Stagione a rischio per l'ACSI ONMIC Barletta, appello al sindaco Cannito
«Uno sport che ha dato tanto lustro alla Città della Disfida non può essere ammazzato dall'indifferenza»
lunedì 16 luglio 2018
Si è già levato il sole sulla nuova "regular season" 2018 -19 targata Federazione Italiana Tennistavolo, regular season che si preannuncia ricca di novità ed intrisa di insidie agonistiche. E mentre tutti i sodalizi italiani hanno ripreso la preparazione ( forse sarebbe piu' corretto affermare che "mai" l'hanno interrotta dal momento che tra la fine di un anno agonistico e l'incipit del successivo non è prevista pausa alcuna), la Polisportiva ACSI ONMIC Barletta ( supportata dagli sponsors Ottica Lamusta e Terrapulia ), poche ore dopo avere festeggiato il suo trentasettesimo genetliaco, è stata costretta ad affrontare il primo ostacolo della nuova stagione, il più silente ma anche il più pernicioso, quell'ostacolo che rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro agonistico dello storico club barlettano.
Sic rebus stantibus, viene spontaneo chiedersi: cosa sta turbando la quiete di una società pongistica che si è appena lasciato alle spalle un anno sportivo irripetibile e memorabile? Applicando un consolidato metodo deduttivo, sappiamo bene che, in qualsivoglia impegno sociale, il denaro è un motore inarrestabile e, nel momento in cui la "pecunia" scarseggia, il predetto motore inizia a perdere potenza e corre il serio rischio di arrestarsi bruscamente oltrechè irreversibilmente. In 37 anni di gloriosa attività agonistica, disputata sia in ambito nazionale che regionale, l'ACSI ONMIC Barletta mai ha gestito i propri conti in maniera dissennata, mai ha maturato situazioni debitorie nei confronti di chicchessia, mai ha anteposto la sciocca ed insensata megalomania alla concretezza ed all'avvedutezza, mai ha preferito l'uovo di oggi alla gallina di domani. Eppure, nonostante la tangibile oculatezza della dirigenza societaria, nonostante la provata competenza di un'organizzazione che opera da oltre un terzo di secolo, il club pongistico barlettano, artefice di tante "aurore agonistiche", è davvero ad un passo da un mesto tramonto.
Lo sport, cari lettori, è un impegno di vita in perenne evoluzione e questa evoluzione richiede investimenti economici sempre più corposi. I due "benefattori" del movimento pongistico barlettano, nello specifico Ottica Lamusta da ben 14 anni e Terrapulia da un anno, sono state affidabilissime "scialuppe di salvataggio" ma non hanno potuto sopperire alle gravi ed inaccettabili inadempienze da parte dell'imprenditoria locale, da sempre insensibile alle proposte sia agonistiche che formative elaborate dal pongismo barlettano. Tempus fugit ed il processo ad un passato, quello del sodalizio ACSI ONMIC,contraddistinto da prestigiosi risultati e da enormi sacrifici non aiuta, nel modo piu' assoluto, ad individuare una soluzione a breve termine. Bisogna fare, presto, anzi prestissimo per "salvare" una società sportiva che ha scritto pagine indelebili di sport cittadino, regionale e nazionale.
L'imprenditoria locale deve mettersi subito una mano sulla coscienza e dare vita ad un poule di sostenitori che, con irrisorie erogazioni, consentano al sodalizio biancorosso lo svolgimento della prestigiosa attività agonistica nella corrente stagione e la realizzazione di un robusto settore giovanile ( indispensabile "finestra sul domani"). Fondamentale l'intervento di tutti i politici locali (senza distinzione di bandiera) che devono soccorrere tempestivamente questa realtà sportiva, evitando atteggiamenti demagogici. A tal proposito, la dirigenza societaria "fa vivo appello alla proverbiale sensibilità del primo cittadino, dott.Mino Cannito, affinchè uno sport che tanto lustro ha conferito alla Città della Disfida non venga ammazzato dall'indifferenza". Se è vero che a tutto vi è rimedio tranne che alla morte, si eviti la fine ingloriosa di un sodalizio che della gloria ha fatto il suo umile biglietto di presentazione.
Sic rebus stantibus, viene spontaneo chiedersi: cosa sta turbando la quiete di una società pongistica che si è appena lasciato alle spalle un anno sportivo irripetibile e memorabile? Applicando un consolidato metodo deduttivo, sappiamo bene che, in qualsivoglia impegno sociale, il denaro è un motore inarrestabile e, nel momento in cui la "pecunia" scarseggia, il predetto motore inizia a perdere potenza e corre il serio rischio di arrestarsi bruscamente oltrechè irreversibilmente. In 37 anni di gloriosa attività agonistica, disputata sia in ambito nazionale che regionale, l'ACSI ONMIC Barletta mai ha gestito i propri conti in maniera dissennata, mai ha maturato situazioni debitorie nei confronti di chicchessia, mai ha anteposto la sciocca ed insensata megalomania alla concretezza ed all'avvedutezza, mai ha preferito l'uovo di oggi alla gallina di domani. Eppure, nonostante la tangibile oculatezza della dirigenza societaria, nonostante la provata competenza di un'organizzazione che opera da oltre un terzo di secolo, il club pongistico barlettano, artefice di tante "aurore agonistiche", è davvero ad un passo da un mesto tramonto.
Lo sport, cari lettori, è un impegno di vita in perenne evoluzione e questa evoluzione richiede investimenti economici sempre più corposi. I due "benefattori" del movimento pongistico barlettano, nello specifico Ottica Lamusta da ben 14 anni e Terrapulia da un anno, sono state affidabilissime "scialuppe di salvataggio" ma non hanno potuto sopperire alle gravi ed inaccettabili inadempienze da parte dell'imprenditoria locale, da sempre insensibile alle proposte sia agonistiche che formative elaborate dal pongismo barlettano. Tempus fugit ed il processo ad un passato, quello del sodalizio ACSI ONMIC,contraddistinto da prestigiosi risultati e da enormi sacrifici non aiuta, nel modo piu' assoluto, ad individuare una soluzione a breve termine. Bisogna fare, presto, anzi prestissimo per "salvare" una società sportiva che ha scritto pagine indelebili di sport cittadino, regionale e nazionale.
L'imprenditoria locale deve mettersi subito una mano sulla coscienza e dare vita ad un poule di sostenitori che, con irrisorie erogazioni, consentano al sodalizio biancorosso lo svolgimento della prestigiosa attività agonistica nella corrente stagione e la realizzazione di un robusto settore giovanile ( indispensabile "finestra sul domani"). Fondamentale l'intervento di tutti i politici locali (senza distinzione di bandiera) che devono soccorrere tempestivamente questa realtà sportiva, evitando atteggiamenti demagogici. A tal proposito, la dirigenza societaria "fa vivo appello alla proverbiale sensibilità del primo cittadino, dott.Mino Cannito, affinchè uno sport che tanto lustro ha conferito alla Città della Disfida non venga ammazzato dall'indifferenza". Se è vero che a tutto vi è rimedio tranne che alla morte, si eviti la fine ingloriosa di un sodalizio che della gloria ha fatto il suo umile biglietto di presentazione.