Pietro Mennea, il ricordo nel suo "Puttilli"

Il campione barlettano omaggiato ieri prima di Barletta-Sorrento

lunedì 25 marzo 2013 17.44
A cura di Luca Guerra
La sua immagine sorridente e colma di gioia al raggiungimento dell'oro olimpico a Mosca nel 1980, quel famoso "ditino" alzato al cielo che ha fatto il giro del mondo, la sua gente e in sottofondo la voce di Paolo Rosi che ne faceva rivivere le immortali gesta. Il "Cosimo Puttilli" ha voluto onorare così ieri pomeriggio la figura di Pietro Mennea, simbolo e icona barlettana, italiana e mondiale scomparso giovedì a Roma all'età di 61 anni, in un caldo pomeriggio primaverile, come il clima che si respirava in Russia 33 anni fa: squadra con il lutto al braccio, dove il tempo, mentre le parole della celeberrima telecronaca svolazzavano nell'aria dei cieli barlettani, si è quasi fermato, permeato com'era di ricordi ed emozioni, quelle che Mennea sulle piste ha sempre regalato alla sua città.

Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola. Tante "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, allora ministro degli Esteri. Uomo poliedrico, Mennea aveva anche conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nei volumi il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani, racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino agli ultimi mesi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente poi, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.

In vita, Mennea ha fatto dell'asfalto la sua via di vita e dei suoi piedi il suo volere. Prima del fischio d'inizio uno splendido stendardo rappresentante il campione barlettano esultante in quel di Mosca nel 1980 è stato affisso prima della partita al centro del campo, per poi essere trasportato nel settore Distinti. I giocatori del settore giovanile biancorosso hanno sfilato in campo con una gigantografia che ritraeva l'atleta italiano più veloce di tutti i tempi ed uno striscione con slogan che recita: "Noi con Pietro: duecento metri sopra il cielo". Minuto di raccoglimento prima del fischio d'inizio e squadra biancorossa col lutto al braccio. Sarebbe stato bello dedicare alla sua memoria una vittoria, immaginando la sua spinta che animava la squadra dalla pista del "Puttilli". Non è successo, ma resta l'immensa commozione per un pezzo di storia barlettana, italiana e mondiale andato via. Accompagnato nell'ultima corsa dal "suo" pubblico.
(Twitter: @GuerraLuca88)


Calcio, il Barletta commemora Pietro Mennea
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