«A Barletta sembra di essere tornati ai tempi della Prima Repubblica»
Una riflessione di Alessandro Zagaria del Collettivo Exit. «E’ ora che il Sindaco e la nuova giunta avanzino proposte concrete»
venerdì 11 maggio 2012
12.28
«Quello che è avvenuto a livello nazionale con le elezioni amministrative, crediamo possa essere un ottimo punto di partenza per cercare di interpretare le vicende che riguardano la città di Barletta». Di forte attualità è il commento di Alessandro Zagaria del Collettivo Exit, che propone una riflessione della contingenza politica, amministrativa e programmatica di Barletta alla luce dei recenti sommovimenti elettorali in tutta Italia.
«Le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio hanno aperto un enorme voragine nel sistema politico italiano in cui rischiano di sprofondare per sempre i partiti politici che hanno retto per vent'anni la cosiddetta Seconda Repubblica. Due sono i dati fondamentali che ci restituiscono un quadro più chiaro di quello che è avvenuto in questa tornata elettorale: l'aumento dell'astensione e la vittoria del Movimento 5 Stelle. L'astensione che si aggira intorno al 34%,con picchi in alcune città del 40-45%,non può essere riconducibile soltanto al classico,se pur presente,fenomeno della disaffezione nei confronti della classe politica,ma in parte anche al rifiuto della democrazia rappresentativa e della delega ai partiti. C'è oggi la consapevolezza in molti soggetti sociali che è possibile rispondere ai bisogni reali di chi subisce gli effetti nefasti della crisi e delle politiche di austerity solo attraverso un processo di partecipazione e di autodeterminazione delle proprie esistenze per cercare un reale cambiamento.
Lo stesso fenomeno del movimento 5 Stelle o di altre liste civiche (es. in Puglia il buon risultato di Brindisi Bene Comune) in parte danno una risposta proprio sul terreno della partecipazione e della voglia di mettersi in gioco da parte di molti cittadini,che sposano le idee di questi movimenti per la loro orizzontalità e la totale mancanza di apparato burocratico. Ma l'affermazione di questo movimento, che in alcune città come Genova,Parma,Verona,Brindisi ha polverizzato una parte della nomenclatura politica, è dovuta anche al fatto che molti suoi attivisti da anni sono impegnati sui territori su tematiche sociali e ambientali. Dove non sono presenti sul territorio a costruire vertenze o a far emergere conflittualità e appaiono solo per la tornata elettorale,esempio lampante Trani,raggiungono risultati assai modesti.
Il quadro che emerge ci offre anche lo spunto per una riflessione abbastanza articolata su quello che sta avvenendo nella nostra città,che,nonostante i sussulti che stanno terremotando l'intera classe politica a livello nazionale,sembra far finta di nulla. Anzi a Barletta sembra di essere tornati ai tempi della Prima Repubblica per quanto riguarda la nomina del nuovo esecutivo cittadino, con l'utilizzo del manuale Cencelli per quanto riguarda la spartizione del potere e l'assegnazione delle deleghe assessorili.
L'aspetto più drammatico è che il lungo braccio di ferro all'interno del Partito Democratico conclusosi con la vittoria al Congresso e quindi con il totale controllo del partito da parte del Consigliere Regionale Caracciolo si è esteso anche a tutti i partiti della coalizione di centro-sinistra. Questo controllo si estende anche a quelle stesse forze di centro-destra ,totalmente incapaci di costruire un opposizione credibile e impazienti anche loro di raccogliere i frutti del loro consociativismo.
Oggi il dato più significativo è che non c'è un soggetto politico forte che guida la coalizione e stabilisce le priorità per l'azione politica,ma un singolo uomo,che certo non brilla per le sue proposte politiche,che detiene un potere assoluto,capace di ridisegnare a proprio piacimento gli equilibri all'interno della maggioranza e di fatto esautorare il Sindaco dal proprio ruolo. Emblematico a tal proposito è l'allargamento della maggioranza alla lista Emiliano, movimento completamente inesistente altrove e che nella nostra città è composto da voltagabbana del centro destra,per troppo tempo rimasti all'opposizione ma impazienti di assaporare gli effetti del potere. Lo stesso discorso vale per i due partiti che si definiscono di sinistra,SEL e Federazione della Sinistra che in queste ultime settimane si sono supportati non certo come da loro affermato per puntellare a sinistra la coalizione,visto che Sel annovera al proprio interno transfughi di destra,ma per garantirsi poltrone nelle nomine di sottogoverno e tenere ben salda, in caso di rimpasto,magari con l'aiuto dell'area Bersani in Regione di cui fa parte Caracciolo, la poltrona dell'assessore regionale Campese.
In tutto questo pantano non c'è assolutamente spazio per uno straccio minimo di programma, né la possibilità di capire cosa abbiano intenzione di fare per cercare di risolvere le numerose emergenze sociali e ambientali che attanagliano la nostra città.
Sarebbe ora che il Sindaco e la nuova giunta avanzassero proposte concrete per delineare un progetto reale per il territorio,o forse a questo punto dovrebbe essere il consigliere Caracciolo ad illustrarci questo eventuale programma».
«Le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio hanno aperto un enorme voragine nel sistema politico italiano in cui rischiano di sprofondare per sempre i partiti politici che hanno retto per vent'anni la cosiddetta Seconda Repubblica. Due sono i dati fondamentali che ci restituiscono un quadro più chiaro di quello che è avvenuto in questa tornata elettorale: l'aumento dell'astensione e la vittoria del Movimento 5 Stelle. L'astensione che si aggira intorno al 34%,con picchi in alcune città del 40-45%,non può essere riconducibile soltanto al classico,se pur presente,fenomeno della disaffezione nei confronti della classe politica,ma in parte anche al rifiuto della democrazia rappresentativa e della delega ai partiti. C'è oggi la consapevolezza in molti soggetti sociali che è possibile rispondere ai bisogni reali di chi subisce gli effetti nefasti della crisi e delle politiche di austerity solo attraverso un processo di partecipazione e di autodeterminazione delle proprie esistenze per cercare un reale cambiamento.
Lo stesso fenomeno del movimento 5 Stelle o di altre liste civiche (es. in Puglia il buon risultato di Brindisi Bene Comune) in parte danno una risposta proprio sul terreno della partecipazione e della voglia di mettersi in gioco da parte di molti cittadini,che sposano le idee di questi movimenti per la loro orizzontalità e la totale mancanza di apparato burocratico. Ma l'affermazione di questo movimento, che in alcune città come Genova,Parma,Verona,Brindisi ha polverizzato una parte della nomenclatura politica, è dovuta anche al fatto che molti suoi attivisti da anni sono impegnati sui territori su tematiche sociali e ambientali. Dove non sono presenti sul territorio a costruire vertenze o a far emergere conflittualità e appaiono solo per la tornata elettorale,esempio lampante Trani,raggiungono risultati assai modesti.
Il quadro che emerge ci offre anche lo spunto per una riflessione abbastanza articolata su quello che sta avvenendo nella nostra città,che,nonostante i sussulti che stanno terremotando l'intera classe politica a livello nazionale,sembra far finta di nulla. Anzi a Barletta sembra di essere tornati ai tempi della Prima Repubblica per quanto riguarda la nomina del nuovo esecutivo cittadino, con l'utilizzo del manuale Cencelli per quanto riguarda la spartizione del potere e l'assegnazione delle deleghe assessorili.
L'aspetto più drammatico è che il lungo braccio di ferro all'interno del Partito Democratico conclusosi con la vittoria al Congresso e quindi con il totale controllo del partito da parte del Consigliere Regionale Caracciolo si è esteso anche a tutti i partiti della coalizione di centro-sinistra. Questo controllo si estende anche a quelle stesse forze di centro-destra ,totalmente incapaci di costruire un opposizione credibile e impazienti anche loro di raccogliere i frutti del loro consociativismo.
Oggi il dato più significativo è che non c'è un soggetto politico forte che guida la coalizione e stabilisce le priorità per l'azione politica,ma un singolo uomo,che certo non brilla per le sue proposte politiche,che detiene un potere assoluto,capace di ridisegnare a proprio piacimento gli equilibri all'interno della maggioranza e di fatto esautorare il Sindaco dal proprio ruolo. Emblematico a tal proposito è l'allargamento della maggioranza alla lista Emiliano, movimento completamente inesistente altrove e che nella nostra città è composto da voltagabbana del centro destra,per troppo tempo rimasti all'opposizione ma impazienti di assaporare gli effetti del potere. Lo stesso discorso vale per i due partiti che si definiscono di sinistra,SEL e Federazione della Sinistra che in queste ultime settimane si sono supportati non certo come da loro affermato per puntellare a sinistra la coalizione,visto che Sel annovera al proprio interno transfughi di destra,ma per garantirsi poltrone nelle nomine di sottogoverno e tenere ben salda, in caso di rimpasto,magari con l'aiuto dell'area Bersani in Regione di cui fa parte Caracciolo, la poltrona dell'assessore regionale Campese.
In tutto questo pantano non c'è assolutamente spazio per uno straccio minimo di programma, né la possibilità di capire cosa abbiano intenzione di fare per cercare di risolvere le numerose emergenze sociali e ambientali che attanagliano la nostra città.
Sarebbe ora che il Sindaco e la nuova giunta avanzassero proposte concrete per delineare un progetto reale per il territorio,o forse a questo punto dovrebbe essere il consigliere Caracciolo ad illustrarci questo eventuale programma».