Agri Revolution e il sogno di Antonio, agricoltore ventiduenne
«C’è tanta voglia di fare e di rivivere i ricordi di un passato del tutto barlettano»
giovedì 16 luglio 2015
Antonio Vaccariello, giovane agricoltore barlettano, ha creato un progetto del tutto innovativo, denominandolo Agri Revolution, attraverso il quale intende promuovere la valorizzazione del nostro territorio e dei suoi migliori prodotti agricoli, creando dei marchi di produzione come quelli che già esistono in numerose regioni d'Italia. Abbiamo chiesto ad Antonio stesso cosa significhi per lui questo progetto, in che modo abbia avuto origine e dove intende arrivare il sogno di un giovane lavoratore barlettano.
In che modo è nata in te la passione per l'agricoltura?
«La mia passione per l'agricoltura è nata grazie alla mia provenienza da generazioni contadine che mi hanno fatto riscoprire alcuni valori del nostro territorio e mi hanno trasmesso l'importanza della soddisfazione nel vedere crescere la propria pianta portandola ai frutti. Sin da piccolo mi ha sempre appassionato scoprire nuove tecniche di produzione e nuove scelte varietali, sono infatti convinto che la solita agricoltura stanchi e che si debba unire la tradizione ad altri elementi i come eventi e innovazioni».
Cosa rappresenta Agri Revolution per te? Cos'è nel concreto questo progetto che hai esposto e pubblicizzato su Facebook?
«Agri Revolution è il nome che ho dato alla mia pagina Facebook. L'ispirazione è nata così, pensando a qualcosa che potesse dare il via ad un progetto rilevante per il nostro territorio, qualcosa che unisse l'agricoltura al nuovo, al bello, all'innovativo e quindi al rivoluzionario. La pagina pubblicizza nel concreto la mia passione, attraverso la quale ho voluto dare il via ad una sperimentazione su una nuova varietà di pomodoro insalatario denominato "Naxos", un pomodoro raro nelle nostre zone, ma molto diffuso nel barese, nel calabrese e nel siciliano, dove la presenza di serre e aziende agricole permettono la diffusione del prodotto con molte tecniche di produzione. Ho deciso di coltivare circa trecento piante in via sperimentale, piante indeterminate, cioè piante a lunga crescita e che in realtà hanno una durata superiore alle solite piante, vengono a morire soltanto per determinati fattori climatici incontrollabili, in quanto la coltivazione avviene in pieno campo e non in strutture specifiche per controllare la pioggia e i freddi. Oltre alla crescita hanno una resa di produzione molto superiore alle solite piante, parliamo di oltre 15 kg per pianta rispetto ai soliti 5-6 kg di una normale».
Quali sono i prossimi sbocchi del tuo progetto?
«La richiesta sul mercato è notevole, il pomodoro insalatario o da mensa, secondo stime e realtà di mercato, è più richiesto rispetto ad un normale pomodoro da salsa. Parliamo quindi di prezzi che si aggirano dai 60 centesimi ad 1 euro per kg, rispetto ad un normale pomodoro dove i prezzi si aggirano intorno 30 centesimi al kg. La mia è una passione che potrebbe diventare un business per me e per molti giovani agricoltori del posto. Registrando questi risultati per l'anno prossimo vorrei investire molto di più, avviando un'azienda che supporti quantitativi maggiori, coprendo mercati importanti in zone come quelle di Conversano, Andria, Molfetta e Fasano, mercati del nord Italia e magari un giorno anche quelli esteri».
Tra i vari settori in crisi credi che quello agricolo possa rappresentare un punto di rinascita e svolta per i giovani?
«Credo che questa possa essere davvero una grande possibilità per numerosi giovani, l'agricoltura deve ritornare ad avere reddito, ma soprattutto deve ritornare in mano a persone che ci credono, che hanno voglia di lavorare e valorizzare il proprio prodotto come poesia e non sfruttandola come un normale bene. Negli ultimi anni abbiamo seguito la massa, abbiamo piantumato ettari ed ettari di alberi di olive e vigneti, adesso ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano alle G.D.O. che impostano prezzi speculativi, portando la distruzione dell'intero comparto, abbandono di terre, disoccupazione e tristezza nelle assunzioni e spesso maltrattamento dei diritti dell'uomo. Per questo nel mio progetto è incluso un appello alla nostra amministrazione, spero che si convochi con agricoltori, conduttori di aziende e terreni nei pressi della zona Fiumara e zona "Pezzo della Rosa" comunemente chiamata "Paludi", un tavolo tecnico, in cui si possa discutere di tutela del nostro territorio, dei nostri prodotti e quindi degli agricoltori stessi. Spesso siamo vittima di atti criminali, avvengono furti e danni all'ordine del giorno, non sono più le notizie a parlarne, ma le numerose denunce rivolte alla questura ed abbandonate a se stesse . Inoltre spero che si possa iniziare a parlare di valorizzazione del nostro territorio attraverso un marchio di qualità che rappresenti l'incanto abbandonato di queste zone , dove c'è tanta voglia di fare e di rivivere i ricordi di un passato del tutto barlettano».
In che modo è nata in te la passione per l'agricoltura?
«La mia passione per l'agricoltura è nata grazie alla mia provenienza da generazioni contadine che mi hanno fatto riscoprire alcuni valori del nostro territorio e mi hanno trasmesso l'importanza della soddisfazione nel vedere crescere la propria pianta portandola ai frutti. Sin da piccolo mi ha sempre appassionato scoprire nuove tecniche di produzione e nuove scelte varietali, sono infatti convinto che la solita agricoltura stanchi e che si debba unire la tradizione ad altri elementi i come eventi e innovazioni».
Cosa rappresenta Agri Revolution per te? Cos'è nel concreto questo progetto che hai esposto e pubblicizzato su Facebook?
«Agri Revolution è il nome che ho dato alla mia pagina Facebook. L'ispirazione è nata così, pensando a qualcosa che potesse dare il via ad un progetto rilevante per il nostro territorio, qualcosa che unisse l'agricoltura al nuovo, al bello, all'innovativo e quindi al rivoluzionario. La pagina pubblicizza nel concreto la mia passione, attraverso la quale ho voluto dare il via ad una sperimentazione su una nuova varietà di pomodoro insalatario denominato "Naxos", un pomodoro raro nelle nostre zone, ma molto diffuso nel barese, nel calabrese e nel siciliano, dove la presenza di serre e aziende agricole permettono la diffusione del prodotto con molte tecniche di produzione. Ho deciso di coltivare circa trecento piante in via sperimentale, piante indeterminate, cioè piante a lunga crescita e che in realtà hanno una durata superiore alle solite piante, vengono a morire soltanto per determinati fattori climatici incontrollabili, in quanto la coltivazione avviene in pieno campo e non in strutture specifiche per controllare la pioggia e i freddi. Oltre alla crescita hanno una resa di produzione molto superiore alle solite piante, parliamo di oltre 15 kg per pianta rispetto ai soliti 5-6 kg di una normale».
Quali sono i prossimi sbocchi del tuo progetto?
«La richiesta sul mercato è notevole, il pomodoro insalatario o da mensa, secondo stime e realtà di mercato, è più richiesto rispetto ad un normale pomodoro da salsa. Parliamo quindi di prezzi che si aggirano dai 60 centesimi ad 1 euro per kg, rispetto ad un normale pomodoro dove i prezzi si aggirano intorno 30 centesimi al kg. La mia è una passione che potrebbe diventare un business per me e per molti giovani agricoltori del posto. Registrando questi risultati per l'anno prossimo vorrei investire molto di più, avviando un'azienda che supporti quantitativi maggiori, coprendo mercati importanti in zone come quelle di Conversano, Andria, Molfetta e Fasano, mercati del nord Italia e magari un giorno anche quelli esteri».
Tra i vari settori in crisi credi che quello agricolo possa rappresentare un punto di rinascita e svolta per i giovani?
«Credo che questa possa essere davvero una grande possibilità per numerosi giovani, l'agricoltura deve ritornare ad avere reddito, ma soprattutto deve ritornare in mano a persone che ci credono, che hanno voglia di lavorare e valorizzare il proprio prodotto come poesia e non sfruttandola come un normale bene. Negli ultimi anni abbiamo seguito la massa, abbiamo piantumato ettari ed ettari di alberi di olive e vigneti, adesso ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano alle G.D.O. che impostano prezzi speculativi, portando la distruzione dell'intero comparto, abbandono di terre, disoccupazione e tristezza nelle assunzioni e spesso maltrattamento dei diritti dell'uomo. Per questo nel mio progetto è incluso un appello alla nostra amministrazione, spero che si convochi con agricoltori, conduttori di aziende e terreni nei pressi della zona Fiumara e zona "Pezzo della Rosa" comunemente chiamata "Paludi", un tavolo tecnico, in cui si possa discutere di tutela del nostro territorio, dei nostri prodotti e quindi degli agricoltori stessi. Spesso siamo vittima di atti criminali, avvengono furti e danni all'ordine del giorno, non sono più le notizie a parlarne, ma le numerose denunce rivolte alla questura ed abbandonate a se stesse . Inoltre spero che si possa iniziare a parlare di valorizzazione del nostro territorio attraverso un marchio di qualità che rappresenti l'incanto abbandonato di queste zone , dove c'è tanta voglia di fare e di rivivere i ricordi di un passato del tutto barlettano».