Verso Gubbio-Barletta: i ricordi dell'ex capitano Simone Guerri
L'anno scorso in Puglia, oggi in Umbria, racconta il "suo"personale derby
sabato 13 ottobre 2012
11.08
Un capitano non vorrebbe mai abbandonare la propria nave, ma ci sono momenti e contingenze che costringono a farlo. In un Barletta che in quest'estate ha vissuto un futuro nebuloso, uno dei primi a trovare una nuova "casa" sportiva è stato l'ex capitano Simone Guerri. Il centrocampista toscano, classe 1982, il cui contratto non è stato rinnovato alla scadenza, ha infatti firmato a luglio per il Gubbio, società retrocessa in Prima Divisione dopo un anno di serie B. Guerri, che il 27 giugno ha compiuto 30 anni, ha collezionato con la maglia del Barletta 55 presenze in campionato in due anni, mettendo a segno anche due gol, quello del provvisorio 1-0 in Barletta-Cavese 3-3 del 17 ottobre 2010, e quello del vantaggio allo "Zini" di Cremona, dove il Barletta lo scorso 22 aprile pareggiò per 2-2. Centrocampista di quantità, uomo-spogliatoio, capitano biancorosso in diverse partite, Guerri ha lasciato un buon ricordo a Barletta. Noi di Barlettalife.it lo abbiamo contattato alla vigilia di Gubbio-Barletta, il suo personale "derby" che andrà in scena domani pomeriggio al "Barbetti" di Gubbio per il settimo turno del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B. Simone, cordiale come sempre, non si è tirato indietro, in un'intervista a cavallo tra un passato ancora molto vicino in ricordi e parole e un futuro tutto da scoprire in terra umbra:
Simone Guerri, quella di domani per te non può essere una partita come le altre…
"Ho vissuto sicuramente una settimana dal sapore diverso rispetto alle partite normali. A Barletta ho trascorso due anni meravigliosi e quando sono andato via ho lasciato tanti amici e tanti bei ricordi lì. Sarò sicuramente emozionato".
Che effetto ti fa vedere il Barletta così in basso dopo sei giornate. E' il normale dazio da pagare quando si ha una squadra così giovane?
"Mi dispiace per la piazza, mi spiace perché l'anno scorso si parlò di progetto biennale per andare in B invece dopo un anno è cambiato tutto. Adesso il progetto e gli obiettivi sono cambiati".
Spesso si parla della scorsa stagione con l'aggettivo "fallimentare". E' una cosa che indispettisce voi che eravate in rosa?
"Sicuramente sì, molto. Noi abbiamo fatto tanti errori durante la stagione, questo è certo, ma gli sbagli non li hanno commessi solo i calciatori: senza quel punto di penalizzazione, pur non dopo un'annata indimenticabile, avremmo raggiunto i playoff. Obiettivamente abbiamo fatto tanti errori, ripeto, e li abbiamo fatti tutti: quando però si parlava di progetto biennale, non ci aspettavamo che venisse smantellata in questo modo la rosa, io per primo non me l'aspettavo".
L'anno scorso eri uno degli uomini di maggior esperienza in rosa: anche quest'anno, dopo la partenza zoppicante del Barletta, si è parlato della possibilità di pescare qualche calciatore più esperto tra gli svincolati, in particolare a centrocampo. Non sarebbe stato utile, secondo te, confermare almeno un "veterano" in mediana?
"Credo di sì. A fine anno il presidente ci aveva già detto che non sapeva se aveva voglia di continuare o meno. Non ci voleva tenere vincolati alle sue scelte e ci lasciò liberi di fare le nostre. Ognuno così ha preso la sua strada".
In che rapporti ti sei lasciato con la S.S. Barletta Calcio?
"Diciamo buoni, non abbiamo mai fatto liti importanti, c'è sempre stato rispetto da entrambe le parti. Certo, c'è stata delusione perché è stata una bellissima esperienza e mi è spiaciuto lasciare così".
Sei approdato a Gubbio, in una società retrocessa dalla serie B. Che differenze hai trovato tra la piazza umbra e quella di Barletta?
"A livello ambientale, Gubbio è molto più tranquilla: ho trovato delusione per la retrocessione dalla B. Ovviamente la tranquillità maggiore ha lati positivi e negativi: a Barletta il tifo ti fa sentire calciatore sette giorni su sette, ti incita allo stadio sempre, mentre a Gubbio durante la settimana c'è pochissima gente, per esempio, a seguire gli allenamenti in settimana".
Questa minore pressione sul Gubbio può aiutarvi nella scalata verso obiettivi di alta classifica?
"Sì, però bisogna dire che può avere effetti negativi o positivi. Quando lotti per determinati obiettivi, la spinta del pubblico è determinante, però ci sono anche altri momenti, come avvenne a noi l'anno scorso, in cui un mezzo pareggio era sufficiente per far scattare una contestazione. Se invece fossimo partiti con un profilo basso già da inizio anno a Barletta sarebbe stata tutta un'altra storia".
Come ti trovi con mister Sottil? E come procede l'inserimento in rosa? Sin qui ti sei alternato tra campo e panchina…
"Il mister è bravo, giovane e preparato. E' un martello, ci fa lavorare tanto, testa tanti moduli e ci stimola sempre. Farà tanta strada, ne sono certo. Venendo qui sapevo che avrei trovato grande concorrenza a centrocampo: all'inizio ho avuto anche una distorsione alla caviglia che mi ha frenato. Adesso c'è turnover in mezzo al campo, ma il campionato è lungo e io sono a disposizione per accettare le scelte del mister".
Nella vostra rosa ci sono anche giovani interessanti. Facci il nome di uno di questi già pronto per esplodere…
"Ce n'è più di uno. Penso a Scardina, attaccante del '92 che è arrivato dalla Roma. E' molto cattivo agonisticamente e lavora come un matto, se trova continuità sottoporta farà strada".
Domenica chi potrebbe decidere la partita dalle due parti?
"Della nostra squadra sicuramente il nostro centravanti Galabinov, che potrebbe consacrarsi quest'anno. Del Barletta ho visto solo la partita contro la Nocerina, mi hanno impressionato Molina e Ferreira ma dico Simoncelli, che non sta giocando tanto ma in campo da avversario mi intimorisce sempre (ride, ndr)".
Dei "vecchi" del Barletta, chi saluterai con maggiore affetto domani pomeriggio?
"Senza dubbio proprio Daniele Simoncelli: appena arrivai a Barletta, mi aiutò molto nell'inserimento. E anche il fisioterapista Tommaso De Ruvo, con lui ci sentiamo praticamente ogni giorno da quando sono andato via da Barletta".
Tu sei un tifoso del Milan: arriva più su il tuo Gubbio o il club rossonero quest'anno?
"Il Milan quest'anno è un disastro, davvero (ride, ndr). Arriviamo sicuramente più su noi".
Simone, siamo arrivati al termine di questa bella intervista. Come saluti i tifosi del Barletta e i nostri lettori?
"L'augurio che faccio ai tifosi del Barletta è di non vivere una stagione travagliata, comunque sia spero che il campionato del Barletta si rimetta sui binari giusti, lo merita la piazza e lo merita il Presidente. Un grande abbraccio a una città che mi ha dato tanto".
Un pizzico del cuore di Simone Guerri resterà sempre biancorosso, c'è da giurarci…
(Twitter: @GuerraLuca88)
Simone Guerri, quella di domani per te non può essere una partita come le altre…
"Ho vissuto sicuramente una settimana dal sapore diverso rispetto alle partite normali. A Barletta ho trascorso due anni meravigliosi e quando sono andato via ho lasciato tanti amici e tanti bei ricordi lì. Sarò sicuramente emozionato".
Che effetto ti fa vedere il Barletta così in basso dopo sei giornate. E' il normale dazio da pagare quando si ha una squadra così giovane?
"Mi dispiace per la piazza, mi spiace perché l'anno scorso si parlò di progetto biennale per andare in B invece dopo un anno è cambiato tutto. Adesso il progetto e gli obiettivi sono cambiati".
Spesso si parla della scorsa stagione con l'aggettivo "fallimentare". E' una cosa che indispettisce voi che eravate in rosa?
"Sicuramente sì, molto. Noi abbiamo fatto tanti errori durante la stagione, questo è certo, ma gli sbagli non li hanno commessi solo i calciatori: senza quel punto di penalizzazione, pur non dopo un'annata indimenticabile, avremmo raggiunto i playoff. Obiettivamente abbiamo fatto tanti errori, ripeto, e li abbiamo fatti tutti: quando però si parlava di progetto biennale, non ci aspettavamo che venisse smantellata in questo modo la rosa, io per primo non me l'aspettavo".
L'anno scorso eri uno degli uomini di maggior esperienza in rosa: anche quest'anno, dopo la partenza zoppicante del Barletta, si è parlato della possibilità di pescare qualche calciatore più esperto tra gli svincolati, in particolare a centrocampo. Non sarebbe stato utile, secondo te, confermare almeno un "veterano" in mediana?
"Credo di sì. A fine anno il presidente ci aveva già detto che non sapeva se aveva voglia di continuare o meno. Non ci voleva tenere vincolati alle sue scelte e ci lasciò liberi di fare le nostre. Ognuno così ha preso la sua strada".
In che rapporti ti sei lasciato con la S.S. Barletta Calcio?
"Diciamo buoni, non abbiamo mai fatto liti importanti, c'è sempre stato rispetto da entrambe le parti. Certo, c'è stata delusione perché è stata una bellissima esperienza e mi è spiaciuto lasciare così".
Sei approdato a Gubbio, in una società retrocessa dalla serie B. Che differenze hai trovato tra la piazza umbra e quella di Barletta?
"A livello ambientale, Gubbio è molto più tranquilla: ho trovato delusione per la retrocessione dalla B. Ovviamente la tranquillità maggiore ha lati positivi e negativi: a Barletta il tifo ti fa sentire calciatore sette giorni su sette, ti incita allo stadio sempre, mentre a Gubbio durante la settimana c'è pochissima gente, per esempio, a seguire gli allenamenti in settimana".
Questa minore pressione sul Gubbio può aiutarvi nella scalata verso obiettivi di alta classifica?
"Sì, però bisogna dire che può avere effetti negativi o positivi. Quando lotti per determinati obiettivi, la spinta del pubblico è determinante, però ci sono anche altri momenti, come avvenne a noi l'anno scorso, in cui un mezzo pareggio era sufficiente per far scattare una contestazione. Se invece fossimo partiti con un profilo basso già da inizio anno a Barletta sarebbe stata tutta un'altra storia".
Come ti trovi con mister Sottil? E come procede l'inserimento in rosa? Sin qui ti sei alternato tra campo e panchina…
"Il mister è bravo, giovane e preparato. E' un martello, ci fa lavorare tanto, testa tanti moduli e ci stimola sempre. Farà tanta strada, ne sono certo. Venendo qui sapevo che avrei trovato grande concorrenza a centrocampo: all'inizio ho avuto anche una distorsione alla caviglia che mi ha frenato. Adesso c'è turnover in mezzo al campo, ma il campionato è lungo e io sono a disposizione per accettare le scelte del mister".
Nella vostra rosa ci sono anche giovani interessanti. Facci il nome di uno di questi già pronto per esplodere…
"Ce n'è più di uno. Penso a Scardina, attaccante del '92 che è arrivato dalla Roma. E' molto cattivo agonisticamente e lavora come un matto, se trova continuità sottoporta farà strada".
Domenica chi potrebbe decidere la partita dalle due parti?
"Della nostra squadra sicuramente il nostro centravanti Galabinov, che potrebbe consacrarsi quest'anno. Del Barletta ho visto solo la partita contro la Nocerina, mi hanno impressionato Molina e Ferreira ma dico Simoncelli, che non sta giocando tanto ma in campo da avversario mi intimorisce sempre (ride, ndr)".
Dei "vecchi" del Barletta, chi saluterai con maggiore affetto domani pomeriggio?
"Senza dubbio proprio Daniele Simoncelli: appena arrivai a Barletta, mi aiutò molto nell'inserimento. E anche il fisioterapista Tommaso De Ruvo, con lui ci sentiamo praticamente ogni giorno da quando sono andato via da Barletta".
Tu sei un tifoso del Milan: arriva più su il tuo Gubbio o il club rossonero quest'anno?
"Il Milan quest'anno è un disastro, davvero (ride, ndr). Arriviamo sicuramente più su noi".
Simone, siamo arrivati al termine di questa bella intervista. Come saluti i tifosi del Barletta e i nostri lettori?
"L'augurio che faccio ai tifosi del Barletta è di non vivere una stagione travagliata, comunque sia spero che il campionato del Barletta si rimetta sui binari giusti, lo merita la piazza e lo merita il Presidente. Un grande abbraccio a una città che mi ha dato tanto".
Un pizzico del cuore di Simone Guerri resterà sempre biancorosso, c'è da giurarci…
(Twitter: @GuerraLuca88)