Agguato a Ventura, sarebbe tentato omicidio: escluso il movente politico
Conferenza stampa in Procura, «indispensabile Facebook per identificare gli aggressori»
venerdì 27 febbraio 2015
11.51
Si tratta di due uomini, piuttosto giovani, e sarebbero proprio loro i presunti colpevoli dell'attentato del 20 gennaio scorso ai danni del consigliere comunale e capogruppo del Partito Democratico Pasquale Ventura. I nomi e la matrice della vicenda è stata spiegata poco fa nella conferenza stampa che si è svolta presso la Procura della Repubblica di Trani: si tratterebbe di Igli Kamberi, di 29 anni, albanese ma residente a Barletta, e Francesco Sibilano, di 28 anni, di Andria, entrambi fermati con l'accusa di tentato omicidio.
Le indagini sono ancora in una fase iniziale ma sembrerebbe essere escluso il movente politico. A spiegare quanto emerso durante queste prime ricerche sono stati il procuratore Carlo Maria Capristo, il dirigente del Commissariato di Barletta Luciano Di Prisco, la vicedirigente Santa Mennea, l'ispettore Antonio Corvasce, il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il prefetto della provincia Barletta-Andria-Trani Clara Minerva.
Da quanto ricostruito, i due attentatori avrebbero sparato due colpi di revolver indirizzati a Ventura con l'obiettivo di uccidere, e il consigliere è riuscito a rimanere illeso solo grazie alla sua prontezza, scappando subito nel momento del pericolo. Sul luogo dell'agguato non sono stati trovati bossoli ma solo le "camicie" dei proiettili, al momento della perquisizione da parte delle forze dell'ordine nella casa del giovane albanese, sono state trovate munizioni compatibili per il revolver.
Per risalire all'identità dei due presunti responsabili fondamentale sono state le riprese delle telecamere di sorveglienza, come appreso dal lancio stampa della Polizia di questa mattina, con cui sono state diffuse le registrazioni video. Dalle immagini è stato possibile ricostruire quanto avvenuto con maggiore precisione: dieci minuti prima dell'attentato i due uomini avrebbero fatto un sopralluogo preventivo a bordo di un'auto in via Firenze, poi sarebbero tornati in un garage dall'altra parte della città per recuperare la motocicletta, intestata al Kamberi, per giungere sul luogo in cui poi è avvenuta la sparatoria.
Le indagini si sono svolte comparando i filmati e le informazioni recuperate dai profili Facebook dei presunti responsabili, per valutare che la moto fosse la stessa. Proprio su Facebook, una volta scoperta l'identità dei due, è stata scandagliata la vita privata dei sospetti, potendo così ricostruire una buona parte della vicenda. Gli agenti della Polizia di Stato si sono attrezzati per scandagliare i social network, fonte molto preziosa per queste indagini. «È la nuova frontiere delle attività investigative – ha riferito il procuratore Capristo – i criminali dovrebbero seriamente preoccuparsi».
A caldo interviene il sindaco Cascella durante la conferenza d'insediamento del nuovo assessore Damato: «Sono molto contento. Stamattina ci siamo svegliati bene, è una notizia che ci tranquillizza e sgombra il campo da equivoci di ogni genere. Emerge che la politica c'entra poco. Grande solidarietà al consigliere Ventura - continua il primo cittadino - che possa ritrovare serenità personale».
Le indagini sono ancora in una fase iniziale ma sembrerebbe essere escluso il movente politico. A spiegare quanto emerso durante queste prime ricerche sono stati il procuratore Carlo Maria Capristo, il dirigente del Commissariato di Barletta Luciano Di Prisco, la vicedirigente Santa Mennea, l'ispettore Antonio Corvasce, il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il prefetto della provincia Barletta-Andria-Trani Clara Minerva.
Da quanto ricostruito, i due attentatori avrebbero sparato due colpi di revolver indirizzati a Ventura con l'obiettivo di uccidere, e il consigliere è riuscito a rimanere illeso solo grazie alla sua prontezza, scappando subito nel momento del pericolo. Sul luogo dell'agguato non sono stati trovati bossoli ma solo le "camicie" dei proiettili, al momento della perquisizione da parte delle forze dell'ordine nella casa del giovane albanese, sono state trovate munizioni compatibili per il revolver.
Per risalire all'identità dei due presunti responsabili fondamentale sono state le riprese delle telecamere di sorveglienza, come appreso dal lancio stampa della Polizia di questa mattina, con cui sono state diffuse le registrazioni video. Dalle immagini è stato possibile ricostruire quanto avvenuto con maggiore precisione: dieci minuti prima dell'attentato i due uomini avrebbero fatto un sopralluogo preventivo a bordo di un'auto in via Firenze, poi sarebbero tornati in un garage dall'altra parte della città per recuperare la motocicletta, intestata al Kamberi, per giungere sul luogo in cui poi è avvenuta la sparatoria.
Le indagini si sono svolte comparando i filmati e le informazioni recuperate dai profili Facebook dei presunti responsabili, per valutare che la moto fosse la stessa. Proprio su Facebook, una volta scoperta l'identità dei due, è stata scandagliata la vita privata dei sospetti, potendo così ricostruire una buona parte della vicenda. Gli agenti della Polizia di Stato si sono attrezzati per scandagliare i social network, fonte molto preziosa per queste indagini. «È la nuova frontiere delle attività investigative – ha riferito il procuratore Capristo – i criminali dovrebbero seriamente preoccuparsi».
A caldo interviene il sindaco Cascella durante la conferenza d'insediamento del nuovo assessore Damato: «Sono molto contento. Stamattina ci siamo svegliati bene, è una notizia che ci tranquillizza e sgombra il campo da equivoci di ogni genere. Emerge che la politica c'entra poco. Grande solidarietà al consigliere Ventura - continua il primo cittadino - che possa ritrovare serenità personale».