Marco Cari: le parole del condottiero

L'esclusiva intervista al tecnico biancorosso

venerdì 13 maggio 2011 13.54
A cura di Luca Guerra
Tranquillo, sicuro di sé, rilassato, con indosso la tuta da allenamento, pronto per un altro giorno di direzione dei lavori, quel duro lavoro che in 3 mesi ha portato il Barletta al riparo dalle torbide acque della zona-retrocessione. E' questo il Marco Cari che questa mattina si è presentato ai microfoni di Barlettalife, nella cornice della Sala Stampa del "Cosimo Puttilli". Il tecnico laziale si è confidato in un'intervista-fiume, facendo un bilancio della stagione appena conclusa, raccontando i passaggi più emozionanti della cavalcata-salvezza e rispondendo con un "nì" gonfio di speranze e velleità di permanenza quando gli abbiamo chiesto se rimarrà nella Città della Disfida anche nella prossima stagione. In esclusiva per Barlettalife le parole del "Caronte" biancorosso, mister Marco Cari:


1) Mister Cari, ha rilevato la squadra in ultima posizione e l'ha condotta alla salvezza con 90' di anticipo. Quali sono i segreti di questo piccolo miracolo sportivo?

«Io ho partecipato con il resto del gruppo e delle componenti occorse per realizzare questo inseguimento, non ci sono stati grandi segreti se non una grande compattezza, necessaria per realizzare questa rincorsa, tutti abbiamo remato dalla stessa parte. La qualità dell'organico è ottima, il mio unico merito è stato nel riuscire a creare un gruppo affiatato».

2) Che ambiente ha trovato al suo arrivo a Barletta?
«Detto a giochi fatti, è facile dire che ho trovato un ottimo ambiente dove si può lavorare bene, certo bisognerebbe vedere il rovescio della medaglia, ma questo speriamo di non vederlo mai. L'ambiente di rosa e società è buono, solo un attimino depresso come normale conseguenza dei risultati che non arrivavano».

3) C'è stato un momento di svolta nella vostra stagione?
«Ci sono stati due eventi fondamentali: la prima partita di Foggia, dove abbiamo dato una svolta al mio esordio in panchina, vincendo su un campo difficile contro una squadra importante e dando a livello mentale una svolta; poi la vittoria di Benevento, che ci ha conferito maggiore sicurezza e consapevolezza nei nostri mezzi».

4) Nella gestione-Sciannimanico il Barletta giocava con il 4-3-3, con lei si è passati al 4-2-3-1. Ha trovato subito gli uomini giusti per questo modulo o c'è stato bisogno di tempo per adattarli?

«Sicuramente ho trovato terreno fertile per attuare questa tattica; diciamo che le caratteristiche dei giocatori sono corrispondenti, qualcuno ha dovuto fare dei piccoli sacrifici, però le loro prerogative mi hanno aiutato parecchio».

5) Il 4-2-3-1 ha esaltato il genio di Nicola Bellomo. Lei crede che possa diventare davvero il "nuovo Cassano"?
«Forse è una previsione azzardata, me lo auguro per lui perché è un ragazzo sano moralmente e ha gran voglia di emergere; nel suo bagaglio tecnico ha tante qualità importanti, ma secondo me deve lavorare ancora molto perché è giovane sotto tutti i punti di vista. Credo che potrà avere una carriera importante».

6) Lei consiglierebbe quindi alla dirigenza di cercare di trattenerlo a Barletta a tutti i costi per la prossima stagione, anche se appare difficile?

«Sicuramente sì, su questo non ci sono dubbi. Ripeto, credo che questo sia un giocatore da categorie superiori, ma onestamente credo che il suo futuro sarà a Bari».

7) Per quali altri giovani in rosa mister Cari prevede un futuro particolarmente luminoso?
« Tutti i nostri calciatori classe '89 e '90 in squadra hanno possibilità di avere una carriera importante, dove per carriera importante si intende dalla Prima Divisione in su».

8) Dai giovani ai "vecchietti" in rosa. Quanto è stata importante l'esperienza di elementi come Galeoto, Rajcic, Frezza e Innocenti per risalire la china?

«Sono senza dubbio elementi di grande spessore professionale e umano, ma non dimenticherei anche l'esempio offerto da Max Margiotta, che ha giocato poco ma ha sempre dato un gran contributo al gruppo, permettendo agli altri di lavorare con gran tranquillità».

9) Lei ha allenato in piazze "calde" come Perugia, Salerno e Taranto. Com è il suo rapporto con la tifoseria biancorossa?
«Sono qui da soli 3 mesi, però sto comunque notando come il rapporto potrebbe diventare ottimo; credo che sia stato apprezzato il lavoro che abbiamo fatto tutti quanti insieme, quindi sotto questo aspetto mi auguro che ci sia la possibilità di conoscerci meglio».

10) Domenica prossima festeggerete la salvezza in casa contro l'Atletico Roma. Sembra quasi un segno del destino per lei, nato a Ciampino. Con che stato d'animo si avvicina alla partita del "Puttilli"?
«Vivrò l'appuntamento di domenica dapprima come una partita, perché andremo in campo per fare bene, ci teniamo noi e la società. Speriamo di far bene per il pubblico, che speriamo sia numeroso; vivrò la partita in maniera rilassata e non più ansioso come nelle precedenti partite per i risultati (sorride, ndr). E' una passerella in cui vogliamo far bene».

11) I nostri rivali di domenica sono ancora in gioco per mantenere la terza posizione. Lei schiererà la migliore formazione o darà spazio a chi è stato meno impiegato nel corso della stagione?
«Diciamo che mi sembra giusto dar spazio a chi ha giocato di meno, perché ha fatto parte del gruppo, l'ha sostenuto e ha fatto lavorare i titolari in maniera serena. Quindi mi sembra corretto far giocare chi ha visto meno il campo, fermo restando che non le reputo affatto delle riserve».

12) Parliamo di futuro. Quante sono le possibilità che mister Cari resti all'ombra di Eraclio anche nella prossima stagione?

«Di questo non voglio parlare, ma non perché non voglia rispondere. C'è ancora un campionato da finire, comunque credo che tra qualche giorno saranno sciolte tutte le riserve da parte della società che ha le idee molto chiare».

13) Crede comunque, in caso di conferma, che ci sarà bisogno di lavorare sin dal primo giorno per allestire una rosa competitiva, onde evitare gli errori visti nella costruzione della rosa in avvio di questa stagione?
«Devo essere onesto, a questo non sto pensando affatto, sono abituato a progettare e lavorare solo su cose certe, quindi finchè non conoscerò il mio destino lavorerò solo su questo finale di stagione».

14) Ritiene che la piazza di Barletta meriti un palcoscenico superiore a quello offerto dalla Prima Divisione?

«Assolutamente sì, anche se abbiamo uno stadio rivedibile per queste categorie. A livello societario, però sicuramente il Barletta potrebbe calcare categorie diverse».

15) Siete soliti vedervi assegnare dei voti. Lei che voto darebbe alla stagione del Barletta?

«Per quanto mi riguarda, darei un voto altissimo, direi 9 ai ragazzi per la parte di stagione in cui ho seduto sulla panchina del Barletta».

16) Diamo spazio ora alle domande poste dagli utenti del sito. Chiede il tifoso Savio Bizzoca: "La rosa attuale è in grado quanto meno di arrivare ai playoff il prossimo anno o bisogna effettuare qualche innesto specifico?

«Pensiamo a una cosa per volta: mi piacerebbe rispondere con precisione al tifoso, ma prima dobbiamo terminare la stagione, poi discuteremo della mia eventuale conferma e successivamente penseremmo a vedere come intervenire sulla rosa».

17) L'utente "Vecchio Biancorosso" chiede: "E' d'accordo se si indica Ivan Rajcic come unico elemento tatticamente insostituibile presente nella rosa biancorossa che ha raggiunto la salvezza?"
«Non credo l'unico, però sicuramente il ragazzo ha fatto un campionato splendido, è molto forte sul piano tecnico e tattico, e ha dato una mano sul profilo umano, rivelandosi moralmente preparato».

18) Domanda posta dall'utente "Charlie": " Nel caso dovesse rimanere a Barletta punta ad un eventuale approdo nei playoff o alla vittoria del campionato?

«Io so solo che il presidente ha grandi ambizioni; poi per vincere i campionati ci vogliono tanti piccoli particolari che vanno per il verso giusto, percui la volontà di far bene mi sembra che ci sia, se poi il Barletta è pronto o no questo lo dirà il tempo».

19) Ancora l'utente "Vecchio Biancorosso" chiede: "La vicenda Di Masi ha segnato in modo negativo un periodo indimenticabile. Ora a giochi fatti ci può dire perché ha avallato, senza fornire una valida motivazione, questa scelta della Società?
«Premetto che quando sono arrivato a Barletta c'era un discorso ben chiaro: all'arrivo qui la Società mi ha detto che i portieri a disposizione erano 2, Gabrieli e Tesoniero, due calciatori che mi soddisfacevano perché li conoscevo già. Quindi tutto quello che è accaduto prima non mi riguarda e non mi interessa».

20) Dell'avvio di stagione chiede lumi l'utente "Angelo": " Secondo lei cosa è mancato a questo Barletta nella prima parte di stagione per poter venire fuori prima dalla bagarre per evitare i playout?"

«Sarebbe superficiale rispondere a questa domanda, io ho visto giocare due-tre partite del Barletta prima di venire qui e la squadra mi aveva fatto un'ottima impressione. Quello che è mancato non saprei però dirlo».

21) L'ultima domanda dei tifosi è firmata da "Carlo": " In un'eventuale nuova gestione, apporterebbe cambiamenti significativi nell'organizzazione e nella gestione di staff e risorse?"
«Sono situazioni che non competono a me. Ognuno deve svolgere il proprio lavoro, quindi questi sono discorsi che vanno fatti con la Società, ognuno rispetta il proprio ruolo, quindi è una domanda da girare alla dirigenza».

22) Siamo giunti al termine della nostra intervista. Vuole fare un appello per invitare i tifosi a riempire lo stadio domenica?
«Mi piacerebbe vedere un "Puttilli" pieno, anche se so che ci sono le elezioni quindi può essere questo un problema. Speriamo che i nostri tifosi siano con noi a festeggiare questa salvezza complicata, ottenuta in modo importante, lo meritano i calciatori, la Società e la tifoseria stessa».

23) Vuole fare un saluto ai lettori di Barlettalife…
«Un grande saluto da mister Cari, per me è stato un piacere fare questa intervista. Mi auguro e spero di rivederci e farne altre anche nella prossima stagione».

Una speranza che condividiamo, ci salutiamo con l'augurio di rivederci tra 3 mesi ancora in Sala Stampa a raccontare le gioie sportive a tinte biancorosse.
Intervista a Marco Cariin
Intervista a Marco Cariin
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