Trungelliti: «Sono legato a Barletta. Paura di perdere? Sì, ma ho lottato»
Bolelli: «Avversario forte che ha meritato il successo»
lunedì 16 aprile 2018
0.22
Marco Trungelliti è il terzo argentino dopo Cabello (1998) e Berlocq (2008) a conquistare il Challenger di Barletta, arrivato alla sua 19esima edizione: «Sono felice, ho giocato bene e non mi sono arreso nonostante la sconfitta nel primo set, dove ho ceduto due volte il servizio - il commento del vincitore del Challenger - ho giocato praticamente tutti i giorni, riposando solo giovedì: sono stato bravo a tenere i nervi saldi contro un avversari molto forte. Paura di perdere? C'è stata, ma ho lottato ed è andata bene. Sono legato a Barletta, qui ha vinto il mio coach Puentes. Prossima fermata? In Portogallo, a partire già da martedì». Un pizzico di amarezza, accompagnato dall'orgoglio di chi è arrivato in finale, per Simone Bolelli, numero 163 del ranking: «Sarebbe stato bello essere il primo azzurro vittorioso a Barletta, non sono partito benissimo poi sono cresciuto con il passare dei giorni - le parole del tennista classe 1985 - oggi ho trovato un avversario forte, determinato che ha meritato il successo. Il pubblico di Barletta? Mi è stato vicino per tutta la settimana e gli sono grato».
Soddisfazione per l'andamento del Challenger nelle parole di Isidoro Alvisi (consigliere nazionale della Fit) e di Francesco Mantegazza (presidente Fit Puglia): «E' stata una finale bellissima e l'affluenza del torneo ha testimoniato l'importanza delle partite giocate. Spiace che non abbia vinto un italiano, è vero, ma contava lo spettacolo. Su terra rossa, Barletta si conferma il primo torneo di Puglia per qualità e organizzazione».
I fari sono già puntati sull'edizione 2019, come spiegato dal direttore tecnico del Challenger, Enzo Ormas: «Cambieranno le regole Atp e ci saranno tante novità per innalzare il livello di questi eventi, noi da domani inizieremo a lavorarci. Arrivavamo da alcune finali con poco equilibrio negli ultimi anni, direi che questa è stata la più bella e ha incollato il pubblico anche sugli spalti all'ora di pranzo. Speravo che potessimo premiare un vincitore italiano, ma per la settima volta questa idea si ferma in finale. Onore a Trungelliti, che è partito dalle qualificazioni, ci ha creduto e ha vinto. Sono contento per Simone Bolelli, che ci ha dimostrato quanto può tornare ad altissimi livelli anche nel singolare».
Soddisfazione per l'andamento del Challenger nelle parole di Isidoro Alvisi (consigliere nazionale della Fit) e di Francesco Mantegazza (presidente Fit Puglia): «E' stata una finale bellissima e l'affluenza del torneo ha testimoniato l'importanza delle partite giocate. Spiace che non abbia vinto un italiano, è vero, ma contava lo spettacolo. Su terra rossa, Barletta si conferma il primo torneo di Puglia per qualità e organizzazione».
I fari sono già puntati sull'edizione 2019, come spiegato dal direttore tecnico del Challenger, Enzo Ormas: «Cambieranno le regole Atp e ci saranno tante novità per innalzare il livello di questi eventi, noi da domani inizieremo a lavorarci. Arrivavamo da alcune finali con poco equilibrio negli ultimi anni, direi che questa è stata la più bella e ha incollato il pubblico anche sugli spalti all'ora di pranzo. Speravo che potessimo premiare un vincitore italiano, ma per la settima volta questa idea si ferma in finale. Onore a Trungelliti, che è partito dalle qualificazioni, ci ha creduto e ha vinto. Sono contento per Simone Bolelli, che ci ha dimostrato quanto può tornare ad altissimi livelli anche nel singolare».