Rafa Nadal: il principe di Spagna sbocciato a Barletta dice adios al tennis
Chiude la carriera uno dei più grandi tennisti di sempre. Vinse il Challenger della Disfida nel 2003
giovedì 10 ottobre 2024
18.26
Che tra Barletta e la terra di Spagna ci sia uno storico feeling, è cosa nota sin dai tempi del "Gran Capitan" Consalvo da Cordova e dei "fatti d'arme" che videro coinvolti tredici cavalieri italiani contro tredici francesi.
Che per ben sette delle prime otto edizioni del Challenger ATP "Città della Disfida" siano state vinte da tennisti spagnoli, è ulteriore testimonianza di una sorta di ideale filo invisibile che unisce la nostra città alla patria di Miguel Cervantes e di Pablo Picasso.
Era la primavera 2003 quando il circolo tennis "Hugo Simmen" di Barletta si apprestava ad ospitare la settima edizione del torneo Challenger ATP della città di Barletta, una kermesse fin lì appannaggio quasi esclusivo del tennis spagnolo.
E alla dittatura iberica non si sottrasse neanche l'edizione 2003, quando un diciassettenne dai capelli nerissimi vinse "a sorpresa" il torneo battendo in finale il connazionale Albert Portas col punteggio di 6-2 7-6, concedendo nell'intero arco del torneo soli due set: all'argentino Arguello nel secondo turno, e al tedesco Behrend in semifinale.
Ma il 2003 per Barletta non era un anno come gli altri, era l'anno delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della Disfida, e in un anno così speciale il Challenger ATP "Città della Disfida" non poteva che vedere il trionfo di un atleta speciale. Si perchè quel diciassettenne dai capelli nerissimi si chiamava (e si chiama) Rafael Nadal.
Maiorchino, figlio di Sebastian e Ana Maria Parera, classe 1986, Rafa Nadal è cresciuto in una famiglia di sportivi anche di un certo prestigio. Suo zio Toni, nonché suo primo allenatore, è stato tennista a sua volta, ma soprattutto il piccolo Rafa è nipote del calciatore Miguel Angel Nadal, nazionale spagnolo negli anni Novanta, nonché pilastro difensivo, non di un Barcellona qualunque, ma di quello allenato dal grandissimo Johan Cruijff che vinse la Coppa dei Campioni nel 1992 e che perse in finale col Milan nel 1994. Un qualcosa di kafkiano, se si considera che Rafa Nadal, non solo è tifosissimo del Real Madrid, ma ne è socio onorario.
Tornando al tennis, a Rafa Nadal, e alla sua fugace (ma a conti fatti determinante per la sua carriera) apparizione nella nostra città, sempre a proposito della Disfida non poteva essere che la Francia il principale territorio di caccia dell'immenso tennista spagnolo, con i suoi 14 trionfi al Roland Garros a cui per altro vanno aggiunte le 11 vittorie nel Torneo di Montecarlo. E poi naturalmente, per quanto riguarda i tornei dello slam, vi sono da registrare i due successi agli Open d'Australia (2009-2022), i due di Wimbledon (2008-2010) e i quattro negli US Open (2010-2013-2017-2019). Trionfi a cui si aggiungono inoltre: il doppio oro olimpico (singolare e doppio) a Rio 2016, ben 5 successi con la Spagna in Coppa Davis (2004-2008-2009-2011-2019) e tanti, tanti altri tornei più o meno importanti, per un totale di 99 titoli vinti.
E poi ci sono le grandi rivalità: quella con Djokovic, ma soprattutto quella leggendaria con Roger Federer che ha monopolizzato per oltre un decennio il tennis mondiale. Un esaltante dualismo che ha raggiunto una dimensione epico-letteraria paragonabile a Prost-Senna, Alì-Foreman o Pelè-Maradona.
Davvero difficile accettare che tutto questo sta giungendo alla fine, ed è bello pensare che tutto questo è in pratica iniziato una domenica di primavera al circolo tennis "Hugo Simmen" di Barletta, quando il compianto sindaco Francesco Salerno consegnò il trofeo del Challenger ATP "Città della Disfida" a quel timido diciassettenne spagnolo che di lì a poco, insieme alle altre due divinità della racchetta Roger Federer e Novak Djokovic, avrebbe riscritto la storia del tennis.
Che per ben sette delle prime otto edizioni del Challenger ATP "Città della Disfida" siano state vinte da tennisti spagnoli, è ulteriore testimonianza di una sorta di ideale filo invisibile che unisce la nostra città alla patria di Miguel Cervantes e di Pablo Picasso.
Era la primavera 2003 quando il circolo tennis "Hugo Simmen" di Barletta si apprestava ad ospitare la settima edizione del torneo Challenger ATP della città di Barletta, una kermesse fin lì appannaggio quasi esclusivo del tennis spagnolo.
E alla dittatura iberica non si sottrasse neanche l'edizione 2003, quando un diciassettenne dai capelli nerissimi vinse "a sorpresa" il torneo battendo in finale il connazionale Albert Portas col punteggio di 6-2 7-6, concedendo nell'intero arco del torneo soli due set: all'argentino Arguello nel secondo turno, e al tedesco Behrend in semifinale.
Ma il 2003 per Barletta non era un anno come gli altri, era l'anno delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della Disfida, e in un anno così speciale il Challenger ATP "Città della Disfida" non poteva che vedere il trionfo di un atleta speciale. Si perchè quel diciassettenne dai capelli nerissimi si chiamava (e si chiama) Rafael Nadal.
Maiorchino, figlio di Sebastian e Ana Maria Parera, classe 1986, Rafa Nadal è cresciuto in una famiglia di sportivi anche di un certo prestigio. Suo zio Toni, nonché suo primo allenatore, è stato tennista a sua volta, ma soprattutto il piccolo Rafa è nipote del calciatore Miguel Angel Nadal, nazionale spagnolo negli anni Novanta, nonché pilastro difensivo, non di un Barcellona qualunque, ma di quello allenato dal grandissimo Johan Cruijff che vinse la Coppa dei Campioni nel 1992 e che perse in finale col Milan nel 1994. Un qualcosa di kafkiano, se si considera che Rafa Nadal, non solo è tifosissimo del Real Madrid, ma ne è socio onorario.
Tornando al tennis, a Rafa Nadal, e alla sua fugace (ma a conti fatti determinante per la sua carriera) apparizione nella nostra città, sempre a proposito della Disfida non poteva essere che la Francia il principale territorio di caccia dell'immenso tennista spagnolo, con i suoi 14 trionfi al Roland Garros a cui per altro vanno aggiunte le 11 vittorie nel Torneo di Montecarlo. E poi naturalmente, per quanto riguarda i tornei dello slam, vi sono da registrare i due successi agli Open d'Australia (2009-2022), i due di Wimbledon (2008-2010) e i quattro negli US Open (2010-2013-2017-2019). Trionfi a cui si aggiungono inoltre: il doppio oro olimpico (singolare e doppio) a Rio 2016, ben 5 successi con la Spagna in Coppa Davis (2004-2008-2009-2011-2019) e tanti, tanti altri tornei più o meno importanti, per un totale di 99 titoli vinti.
E poi ci sono le grandi rivalità: quella con Djokovic, ma soprattutto quella leggendaria con Roger Federer che ha monopolizzato per oltre un decennio il tennis mondiale. Un esaltante dualismo che ha raggiunto una dimensione epico-letteraria paragonabile a Prost-Senna, Alì-Foreman o Pelè-Maradona.
Davvero difficile accettare che tutto questo sta giungendo alla fine, ed è bello pensare che tutto questo è in pratica iniziato una domenica di primavera al circolo tennis "Hugo Simmen" di Barletta, quando il compianto sindaco Francesco Salerno consegnò il trofeo del Challenger ATP "Città della Disfida" a quel timido diciassettenne spagnolo che di lì a poco, insieme alle altre due divinità della racchetta Roger Federer e Novak Djokovic, avrebbe riscritto la storia del tennis.