Medicina Sportiva, in Puglia è bagarre sul rilascio di certificati
Da un lato una legge per la semplificazione, dall'altro l'ostilità di Fmsi Puglia e Coni
sabato 6 luglio 2013
11.55
Medicina sportiva e certificati di attività agonistica, la lotta continua su scala pugliese. Recentemente la seconda commissione presieduta da Giovanni Brigante ha approvato a maggioranza, con l'astensione del capogruppo di Sel Michele Losappio, la proposta di legge relativa alla semplificazione del rilascio di certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica. Con questa legge bipartisan si intende ampliare le opportunità di tutela dei cittadini che praticano lo sport, estendendo la facoltà di rilascio delle certificazioni di idoneità ai centri medici privati, diretti da medici specialisti in medicina dello sport, a firma esclusivamente di medici in possesso di relativa specializzazione. Un provvedimento è da intendersi come modifica ed integrazione alla legge regionale del 2006 "Interventi in materia sanitaria", considerate le relative competenze, in conformità a quanto già disciplinato dal decreto del Ministero della sanità del 13 marzo 1995, riguardante la tutela sanitaria degli sportivi professionisti. Allo stato attuale la Regione Puglia non ha formulato una legge regionale di disciplina delle modalità di rilascio delle certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica ai sensi dell'art. 5, ultimo comma, d.l. 1979 n. 663 conv. in legge 1980 n.33 che consente ai medici specialisti in medicina dello sport di rilasciare certificazioni di idoneità all'attività sportiva.
Una richiesta che seguiva quanto stabilito un mese prima dal Tar Puglia -sede di Bari- Sezione II, con sentenza n. 880 del 29/05/2013: il Tribunale Amministrativo Regionale, accogliendo il ricorso di un medico specialista in medicina dello sport, difeso dall'avv. Rossella Piazzolla, aveva stabilito che" le delibere regionali n. 2234 e 7513 del 1986 non contengono, né potrebbero contenere, una disciplina della materia derogatoria rispetto alla vigente disciplina nazionale pena la fondatezza del dedotto vizio di incompetenza di cui al 3° motivo di ricorso. Ne consegue che il caso di specie è disciplinato dalla normativa di rango statale. In soldoni, il medico barlettano, che rilasciava certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica presso il suo esercizio, nell'agosto 2012 era stato invitato dall'ASL Bat "a eliminare ogni e qualsiasi dicitura riportante autorizzazioni ricevute da questo Ufficio … a non emettere certificazioni di idoneità all'attività agonistica (art. 5 nD.M. 18.02.1982) senza il possesso degli specifici requisiti e autorizzazione previste dalla vigente normativa … a revocare tutte le certificazioni impropriamente rilasciate". Il ricorrente aveva impugnato la richiamata determinazione deducendo una pluralità di profili di illegittimità. La Regione Puglia e l'A.S.L. BAT si erano costituite in giudizio eccependo in via pregiudiziale la tardività dell'impugnazione riferita ai provvedimenti regionali. Nella camera di consiglio del 17 gennaio 2013 la causa veniva rinviata al merito ed all'esito della pubblica udienza del 16 maggio 2013, trattenuta in decisione, fino alla deliberazione.
Sulla legge bipartisan riguardante la semplificazione del rilascio di certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica, sono intervenuti i vertici regionali: "Saremmo anche d'accordo sull'ampliamento del numero dei centri convenzionati e abilitati al rilascio dei certificati medico-sportivi" dichiara il presidente del Coni Puglia Elio Sannicandro, "ma è necessario stabilire regole precise che salvaguardino la salute degli atleti. Considerato che le visite e i certificati medico-sportivi riguardano solo l'attività agonistica - che si svolge sotto l'egida delle Federazioni sportive del Coni - è indispensabile una condivisione e un confronto con le istituzioni sportive che conoscono bene la materia operando nel settore. Le visite infatti vanno calibrate in relazione alla tipologia di disciplina sportiva e al livello di attività". Finora gli unici deputati a rilasciare i certificati sono stati i centri della Fmsi, riconosciuti dal Coni, e i servizi di medicina dello sport delle strutture sanitarie pubbliche e delle Asl. Una tendenza a privilegiare questa procedura è nelle parole del presidente regionale della Fmsi, dr. Mimmo Accettura: "Manca una legge regionale organica sugli aspetti medico-sportivi - dichiara il presidente regionale della Fmsi, il dottor Mimmo Accettura - che andrebbe condivisa con chi opera da decenni nel settore. Pur prevedendo un ampliamento dei centri specializzati e delle convenzioni, va salvaguardata la qualità del servizio che si ripercuote sulla salute degli atleti. Molti sport richiedono esami specialistici in varie branche della medicina sportiva. I centri medici privati diretti da medici specialisti nello sport dovrebbero assolutamente rispondere a requisiti idonei per qualità e complessità del servizio; si parla di un albo regionale, ma chi certifica e controlla l'attività, l'organizzazione e le dotazioni strumentali, le qualifiche dei medici che collaborano?". Le altre regioni italiane si sono dotate di regolamentazione della materia con legge regionale, costituendo elenchi regionali aperti ove si iscrivono i medici specialisti in medicina dello sport al fine di rilasciare certificati medici di idoneità per l'attività sportiva agonistica, in ottemperanza alle linee guida della circolare del 18 marzo 1996, n. 500.4/MSP/CP/643 del Ministero della Sanità. E in Puglia, cosa succederà?
(Twitter: @GuerraLuca88)
Una richiesta che seguiva quanto stabilito un mese prima dal Tar Puglia -sede di Bari- Sezione II, con sentenza n. 880 del 29/05/2013: il Tribunale Amministrativo Regionale, accogliendo il ricorso di un medico specialista in medicina dello sport, difeso dall'avv. Rossella Piazzolla, aveva stabilito che" le delibere regionali n. 2234 e 7513 del 1986 non contengono, né potrebbero contenere, una disciplina della materia derogatoria rispetto alla vigente disciplina nazionale pena la fondatezza del dedotto vizio di incompetenza di cui al 3° motivo di ricorso. Ne consegue che il caso di specie è disciplinato dalla normativa di rango statale. In soldoni, il medico barlettano, che rilasciava certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica presso il suo esercizio, nell'agosto 2012 era stato invitato dall'ASL Bat "a eliminare ogni e qualsiasi dicitura riportante autorizzazioni ricevute da questo Ufficio … a non emettere certificazioni di idoneità all'attività agonistica (art. 5 nD.M. 18.02.1982) senza il possesso degli specifici requisiti e autorizzazione previste dalla vigente normativa … a revocare tutte le certificazioni impropriamente rilasciate". Il ricorrente aveva impugnato la richiamata determinazione deducendo una pluralità di profili di illegittimità. La Regione Puglia e l'A.S.L. BAT si erano costituite in giudizio eccependo in via pregiudiziale la tardività dell'impugnazione riferita ai provvedimenti regionali. Nella camera di consiglio del 17 gennaio 2013 la causa veniva rinviata al merito ed all'esito della pubblica udienza del 16 maggio 2013, trattenuta in decisione, fino alla deliberazione.
Sulla legge bipartisan riguardante la semplificazione del rilascio di certificazioni di idoneità all'attività sportiva agonistica, sono intervenuti i vertici regionali: "Saremmo anche d'accordo sull'ampliamento del numero dei centri convenzionati e abilitati al rilascio dei certificati medico-sportivi" dichiara il presidente del Coni Puglia Elio Sannicandro, "ma è necessario stabilire regole precise che salvaguardino la salute degli atleti. Considerato che le visite e i certificati medico-sportivi riguardano solo l'attività agonistica - che si svolge sotto l'egida delle Federazioni sportive del Coni - è indispensabile una condivisione e un confronto con le istituzioni sportive che conoscono bene la materia operando nel settore. Le visite infatti vanno calibrate in relazione alla tipologia di disciplina sportiva e al livello di attività". Finora gli unici deputati a rilasciare i certificati sono stati i centri della Fmsi, riconosciuti dal Coni, e i servizi di medicina dello sport delle strutture sanitarie pubbliche e delle Asl. Una tendenza a privilegiare questa procedura è nelle parole del presidente regionale della Fmsi, dr. Mimmo Accettura: "Manca una legge regionale organica sugli aspetti medico-sportivi - dichiara il presidente regionale della Fmsi, il dottor Mimmo Accettura - che andrebbe condivisa con chi opera da decenni nel settore. Pur prevedendo un ampliamento dei centri specializzati e delle convenzioni, va salvaguardata la qualità del servizio che si ripercuote sulla salute degli atleti. Molti sport richiedono esami specialistici in varie branche della medicina sportiva. I centri medici privati diretti da medici specialisti nello sport dovrebbero assolutamente rispondere a requisiti idonei per qualità e complessità del servizio; si parla di un albo regionale, ma chi certifica e controlla l'attività, l'organizzazione e le dotazioni strumentali, le qualifiche dei medici che collaborano?". Le altre regioni italiane si sono dotate di regolamentazione della materia con legge regionale, costituendo elenchi regionali aperti ove si iscrivono i medici specialisti in medicina dello sport al fine di rilasciare certificati medici di idoneità per l'attività sportiva agonistica, in ottemperanza alle linee guida della circolare del 18 marzo 1996, n. 500.4/MSP/CP/643 del Ministero della Sanità. E in Puglia, cosa succederà?
(Twitter: @GuerraLuca88)