Pasquale Pane: «Così vi blindo la porta»
Intervista esclusiva al portiere biancorosso
sabato 8 ottobre 2011
Il giovane guardiano della porta biancorossa arriva da Acerra, hinterland di Napoli. E' uno dei tanti prodotti made in Monteruscello, in quella omonima scuola calcio nel napoletano che di talenti ne ha sfornati nel corso degli anni. Si chiama Pasquale Pane, dimostra più dei suoi 21 anni e ha già all'attivo 67 presenze tra serie D e Lega Pro. Domenica per Pane è stato il tempo dell'esordio in campionato con i galloni da titolare a difesa dei pali del Barletta. Estroverso, misurato nei giudizi, ambizioso, Pane si è concesso ai microfoni di Barlettalife in un'esclusiva intervista nei corridoi degli spogliatoi del "Puttilli", con la simpatica intromissione di Federico Cerone e Mattia Masiero, nel ruolo di "disturbatori" più che graditi:
Pasquale, domenica è arrivato l'esordio da titolare in campionato nel match contro il Latina. Ti aspettavi di essere lanciato nella mischia da mister Cari?
«No, il mister dice la formazione sempre la domenica. Sono stato molto contento di essere stato schierato e di aver dato il mio contributo. Peccato per il risultato finale, che non è stato certamente il massimo per noi, abbiamo ottenuto solo un punto: ora siamo proiettati verso Bassano, andiamo là per vincere».
Domenica ti aspetti la conferma nell'undici di partenza?
«Non sono solito giudicare la mia prestazione: questo è il vostro lavoro. Io mi impegno al massimo ogni giorno in allenamento per dimostrare che per la partita della domenica sono a completa disposizione. Poi sta al mister decidere se far giocare me e Vincenzo (Sicignano, ndr)».
Quando sei arrivato a Barletta, eri consapevole che saresti partito come "secondo" o pensavi di partire alla pari con Sicignano?
«Sapevo comunque della presenza di Vincenzo, dal quale posso apprendere tanto: ha giocato ad altissimi livelli in serie A, è arrivato anche in Nazionale. Certamente sapevo che lui partiva davanti, ma sono venuto a Barletta per giocarmela. Non era un problema fargli da secondo».
Nonostante i tuoi 21 anni, hai già una buona esperienza in Prima Divisione. Credi che inanellando una serie di buone prestazioni, ti si potrebbero aprire le porte dell'Under 21? Ciro Ferrara è napoletano come te…
«Magari, per me sarebbe davvero un grande onore, però è il mister che decide, io spero in una chiamata, purtroppo con mister Ferrara non ci conosciamo (ride, ndr)…».
Quale rapporto hai con i compagni di squadra?
«Ottimo. Sin dal primo giorno mi sono integrato molto bene, anche perché i più esperti ci hanno subito accolto dandoci questa possibilità».
Hai legato maggiormente con il gruppo dei napoletani?
«I vari Sicignano, Mazzeo, Schetter, con il quale ero alla Cavese e mi muovo in macchina, mi hanno certo aiutato molto, e mi trovo davvero bene con loro».
Hai parlato della Cavese. Spiaciuto per le sorti della tua ex squadra?
«Moltissimo. E' una città e una squadra che merita di stare nel calcio professionistico, purtroppo il calcio è questo».
A chi ti ispiri tra i pali?
«Ad Angelo Peruzzi. E' stato sempre il mio idolo e l'ho sempre seguito».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Sicuramente arrivare in Nazionale e giocare in serie A, magari con la maglia del Napoli».
Facciamo un passo indietro e torniamo al dolore che ha colpito Barletta in questi giorni. Ieri ti abbiamo visto con il volto molto provato, come tutta la squadra, ai funerali in Piazza Roma. C'è un messaggio che vuoi rivolgere alla cittadinanza in questo difficile momento?
«Sicuramente è un momento tragico: ci sono poche parole per esprimere questo dolore, il lutto dei famigliari, a cui porgo le mie condoglianze, ma il dolore avvolgeva tutta la cittadinanza in questi giorni brutti. Stare lì per me è stato molto doloroso, hanno perso la vita 5 persone innocenti, è qualcosa di davvero inaccettabile. Domenica giocheremo anche per loro, per onorare questa città».
Dove può arrivare questo Barletta?
«Spero più in alto possibile. Vogliamo reagire ai passi falsi: il gruppo in settimana si è allenato bene, siamo carichi per domenica e vogliamo tornare a vincere. Noi non dobbiamo pensare agli altri, ma solo a noi stessi per fare bene e ragionare domenica dopo domenica».
Come saluti la tifoseria biancorossa? Cosa prometti?
«Certo non posso promettere di segnare (sorride, ndr). Posso certo augurarmi di sbagliare il meno possibile e mi impegnerò al massimo per subire meno reti possibile».
Vi blindo io la porta, parrebbe voler dire questo giovane talento della porta...
Pasquale, domenica è arrivato l'esordio da titolare in campionato nel match contro il Latina. Ti aspettavi di essere lanciato nella mischia da mister Cari?
«No, il mister dice la formazione sempre la domenica. Sono stato molto contento di essere stato schierato e di aver dato il mio contributo. Peccato per il risultato finale, che non è stato certamente il massimo per noi, abbiamo ottenuto solo un punto: ora siamo proiettati verso Bassano, andiamo là per vincere».
Domenica ti aspetti la conferma nell'undici di partenza?
«Non sono solito giudicare la mia prestazione: questo è il vostro lavoro. Io mi impegno al massimo ogni giorno in allenamento per dimostrare che per la partita della domenica sono a completa disposizione. Poi sta al mister decidere se far giocare me e Vincenzo (Sicignano, ndr)».
Quando sei arrivato a Barletta, eri consapevole che saresti partito come "secondo" o pensavi di partire alla pari con Sicignano?
«Sapevo comunque della presenza di Vincenzo, dal quale posso apprendere tanto: ha giocato ad altissimi livelli in serie A, è arrivato anche in Nazionale. Certamente sapevo che lui partiva davanti, ma sono venuto a Barletta per giocarmela. Non era un problema fargli da secondo».
Nonostante i tuoi 21 anni, hai già una buona esperienza in Prima Divisione. Credi che inanellando una serie di buone prestazioni, ti si potrebbero aprire le porte dell'Under 21? Ciro Ferrara è napoletano come te…
«Magari, per me sarebbe davvero un grande onore, però è il mister che decide, io spero in una chiamata, purtroppo con mister Ferrara non ci conosciamo (ride, ndr)…».
Quale rapporto hai con i compagni di squadra?
«Ottimo. Sin dal primo giorno mi sono integrato molto bene, anche perché i più esperti ci hanno subito accolto dandoci questa possibilità».
Hai legato maggiormente con il gruppo dei napoletani?
«I vari Sicignano, Mazzeo, Schetter, con il quale ero alla Cavese e mi muovo in macchina, mi hanno certo aiutato molto, e mi trovo davvero bene con loro».
Hai parlato della Cavese. Spiaciuto per le sorti della tua ex squadra?
«Moltissimo. E' una città e una squadra che merita di stare nel calcio professionistico, purtroppo il calcio è questo».
A chi ti ispiri tra i pali?
«Ad Angelo Peruzzi. E' stato sempre il mio idolo e l'ho sempre seguito».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Sicuramente arrivare in Nazionale e giocare in serie A, magari con la maglia del Napoli».
Facciamo un passo indietro e torniamo al dolore che ha colpito Barletta in questi giorni. Ieri ti abbiamo visto con il volto molto provato, come tutta la squadra, ai funerali in Piazza Roma. C'è un messaggio che vuoi rivolgere alla cittadinanza in questo difficile momento?
«Sicuramente è un momento tragico: ci sono poche parole per esprimere questo dolore, il lutto dei famigliari, a cui porgo le mie condoglianze, ma il dolore avvolgeva tutta la cittadinanza in questi giorni brutti. Stare lì per me è stato molto doloroso, hanno perso la vita 5 persone innocenti, è qualcosa di davvero inaccettabile. Domenica giocheremo anche per loro, per onorare questa città».
Dove può arrivare questo Barletta?
«Spero più in alto possibile. Vogliamo reagire ai passi falsi: il gruppo in settimana si è allenato bene, siamo carichi per domenica e vogliamo tornare a vincere. Noi non dobbiamo pensare agli altri, ma solo a noi stessi per fare bene e ragionare domenica dopo domenica».
Come saluti la tifoseria biancorossa? Cosa prometti?
«Certo non posso promettere di segnare (sorride, ndr). Posso certo augurarmi di sbagliare il meno possibile e mi impegnerò al massimo per subire meno reti possibile».
Vi blindo io la porta, parrebbe voler dire questo giovane talento della porta...