Marco Piccinni: "Non dobbiamo mai mollare un centimetro per salvarci, poi vedremo dove possiamo arrivare"
La prima intervista del nuovo centrocampista del Barletta Calcio
mercoledì 15 agosto 2012
Ha percorso circa 700 chilometri, senza però cambiare i colori sociali della divisa che indossa da qualche giorno: parliamo di Marco Piccinni, ex-regista "basso" del Piacenza Calcio edizione 2011/2012, da una settimana nuovo volto del centrocampo del Barletta Calcio. Piccinni, 25 anni, è nato a Bari, dove è cresciuto calcisticamente per poi vestire le maglie di Pro Vasto, Noicattaro, Brindisi, Lucchese e Piacenza, è uno dei calciatori più esperti nell'organico biancorosso con 131 presenze nel calcio "pro". Alto 178 cm, 73 kg di peso, play basso davanti alla difesa, ha già giocato in un 4-3-3 e abbina geometrie a un buon equilibrio in fase di interdizione. Barlettalife.it ha raccolto in una esclusiva intervista le sue prime parole da tesserato del Barletta Calcio, partendo dal recente passato, quel 2-2 del "Garilli" dello scorso maggio, e salutando la ricetta per una salvezza tranquilla, da parte di un calciatore che tante volte ha lottato per l'agognato obiettivo in carriera:
Marco Piccinni, partiamo dal 6 maggio 2012. Piacenza-Barletta 2-2. Il Barletta non accede ai playoff, e cambiano i piani per la stagione in corso, ora improntata alla "spending review": lei all'epoca era nel Piacenza. Ha mai pensato a questa coincidenza? Senza quel pareggio oggi non sarebbe qui probabilmente...
"Da quando sono a Barletta in tanti, tantissimi mi hanno ricordato quella partita. Bisogna tenere presente che quel giorno a entrambe le squadre servivano i tre punti: ricordo una bella partita, in particolare nel secondo tempo, e a posteriori spiace per come è andata. Al Piacenza il punto servì ben poco, ma eravamo una squadra affamata che voleva riscattare una situazione troppo complicata: mi è dispiaciuto molto per il Barletta. Non so poi quanto l'esito di questo incrocio abbia influito sul mio arrivo a Barletta".
Hai conquistato sul "campo" la fiducia di mister Novelli. Quanta voglia c'è in te di riscattare la brutta annata di Piacenza?
"La voglia è tanta: l'anno scorso a Piacenza sul campo abbiamo fatto 44 punti, ma ce ne hanno tolti 10 e siamo retrocessi, non per demeriti sul campo ma societari. Quest'anno invece a Barletta ho trovato una società e una dirigenza molto serie, un allenatore e un ds preparati e vogliosi di programmare: ci sono tutti i presupposti per fare bene, anche a livello di squadra e ambiente che ci circonda".
Cosa ti ha convinto in particolare del progetto Barletta?
"Più di tutto la solidità della società, soprattutto per me che vengo da due fallimenti societari (Lucchese e Piacenza, ndr), mi ha convinto la capacità di dare stimoli di Pavone e mister Novelli, che non hanno voglia di fermarsi solo alla salvezza, ma vogliono prendere il meglio dai giovani in rosa e ottimizzarne le qualità".
Sei nato a Bari e hai giocato con Noicattaro e Brindisi. Nella scelta di Barletta ha contato anche la voglia di avvicinarsi a casa?
"Non tanto, dopo diversi anni fuori per me la voglia di avvicinarmi a Bari era relativa. L'essenziale era trovare un progetto stimolante e avere voglia di essere partecipe a questo progetto, con tanta gente che ha voglia di lavorare".
Nel 4-3-3 di Novelli ti troveresti meglio da mezzala o davanti alla difesa?
"Direi mezzala, non ho proprio i piedi da regista, ma sarei un centrocampista di rottura davanti alla difesa".
In questi due giorni vi siete allenati in sette (con Meduri, Ferreira, Bini, Barbuti, Nakim e Selasi) a Barletta. Che genere di preparazione avete svolto?
"Ci stiamo rimettendo al passo con i compagni: la preparazione, in particolare per il gioco e il lavoro richiesti dal mister, sono di fondamentale importanza e urge guadagnare condizione".
Parliamo dei suoi compagni di squadra: chi l'ha stupita maggiormente sin qui?
"Direi Jacopo Dezi e Antonio Vacca. Sono due centrocampisti con grandi doti tecniche, che possono far fare il salto di qualità alla squadra".
Hai già affrontato qualcuno tra i tuoi nuovi compagni?
"Solo i "vecchi" del gruppo del Barletta, come Simoncelli, Zappacosta: sono sempre stati ottimi avversari e finalmente ho il piacere di giocarci insieme".
In rosa in prova è arrivato un tuo ex-compagno a Piacenza, Francesco Bini. Lo consiglieresti come acquisto?
"Sottoscriverei subito. E' un difensore di ottime qualità tecniche e umane, di grande spessore. Purtroppo nello scorso anno a Piacenza non ci siamo salvati, ma tra mille difficoltà abbiamo comunque messo in piedi una grande stagione".
Capitolo-calciomercato: in rosa molti sono sul piede di partenza e altrettanti in prova. Di quanti giocatori avrebbe bisogno il Barletta?
"Bisogna vedere prima chi andrà via del vecchio gruppo, in tanti potrebbero essere molto utili umanamente e tecnicamente, poi potremo parlare di mercato".
Sei uno dei calciatori con il maggior numero di presenze in Lega Pro tra quelli in rosa. Qual è la tua ricetta per una tranquilla salvezza?
"Non mollare mai e stare sempre sul pezzo, appena lasci un centimetro c'è chi ti sorpassa. Soprattutto per una squadra giovane come la nostra, bisogna correre tanto e sacrificarsi di più: poi speriamo di partire forte in stagione".
Il tuo saluto ai tifosi biancorossi?
"Speriamo di dargli tante soddisfazioni e di tornare a farli divertire: non so dove possiamo arrivare ma prometto bel gioco e assicuro la nostra volontà di restituire entusiasmo all'ambiente di Barletta".
(Twitter: @GuerraLuca88)
Marco Piccinni, partiamo dal 6 maggio 2012. Piacenza-Barletta 2-2. Il Barletta non accede ai playoff, e cambiano i piani per la stagione in corso, ora improntata alla "spending review": lei all'epoca era nel Piacenza. Ha mai pensato a questa coincidenza? Senza quel pareggio oggi non sarebbe qui probabilmente...
"Da quando sono a Barletta in tanti, tantissimi mi hanno ricordato quella partita. Bisogna tenere presente che quel giorno a entrambe le squadre servivano i tre punti: ricordo una bella partita, in particolare nel secondo tempo, e a posteriori spiace per come è andata. Al Piacenza il punto servì ben poco, ma eravamo una squadra affamata che voleva riscattare una situazione troppo complicata: mi è dispiaciuto molto per il Barletta. Non so poi quanto l'esito di questo incrocio abbia influito sul mio arrivo a Barletta".
Hai conquistato sul "campo" la fiducia di mister Novelli. Quanta voglia c'è in te di riscattare la brutta annata di Piacenza?
"La voglia è tanta: l'anno scorso a Piacenza sul campo abbiamo fatto 44 punti, ma ce ne hanno tolti 10 e siamo retrocessi, non per demeriti sul campo ma societari. Quest'anno invece a Barletta ho trovato una società e una dirigenza molto serie, un allenatore e un ds preparati e vogliosi di programmare: ci sono tutti i presupposti per fare bene, anche a livello di squadra e ambiente che ci circonda".
Cosa ti ha convinto in particolare del progetto Barletta?
"Più di tutto la solidità della società, soprattutto per me che vengo da due fallimenti societari (Lucchese e Piacenza, ndr), mi ha convinto la capacità di dare stimoli di Pavone e mister Novelli, che non hanno voglia di fermarsi solo alla salvezza, ma vogliono prendere il meglio dai giovani in rosa e ottimizzarne le qualità".
Sei nato a Bari e hai giocato con Noicattaro e Brindisi. Nella scelta di Barletta ha contato anche la voglia di avvicinarsi a casa?
"Non tanto, dopo diversi anni fuori per me la voglia di avvicinarmi a Bari era relativa. L'essenziale era trovare un progetto stimolante e avere voglia di essere partecipe a questo progetto, con tanta gente che ha voglia di lavorare".
Nel 4-3-3 di Novelli ti troveresti meglio da mezzala o davanti alla difesa?
"Direi mezzala, non ho proprio i piedi da regista, ma sarei un centrocampista di rottura davanti alla difesa".
In questi due giorni vi siete allenati in sette (con Meduri, Ferreira, Bini, Barbuti, Nakim e Selasi) a Barletta. Che genere di preparazione avete svolto?
"Ci stiamo rimettendo al passo con i compagni: la preparazione, in particolare per il gioco e il lavoro richiesti dal mister, sono di fondamentale importanza e urge guadagnare condizione".
Parliamo dei suoi compagni di squadra: chi l'ha stupita maggiormente sin qui?
"Direi Jacopo Dezi e Antonio Vacca. Sono due centrocampisti con grandi doti tecniche, che possono far fare il salto di qualità alla squadra".
Hai già affrontato qualcuno tra i tuoi nuovi compagni?
"Solo i "vecchi" del gruppo del Barletta, come Simoncelli, Zappacosta: sono sempre stati ottimi avversari e finalmente ho il piacere di giocarci insieme".
In rosa in prova è arrivato un tuo ex-compagno a Piacenza, Francesco Bini. Lo consiglieresti come acquisto?
"Sottoscriverei subito. E' un difensore di ottime qualità tecniche e umane, di grande spessore. Purtroppo nello scorso anno a Piacenza non ci siamo salvati, ma tra mille difficoltà abbiamo comunque messo in piedi una grande stagione".
Capitolo-calciomercato: in rosa molti sono sul piede di partenza e altrettanti in prova. Di quanti giocatori avrebbe bisogno il Barletta?
"Bisogna vedere prima chi andrà via del vecchio gruppo, in tanti potrebbero essere molto utili umanamente e tecnicamente, poi potremo parlare di mercato".
Sei uno dei calciatori con il maggior numero di presenze in Lega Pro tra quelli in rosa. Qual è la tua ricetta per una tranquilla salvezza?
"Non mollare mai e stare sempre sul pezzo, appena lasci un centimetro c'è chi ti sorpassa. Soprattutto per una squadra giovane come la nostra, bisogna correre tanto e sacrificarsi di più: poi speriamo di partire forte in stagione".
Il tuo saluto ai tifosi biancorossi?
"Speriamo di dargli tante soddisfazioni e di tornare a farli divertire: non so dove possiamo arrivare ma prometto bel gioco e assicuro la nostra volontà di restituire entusiasmo all'ambiente di Barletta".
(Twitter: @GuerraLuca88)