Lega Pro, domani la definizione dei nuovi organici

Quale futuro tecnico senza retrocessioni dalla Prima Divisione?

mercoledì 18 luglio 2012 15.39
A cura di Luca Guerra
Escluse sorprese sulle iscrizioni, l'organico attuale della Lega Pro oggi ammonta a 69 squadre, ma ciò che sconcerta maggiormente è la nuova formula che sembra stia maturando per il campionato venturo. Blocco delle retrocessioni dalla Prima divisione, con la conseguente retrocessione di massa dalla Seconda Divisione alla serie D (si parla di ben 18 discese) per arrivare tra un anno alla riforma della Lega Pro con tre gironi di Prima Divisione composti da 20 squadre ciascuno. Per ora è un progetto, ma che ha grandi possibilità di essere approvato nel pomeriggio, quando il Consiglio federale ufficializzerà gli organici di Prima e Seconda divisione a seguito dei ricorsi presentati lunedì 16 luglio da 8 squadre, e delle mancate iscrizioni di Spal, Foggia e Siracusa. L'unico dubbio riguarda il SudTirol Alto Adige, che attende l'ennesima deroga per giocare al "Druso" di Bolzano.

Da Trieste in giù, il calcio, quello dei professionisti, ha pagato anche quest'estate il caro prezzo del fallimento e ha chiuso la porta in faccia ad un potenziale pubblico di un milione di appassionati: Triestina, Spal, Pergocrema, Giulianova, Piacenza, Foggia, Taranto e Siracusa sono uscite dal mondo dal pallone, cancellando la loro storia e costrette, bene che vada, a ripartire con nome e società diverse dalla serie D. Il punto di non ritorno si consuma oggi in Lega Pro, ex C1 e C2, campionati destinati a restringersi. I numeri parlano chiaro: chi arriva fino in fondo, lo fa spesso in apnea, punito con punti di penalizzazione per colpa di stipendi non pagati e bilanci "gonfiati", impossibilitato a trovare una fideiussione da 300 mila euro per iscriversi al via della Seconda Divisione o 600mila per il campionato di Prima Divisione.

Il nuovo format della Lega Pro 2012/2013 potrebbe così arrivare alla cancellazione integrale della Seconda divisione. Il modo in cui si intendere procedere è però senza dubbio opinabile. La Lega Pro ha perso complessivamente 8 società, tra quelle fallite e che hanno rinunciato all'iscrizione, e il suo organico è sceso da 77 a 69 squadre. Macalli ha annunciato che ci saranno ancora due gironi di Prima da 16 squadre ciascuno, e due di Seconda, da 18 e 19. Duplice paradosso: in Prima non dovrebbero esserci retrocessioni, in Seconda invece ci sarebbe una strage sportiva: su 37 squadre iscritte, 18 retrocederebbero in serie D (da cui salirebbero sempre 9 squadre). Alla fine della prossima stagione rimarrebbero 32 squadre in Prima (4 salgono in B e 4 scendono dalla B) e 28 in Seconda (le 19 salve più le 9 promosse dalla serie D). La somma fa 60, come vorrebbero Ghirelli e Macalli.

Il rischio, grande e concreto è quello di un campionato di Prima divisione quasi del tutto privo di stimoli e contenuti è più che reale. Andranno certamente stabiliti alcuni meccanismi: in Prima Divisione ci sarà certo modo di valorizzare tanti giovani, che saranno utilizzati in maniera massiccia per accedere ai contributi federali, e sistemare così i bilanci, ma la domanda sorge spontanea: chi non lotta per la promozione baderà solo ai contributi, agirà costruendo squadre come aziende per trarre profitto e non per giocare a calcio, o onorerà comunque il campionato? I tifosi che a febbraio vedranno la propria squadra del cuore lontana dai playoff e salva per assenza di pericolo-retrocessione, continueranno a seguirla nel proprio stadio e lontano da casa? E soprattutto, considerando l'aria che corre nel calcio italiano "infetto" dal calcioscommesse, con questa formula non si rischia di aumentare il numero di partite prive di interessi di classifica e in un certo senso "manipolabili"? A pensar male a volte ci si azzecca, diceva qualcuno, ma tant è: domani le prime risposte da Macalli & Company...
(Twitter: @GuerraLuca88)