed i capoluoghi di Regione nel più breve tempo possibile, senza effettuare altre fermate intermedie, allora dovrebbero spiegare come mai Rimini (la città del Presidente della Fondazione FF.S. Italiane, ing. Mauro Moretti), dove fermano tutti i treni, compreso il Frecciarossa in questione, con 140 mila abitanti (la sua Provincia ne conta 335 mila), sia considerata "città metropolitana"; e Barletta, insieme alle confinanti Andria e Trani, realtà macrourbana di 260 mila abitanti , dove non fermerebbe il Frecciarossa di nuova istituzione Lecce-Milano-Lecce, sia considerata dalla stessa Trenitalia poco più di una "masseria di campagna"
Chiude il Prof. Piccialli con un appello alla dirigenza amminsitrativa di Barletta :
Alla classe politica locale poi dico che lavorare per creare le basi di una crescita economica e sociale significa battere i pugni sui tavoli istituzionali che contano, anche su quelli di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato, rivendicando maggior rispetto per la città, capoluogo capofila della nostra Provincia, cominciando a pretendere con dati di fatto oggettivi anche una fermata di un treno prima che tutti gli altri treni e le occasioni di sviluppo passino dalla nostra città e dalla nostra Provincia senza mai fermarsi.