A Barletta soffriamo di mal di città?

Il professor Quarto denuncia eccesso di traffico e smog

sabato 8 novembre 2014
«Vivere in città può costare caro alla salute. Esistono alcune patologie indotte espressamente dall'ambiente urbano. E' il "mal di città". Un vero e proprio inferno di gas, rumore e affollamento confermato da dati OMS, secondo cui l'88% della popolazione metropolitana respira troppo smog, e, solo nel 2012, ci sono stati 3,7 milioni di morti nel mondo, per patologie collegate all'inquinamento atmosferico (www.legambiente.it)». Si esprime sulla vivibilità della nostra città, dal punto di vista ambientale ma anche salutistico, il professore di geofisica Ruggiero Quarto, docente presso l'Università di Bari.

«Quanto più la scienza indaga sulla correlazione traffico-salute, tanto più i risultati sono allarmanti, specie per inquinanti come: particolato sottile (PM 10 e ancor più 2.5), ozono, benzene, ossidi di azoto e zolfo. Oltre alla grave correlazione di cui sopra, non vanno sottaciuti lo stress da ingorgo e le perdite di tempo. Inoltre, una città intasata da automobili non è una città bella.

Più volte ho sottolineato la serietà di questo ennesimo problema ambientale barlettano. Ma, quanto più tempo passa, tanto più degenera. Purtroppo, il traffico è un altro "muro di gomma" cittadino. Se l'affronti sei rimbalzato. In effetti, il traffico barlettano assomiglia assai alle giostre con autoscontro a rimbalzo: fitto ed anarchico, con contorno di incidenti. Il "muro di gomma" agisce anche a livello nazionale, tanto che Barletta non risulta nemmeno nelle statistiche del rapporto sulla vivibilità ambientale "Ecosistema Urbano". Missing. A Barletta il traffico è drammatico in molte vie: asse viario di via Canosa - via Imbriani - corso Garibaldi - corso Cavour (dalle 19 alle 21 pura camera a gas!); asse di corso V. Emanuele - via Regina Margherita; asse di via Alvisi - via D'Aragona. Negli orari di punta occorre aggiungere molte altre vie. Almeno cinque chilometri di strade sono aggredite da un traffico insostenibile e inquinante. Infatti, la centralina per il monitoraggio della qualità dell'aria presente nel cortile della scuola sita in via Canosa, quando era in funzione, superava spesso i limiti di legge per inquinanti tossici. Poi è stata disattivata. Occhio che non vede cuore che non soffre! L'ARPA ha spiegato che ha soppresso tale monitoraggio perché fuori dallo spirito della legge, che esclude punti "anomali", ad elevato inquinamento da traffico, sui quali dovrebbe intervenire il comune, con specifici provvedimenti. Aspetta e spera! L'unico risultato della disattivazione è che ora via Canosa è un "buco nero". Perché il comune non interviene? Il disprezzo che la mancata soluzione del problema implica verso oltre un migliaio di bambini e tante persone, che lì respirano aria spesso inquinata, è vergognoso.

Dovrebbe vigere un Piano Urbano del traffico (PUT). Peccato che, digitando le parole chiave "Piano Urbano del Traffico" nel sito web del comune, c'è un altro buco nero!
Dall'articolo 36 del Codice della Strada leggiamo: comma 4)

I piani di traffico sono finalizzati ad ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità e i tempi di attuazione degli interventi. Il piano urbano del traffico prevede il ricorso ad adeguati sistemi tecnologici, su base informatica di regolamentazione e controllo del traffico, nonché di verifica del rallentamento della velocità e di dissuasione della sosta, al fine anche di consentire modifiche ai flussi della circolazione stradale che si rendano necessarie in relazione agli obiettivi da perseguire. Comma 5) Il piano urbano del traffico viene aggiornato ogni due anni. Comma10) I comuni e gli enti inadempienti sono invitati, su segnalazione del prefetto, dal Ministero dei lavori pubblici a provvedere entro un termine assegnato, trascorso il quale il Ministero provvede alla esecuzione d'ufficio del piano e alla sua realizzazione.

O mi sfugge qualcosa, o qualcosa non torna! Qui servirebbe un'interrogazione consigliare. Ma non solo! Un moderno e dinamico PUT, in simbiosi con il Piano Urbanistico Generale (PUG), può sicuramente mitigare i gravissimi problemi di (im)mobilità cittadina. Ovviamente, come per ogni piano urbano occorrono precisi indirizzi politici. Per Barletta servirebbe: a) un efficiente trasporto pubblico, specialmente lungo gli assi viari critici, con bus ecologici, piccoli, frequenti, a chiamata; b) zone a traffico limitato ampie; c) grandi aree pedonali al centro della città, con il sostegno alle attività commerciali comprese; c) piste ciclabili ben interconnesse tra loro e funzionali, con cicloparcheggi di interscambio, bicistazione, contrasto furti, bike-sharing; d) parcheggi scambiatori (park&ride); e) favorire l'uso comune delle auto (car-sharing e car-pooling); f) migliorare i servizi per ridurre la necessità del trasporto privato; g) usare il web per molte pratiche che oggi richiedono la presenza fisica; h) regolare i "tempi della città" (orari di scuole e uffici un po' sfasati); i) istituire un mobility manager; ecc…

Potremo mai rassegnarci ad una città congestionata, insalubre e brutta? Proprio no! Nonostante i nostri governanti facciano di tutto per farci adattare, con impenitente lentezza amministrativa e con odiose strategie di degrado persistente, del tipo: non far funzionare i cartelli luminosi alle fermate dei bus da oltre 10 anni e far sparire le bici dalle stazioni del bike-sharing! Dove si staranno arrugginendo? Non è che per farci adattare alla bruttezza, si rimuovono le soluzioni ai problemi?».