S. Maria Cilento-Barletta 0-0, per i biancorossi un punto e poco altro
Partita tutt’altro che esaltante dei biancorossi, ma il finale dimostra che questa squadra può e deve fare di più
martedì 16 gennaio 2024
14.26
Finisce a reti inviolate una delle partite più noiose e più povere tecnicamente degli ultimi anni che hanno avuto il Barletta come protagonista. E se nella gara di andata al "Puttilli", nonostante la sconfitta praticamente all'ultimo secondo, erano stati i giallorossi campani a farsi preferire dal punto di vista della manovra, nel match disputatosi domenica pomeriggio al "Carrano", il punteggio finale di zero a zero tra Santa Maria Cilento e Barletta rispecchia alla perfezione quanto si è visto in campo, cioè poco o nulla.
Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, per quel che riguarda il Barletta, oltre al fatto di essere riuscito a mantenere a distanza una diretta rivale (!) c'è da evidenziare il fatto che, al netto della oggettiva modestia del Santa Maria Cilento, la porta barlettana è tornata ad essere inviolata dopo oltre due mesi, quando in mancanza d'altro almeno ci si poteva vantare della miglior difesa del girone, prima che di lì a poco si scatenasse quel diluvio di reti al passivo (19 in sette gare, una media di quasi tre a partita) e di figuracce che ha portato il Barletta all'attuale situazione.
Poi però vi è il bicchiere mezzo vuoto rappresentato da una squadra che, come dimostra un finale di gara decisamente più propositivo rispetto alla prima soporifera ora di gioco, pur avendo in condizioni di normalità un potenziale ben superiore a quel che dice l'attuale classifica, ancora non riesce ad esprimersi come potrebbe e soprattutto dovrebbe.
Come già detto, qualche spunto interessante, soprattutto nell'ultimo quarto d'ora di partita si è visto a partire dall'ingresso in campo di Schelotto nell'insolita posizione di trequartista al posto di uno spento Basanisi, e di Lamonica al posto di un Diaz in evidente ritardo di condizione, schierato da Bitetto nel tandem di attacco iniziale con a fianco Caputo: anche quest'ultimo non certo nella sua giornata migliore, vista la quantità industriale di errori tecnici messa in mostra in quel di Castellabate.
La scossa data in avanti con l'ingresso di Lamonica, il reintegro in rosa (pare) di N'Gom, e un quanto prima auspicabile ritorno in condizione di Diaz, dovrebbero a questo punto offrire a mister Bitetto quelle varie e valide soluzioni offensive che tanto sono mancate al Barletta in questa prima metà della stagione.
Positivo, inoltre, il rientro di Cafagna, entrato anch'egli al posto di Bramati, oltre a quella del reparto arretrato dove ha funzionato abbastanza bene la difesa a tre formata da Capone, Camilleri e Lobosco, nell'attesa naturalmente di altre e ben più probanti verifiche.
Una parvenza di solidità di ritrovata solidità difensiva, un nuovo ruolo per Schelotto e un potenziale offensivo certamente superiore a quanto sin qui dimostrato. Tutti ingredienti con i quali il Barletta può e deve provare a chiudere quanto prima il discorso salvezza per poi a fine anno provare a voltare definitivamente pagina e ad archiviare una volta per sempre quella conflittualità nell'ambiente biancorosso che tanti danni ha fatto alla piazza e tanti ancora ne sta facendo in campo.
Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, per quel che riguarda il Barletta, oltre al fatto di essere riuscito a mantenere a distanza una diretta rivale (!) c'è da evidenziare il fatto che, al netto della oggettiva modestia del Santa Maria Cilento, la porta barlettana è tornata ad essere inviolata dopo oltre due mesi, quando in mancanza d'altro almeno ci si poteva vantare della miglior difesa del girone, prima che di lì a poco si scatenasse quel diluvio di reti al passivo (19 in sette gare, una media di quasi tre a partita) e di figuracce che ha portato il Barletta all'attuale situazione.
Poi però vi è il bicchiere mezzo vuoto rappresentato da una squadra che, come dimostra un finale di gara decisamente più propositivo rispetto alla prima soporifera ora di gioco, pur avendo in condizioni di normalità un potenziale ben superiore a quel che dice l'attuale classifica, ancora non riesce ad esprimersi come potrebbe e soprattutto dovrebbe.
Come già detto, qualche spunto interessante, soprattutto nell'ultimo quarto d'ora di partita si è visto a partire dall'ingresso in campo di Schelotto nell'insolita posizione di trequartista al posto di uno spento Basanisi, e di Lamonica al posto di un Diaz in evidente ritardo di condizione, schierato da Bitetto nel tandem di attacco iniziale con a fianco Caputo: anche quest'ultimo non certo nella sua giornata migliore, vista la quantità industriale di errori tecnici messa in mostra in quel di Castellabate.
La scossa data in avanti con l'ingresso di Lamonica, il reintegro in rosa (pare) di N'Gom, e un quanto prima auspicabile ritorno in condizione di Diaz, dovrebbero a questo punto offrire a mister Bitetto quelle varie e valide soluzioni offensive che tanto sono mancate al Barletta in questa prima metà della stagione.
Positivo, inoltre, il rientro di Cafagna, entrato anch'egli al posto di Bramati, oltre a quella del reparto arretrato dove ha funzionato abbastanza bene la difesa a tre formata da Capone, Camilleri e Lobosco, nell'attesa naturalmente di altre e ben più probanti verifiche.
Una parvenza di solidità di ritrovata solidità difensiva, un nuovo ruolo per Schelotto e un potenziale offensivo certamente superiore a quanto sin qui dimostrato. Tutti ingredienti con i quali il Barletta può e deve provare a chiudere quanto prima il discorso salvezza per poi a fine anno provare a voltare definitivamente pagina e ad archiviare una volta per sempre quella conflittualità nell'ambiente biancorosso che tanti danni ha fatto alla piazza e tanti ancora ne sta facendo in campo.