A Barletta arriva il nuovo prefetto, ma la Bat è ancora senza questura
La riflessione di Savino Montaruli
martedì 10 luglio 2018
«Tutti ricordano le parole, le prime parole d'insediamento del secondo Prefetto della Bat, la dott.ssa Clara Minerva, la quale disse: "Questura e sedi provinciali delle Forze dell'Ordine, porterò a termine la costituzione della Bat". Alle parole della Minerva, la cui nomina seguiva quella del suo predecessore dott. Carlo Sessa insediatosi a settembre 2009 e rimasto in carica fino a gennaio 2014, furono in molti a dare credito sperando che si realizzasse il progetto originario della Provincia Bat cioè l'istituzione del cosiddetto "Polo della Sicurezza" nella città di Andria, comprendente non solo la nuova Questura ma anche il Palazzo della stessa Prefettura. Da quelle dichiarazioni del 2014 di anni continuano a trascorrerne e mentre la Provincia Bat continua a cadere letteralmente a pezzi, al punto da non conoscersene più la sua esistenza o meno, il suoi compiti, tranne il fatto che c'è chi attorno ad essa continua ad abbeverarsi, la condizione relativa all'ordine pubblico ed al disordine sociale preoccupa sempre più, in un territorio dove la politica continua a dare il peggio di sé disorientando i cittadini, gli imprenditori e la stessa cosiddetta società civile». A scrivere è Savino Montaruli, presidente Unibat.
«Anche chi prese il posto del Prefetto Minerva, cioè la dott.ssa Maria Antonietta Cerniglia, come anche recentemente il Procuratore Capo di Trani, Antonino Di Maio, hanno continuato ad affermare che uno degli obiettivi era quello di non lasciare incompiuta la realizzazione della Questura della Bat ma ad oggi nessuna di quelle Autorità ha avuto l'onore di tagliare quel nastro tricolore che giace in qualche cassetto chiuso nei palazzi del potere sin dal 2017, data in cui non solo quel manufatto di via Indipendenza avrebbe dovuto essere consegnato alla comunità ma che avrebbe anche dovuto essere in grado di contenere i duecento poliziotti in servizio mentre attualmente il Dirigente del Commissariato di Andria lamenta una carenza di organico di addirittura due terzi rispetto alle necessità.
Oggi alla guida del palazzo di Governo della Bat arriva il dottor Emilio Dario Sensi da Colleferro il quale, siamo certi, nel suo primo discorso di insediamento parlerà di Questura della Bat e del suo massimo impegno perché essa si realizzi, al più presto. I politici faranno la nuova carrellata di opinionismo diffuso; qualcuno continuerà ad essere scettico, altri a difendere il loro operato vantando i meriti di aver evitato la perdita dei fondi mentre altri ancora già stanno facendo la corsa a ricercare quel nastro tricolore conservato da qualche anno in qualche sperduto cassetto, pronto al taglio dove (ri)vedremo, insieme, tutti gli autori dei ritardi, degli inspiegabili, colpevoli ritardi che continuano a rendere questa provincia ritardataria in tutto» conclude Montaruli.
«Anche chi prese il posto del Prefetto Minerva, cioè la dott.ssa Maria Antonietta Cerniglia, come anche recentemente il Procuratore Capo di Trani, Antonino Di Maio, hanno continuato ad affermare che uno degli obiettivi era quello di non lasciare incompiuta la realizzazione della Questura della Bat ma ad oggi nessuna di quelle Autorità ha avuto l'onore di tagliare quel nastro tricolore che giace in qualche cassetto chiuso nei palazzi del potere sin dal 2017, data in cui non solo quel manufatto di via Indipendenza avrebbe dovuto essere consegnato alla comunità ma che avrebbe anche dovuto essere in grado di contenere i duecento poliziotti in servizio mentre attualmente il Dirigente del Commissariato di Andria lamenta una carenza di organico di addirittura due terzi rispetto alle necessità.
Oggi alla guida del palazzo di Governo della Bat arriva il dottor Emilio Dario Sensi da Colleferro il quale, siamo certi, nel suo primo discorso di insediamento parlerà di Questura della Bat e del suo massimo impegno perché essa si realizzi, al più presto. I politici faranno la nuova carrellata di opinionismo diffuso; qualcuno continuerà ad essere scettico, altri a difendere il loro operato vantando i meriti di aver evitato la perdita dei fondi mentre altri ancora già stanno facendo la corsa a ricercare quel nastro tricolore conservato da qualche anno in qualche sperduto cassetto, pronto al taglio dove (ri)vedremo, insieme, tutti gli autori dei ritardi, degli inspiegabili, colpevoli ritardi che continuano a rendere questa provincia ritardataria in tutto» conclude Montaruli.