"Occul-Tatò": Barletta chiama, il Presidente risponda
Troppi silenzi da un mese a questa parte in via Vittorio Veneto
lunedì 18 giugno 2012
15.13
Quella che ha avuto il via oggi sarà una settimana importante per il futuro del Barletta Calcio. Dopo i troppi silenzi del dimissionario presidente Tatò e della dirigenza, ormai "assenti ingiustificati" da quel lontano 23 maggio, dopo le rescissioni delle punte di diamante Mazzeo e Schetter, rese note tramite Twitter o voci di entourages ma non ancora confermate dalla società di via Vittorio Veneto, dopo una infruttuosa settimana di appuntamenti con calciatori in rosa e loro procuratori, e dopo le tante voci in merito al duo Pavone-Novelli, serissimi candidati a rivestire i ruoli di direttore sportivo e allenatore del Barletta che verrà, questo sembra il momento buono per sapere la verità sulla stagione che è alle porte. A metà settimana potrebbero esserci novità: la speranza è che questo avvenga in una conferenza stampa, e non attraverso una "velina" pubblicata sul sito ufficiale.
Un calendario "caldo"
Le ipotesi di mercato lasciano oggi il passo all'esigenza di iscrivere il club al prossimo torneo di Prima Divisione. Entro il 30 giugno la società dovrà fornire la fidejussione bancaria pari a 600mila euro, presentare la dichiarazione di disponibilità dello stadio "Cosimo Puttilli", richiesta che il Comune dovrà avallare e rilasciare, oltre a pagare i 27mila euro della rata di iscrizione al torneo. Passaggi che fino a circa un mese fa sembravano scontati, oggi non più. La piazza e il tifo sono certi che il Presidente non abbandonerà la nave, ma sarebbe importante un segno di distensione verso l'ambiente da parte del numero 1 biancorosso: chissà che in questa settimana, dopo qualche "taglio" eccellente, non arrivi anche qualche annuncio importante. Intanto le nubi sul futuro stentano a perdere di densità, anche se i prossimi annunci di direttore sportivo e allenatore lasciano pensare a sviluppi positivi per il futuro;
Spread gestione economica-comunicazione alle stelle
Ci sono due volti del presidente Roberto Tatò: il gestore economico, pronto a investire ingenti somme di denaro nel calcio, pari alle energie fisiche profuse, purtroppo a volte "sprecate" con errori in sede di affidamento dell'impresa-Barletta Calcio (vedi errori in sede di mercato nell'estate 2011). Questo è il lato-A, quello del presidente appassionato e in attivo, merce rara di questi tempi, che tante, tantissime piazze vorrebbero. C'è poi però il lato-B, quello del comunicatore poco avveduto: non è possibile far conoscere le proprie attenzioni alla piazza attraverso soli due comunicati, di 288 e 196 caratteri rispettivamente, passando dal "La S.S. Barletta Calcio comunica che Roberto Tatò, Presidente della stessa società e suo figlio Walter, che nella S.S.Barletta Calcio ricopriva il ruolo di Vice-Presidente, hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni dai loro rispettivi incarichi. La decisione ha effetto immediato" del 23 maggio al "La S.S. Barletta Calcio comunica che il dimissionario presidente Roberto Tatò, dichiara che, a far data da oggi, le sue quote societarie sono a disposizione di chiunque sia interessato a rilevarle" nulla è cambiato. I fatti restano nella loro cruda esposizione formato-twitter, le motivazioni delle azioni di Roberto Tatò risultano ancora il "grande assente" della vicenda, e cresce la speranza che a un certo punto arrivino, e non imitino il Godot beckettiano. Un atteggiamento quasi di sfida, che tende a far "bollire nel proprio brodo" un non precisato obiettivo. Il fondato rischio è quello di passare dallo Tatò "sceicco" di agosto 2011, dal presidentissimo che aveva speso per una piazza adorante, costruendo una squadra da "piani alti" e producendo ammirevoli sforzi economici e tecnici, al Tatò "sconfessato" di fine maggio 2012.
Una dirigenza da integrare
Anche se l'emergenza "dimissioni" dovesse rientrare, bisognerà provvedere a colmare dei "buchi". Le inibizioni subite per l'episodio risalente a Siracusa-Barletta hanno decimato il numero dei dirigenti biancorossi che possono rappresentare il club in occasioni ufficiali: al momento, infatti, solo l'avvocato Russo e il responsabile dell'Area tecnica Pistillo avrebbero questa possibilità. Urge dunque un rimpasto dirigenziale, e anche in questo caso il presidente Tatò starebbe sondando il terreno. In pole per entrare in dirigenza vi sarebbero "uomini di fiducia" del numero 1, almeno ad oggi, biancorosso, già suoi collaboratori nella società che il presidente gestisce fuori dal mondo del calcio;
Mala tempora currunt? Il grande tormentone dell'estate barlettana...
Oggi la Barletta calcistica è divisa tra due correnti di pensiero: il "clan" degli ottimisti, che ritengono la telenovela-Tatò un'abile messinscena finalizzata a dare un messaggio ai possessori di contratti pesanti (ma non li ha siglati la stessa società?), come quelli di Franchini, Di Gennaro, Minieri e Cerone tra gli altri, al fine di convincerli sottilmente a cambiare aria lasciando meditare piani di ridimensionamento: piani che, per gli "ottimisti", non saranno realizzati, ma vedranno anzi un Barletta pronto a lottare con i playoff, pur con un tetto salariale ridotto del 30%. Dall'altro lato vi sono i "pessimisti", che vedono nelle vociferate rescissioni del duo Mazzeo-Schetter la prima goccia di pioggia, che precede un temporale che porterà a un netto ridimensionamento di squadra e obiettivi. Che la verità sia nel mezzo? Ad oggi il timore maggiore è che gli unici a uscire sconfitti da questa vicenda saranno i tifosi del Barletta e gli sportivi che potrebbero perdere un presidente appassionato come pochi da un lato, e una squadra che sembrava veleggiare verso obiettivi e categorie superiori dall'altro. Non può essere gettato fumo negli occhi dei tifosi del Barletta, i quali esigono e meritano una pronta spiegazione. Barletta chiama, Presidente risponda!
(Twitter: @GuerraLuca88)
Un calendario "caldo"
Le ipotesi di mercato lasciano oggi il passo all'esigenza di iscrivere il club al prossimo torneo di Prima Divisione. Entro il 30 giugno la società dovrà fornire la fidejussione bancaria pari a 600mila euro, presentare la dichiarazione di disponibilità dello stadio "Cosimo Puttilli", richiesta che il Comune dovrà avallare e rilasciare, oltre a pagare i 27mila euro della rata di iscrizione al torneo. Passaggi che fino a circa un mese fa sembravano scontati, oggi non più. La piazza e il tifo sono certi che il Presidente non abbandonerà la nave, ma sarebbe importante un segno di distensione verso l'ambiente da parte del numero 1 biancorosso: chissà che in questa settimana, dopo qualche "taglio" eccellente, non arrivi anche qualche annuncio importante. Intanto le nubi sul futuro stentano a perdere di densità, anche se i prossimi annunci di direttore sportivo e allenatore lasciano pensare a sviluppi positivi per il futuro;
Spread gestione economica-comunicazione alle stelle
Ci sono due volti del presidente Roberto Tatò: il gestore economico, pronto a investire ingenti somme di denaro nel calcio, pari alle energie fisiche profuse, purtroppo a volte "sprecate" con errori in sede di affidamento dell'impresa-Barletta Calcio (vedi errori in sede di mercato nell'estate 2011). Questo è il lato-A, quello del presidente appassionato e in attivo, merce rara di questi tempi, che tante, tantissime piazze vorrebbero. C'è poi però il lato-B, quello del comunicatore poco avveduto: non è possibile far conoscere le proprie attenzioni alla piazza attraverso soli due comunicati, di 288 e 196 caratteri rispettivamente, passando dal "La S.S. Barletta Calcio comunica che Roberto Tatò, Presidente della stessa società e suo figlio Walter, che nella S.S.Barletta Calcio ricopriva il ruolo di Vice-Presidente, hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni dai loro rispettivi incarichi. La decisione ha effetto immediato" del 23 maggio al "La S.S. Barletta Calcio comunica che il dimissionario presidente Roberto Tatò, dichiara che, a far data da oggi, le sue quote societarie sono a disposizione di chiunque sia interessato a rilevarle" nulla è cambiato. I fatti restano nella loro cruda esposizione formato-twitter, le motivazioni delle azioni di Roberto Tatò risultano ancora il "grande assente" della vicenda, e cresce la speranza che a un certo punto arrivino, e non imitino il Godot beckettiano. Un atteggiamento quasi di sfida, che tende a far "bollire nel proprio brodo" un non precisato obiettivo. Il fondato rischio è quello di passare dallo Tatò "sceicco" di agosto 2011, dal presidentissimo che aveva speso per una piazza adorante, costruendo una squadra da "piani alti" e producendo ammirevoli sforzi economici e tecnici, al Tatò "sconfessato" di fine maggio 2012.
Una dirigenza da integrare
Anche se l'emergenza "dimissioni" dovesse rientrare, bisognerà provvedere a colmare dei "buchi". Le inibizioni subite per l'episodio risalente a Siracusa-Barletta hanno decimato il numero dei dirigenti biancorossi che possono rappresentare il club in occasioni ufficiali: al momento, infatti, solo l'avvocato Russo e il responsabile dell'Area tecnica Pistillo avrebbero questa possibilità. Urge dunque un rimpasto dirigenziale, e anche in questo caso il presidente Tatò starebbe sondando il terreno. In pole per entrare in dirigenza vi sarebbero "uomini di fiducia" del numero 1, almeno ad oggi, biancorosso, già suoi collaboratori nella società che il presidente gestisce fuori dal mondo del calcio;
Mala tempora currunt? Il grande tormentone dell'estate barlettana...
Oggi la Barletta calcistica è divisa tra due correnti di pensiero: il "clan" degli ottimisti, che ritengono la telenovela-Tatò un'abile messinscena finalizzata a dare un messaggio ai possessori di contratti pesanti (ma non li ha siglati la stessa società?), come quelli di Franchini, Di Gennaro, Minieri e Cerone tra gli altri, al fine di convincerli sottilmente a cambiare aria lasciando meditare piani di ridimensionamento: piani che, per gli "ottimisti", non saranno realizzati, ma vedranno anzi un Barletta pronto a lottare con i playoff, pur con un tetto salariale ridotto del 30%. Dall'altro lato vi sono i "pessimisti", che vedono nelle vociferate rescissioni del duo Mazzeo-Schetter la prima goccia di pioggia, che precede un temporale che porterà a un netto ridimensionamento di squadra e obiettivi. Che la verità sia nel mezzo? Ad oggi il timore maggiore è che gli unici a uscire sconfitti da questa vicenda saranno i tifosi del Barletta e gli sportivi che potrebbero perdere un presidente appassionato come pochi da un lato, e una squadra che sembrava veleggiare verso obiettivi e categorie superiori dall'altro. Non può essere gettato fumo negli occhi dei tifosi del Barletta, i quali esigono e meritano una pronta spiegazione. Barletta chiama, Presidente risponda!
(Twitter: @GuerraLuca88)